Cia-Agricoltori italiani: presentato il "Manifesto" per rilanciare la centralità economica delle agricolture italiane

- di: Daniele Minuti
 
Ha preso il via la IX Conferenza Economica di Cia-Agricoltori Italiani, nel corso della quale è stato lanciato il progetto per il futuro del settore, con una serie di proposte contenute in un vero e proprio Manifesto con l'obiettivo di rilanciare la centralità economica delle agricolture diffuse in Italia.

IX Conferenza Economica tra istituzioni e imprese: Cia-Agricoltori italiani presentano il progetto per un nuovo protagonismo del settore

Come spiegato nella nota ufficiale, sono tanti i punti toccati nel Manifesto, presentato alla presenza dei ministri Francesco Lollobrigida, Antonio Tajani, Raffaele Fitto, al viceministro Maurizio Leo, al commissario Ue Janusz Wojciechowski e a 600 imprenditori agricoli associati, a partire "dagli 8 miliardi del Pnrr riservati al comparto, tra la gestione del Masaf e quella del Mase, investendo su innovazione e ricerca per ottimizzare le produzioni; logistica e trasporti per connettere aree e mercati; agroenergie per ridurre la dipendenza dall’estero e incentivare la transizione green; cultura del Made in Italy per difendere la qualità e la tipicità dell’agroalimentare tricolore contro falsi, etichette fuorvianti e cibo sintetico".

A supporto del piano c'è lo studio ad hoc di Nomisma “Le nuove sfide per l’agricoltura italiana”, illustrato dal responsabile per l’agroalimentare Denis Pantini e che dipinge un'Italia più preoccupata della media Ue per inflazione, povertà e guerra, con il 51% dei cittadini in difficoltà economiche contro il 45% del resto d’Europa. Cambiano così i consumi alimentari per l’84% dei cittadini, con lo stop al superfluo per il 46% e solo il 22% che non rinuncia alla qualità. Volano, quindi, i discount, il cui valore cresce del 12% annuo.

C’è poi un paese che si distingue in Europa per le attività connesse, come agriturismi, fattorie sociali e didattiche, agroenergie. Valgono 5,3 miliardi e incidono sulla produzione nazionale per oltre il 10% contro una media Ue di appena il 4%. Pesa, invece, il gap cronico di servizi e infrastrutture tra città e aree interne, dove sale al 28% il rischio di esclusione sociale ed è maggiore l’incidenza di NEETs (giovani che non hanno impiego, non studiano e non si formano): 22% in Italia rispetto al 15% della media Ue. L’agricoltura, essenziale per queste aree, paga per prima sia i ritardi infrastrutturali che quelli digitali, con la penisola ancora al 18° posto in Europa, dietro anche a Slovenia, Lituania e Lettonia.

Il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini, ha aperto i lavori con un commento: "Dopo anni di disinteresse, la politica si è finalmente accorta del ruolo strategico dell’agricoltura. Ci è voluta una pandemia globale, una guerra e una crisi energetica per mettere tutti d’accordo sull’importanza del settore, che però ora merita interventi strutturali, risorse adeguate e tempi certi per fare davvero la differenza”. “Riportare le ‘Agricolture al Centro’, come recita lo slogan della nostra Conferenza -ha spiegato Fini- vuol dire unire le forze e fare presto e bene. Tra punti distintivi e punti critici, il report di Nomisma fotografa tutte le potenzialità del comparto. Ora dimostriamo insieme, con governo, organizzazioni produttive e cittadini, che possiamo costruire una nuova visione di Paese, capace di pensarsi davvero e, prima di tutto, a trazione agricola e agroalimentare".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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