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Caldo e clima: 16.500 morti in Europa nell’estate 2025

- di: Jole Rosati
 
Caldo e clima: 16.500 morti in Europa nell’estate 2025
Caldo e clima: 16.500 morti in Europa nell’estate 2025
Nuovo studio attribuisce al riscaldamento globale la maggior parte delle vittime da caldo: l’estate 2025 lascia un bilancio pesante e riaccende il dibattito su prevenzione e adattamento.

Cosa sostiene lo studio

Una valutazione estesa su centinaia di centri urbani europei stima che nell’estate 2025 il surriscaldamento prodotto dall’attività umana abbia contribuito a circa 16.500 decessi per caldo. L’analisi utilizza l’ormai diffuso approccio di attribuzione climatica, confrontando ciò che è accaduto con uno scenario controfattuale in cui il clima non fosse stato alterato dall’uomo. In media, le condizioni meteorologiche estive risultano più calde di oltre due gradi rispetto al clima pre-industriale, con effetti amplificati nelle città.

Quali numeri sono solidi

Le stime complessive vanno lette insieme ai risultati già consolidati su specifiche ondate di calore e aree metropolitane. Per eventi circoscritti, come i picchi termici di fine giugno-inizio luglio, sono stati calcolati eccessi di mortalità nell’ordine di migliaia di casi su un insieme limitato di grandi città. Questi dati, pur meno estesi, forniscono un riferimento prudente: mostrano che una quota rilevante dei decessi è attribuibile all’aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico.

Perché le stime variano

Le differenze tra conteggi più bassi e la stima di 16.500 dipendono da tre fattori principali:

  • Copertura temporale: contare una singola ondata di calore o l’intera estate produce ordini di grandezza diversi.
  • Copertura geografica: includere centinaia di città e aree periurbane aumenta il numero totale delle vittime stimate.
  • Metodo di attribuzione: più ampio è il campione (giorni, età, condizioni cliniche), più le stime incorporano casi indiretti, come eventi cardiovascolari o respiratori innescati dal caldo.

È quindi plausibile che un’analisi continentale su tutta la stagione estiva restituisca valori molto superiori rispetto a studi focalizzati su pochi giorni e su una dozzina di città.

Chi paga il prezzo più alto

La mortalità da caldo è una crisi silenziosa che colpisce soprattutto anziani, persone con patologie pregresse, lavoratori all’aperto e famiglie che vivono in alloggi poco ventilati. Nei contesti urbani, l’isola di calore aggrava ulteriormente il rischio: meno verde, più asfalto, edifici che trattengono calore. La combinazione di temperature elevate, umidità e notti tropicali riduce la capacità del corpo di dissipare calore, aumentando la probabilità di disidratazione, scompensi cardiaci e insufficienze respiratorie.

Cosa cambia per le politiche

Il bilancio dell’estate 2025 rende urgente un’agenda di adattamento urbano e di sanità pubblica:

  • Allerta precoce e piani di sorveglianza attiva su anziani e fragili, con check telefonici e assistenza domiciliare.
  • Città più fresche: alberature, ombreggiamento, materiali riflettenti, tetti verdi, spazi pubblici climatizzati accessibili.
  • Standard edilizi per ventilazione e isolamento, con incentivi alla riqualificazione degli edifici più energivori.
  • Protezione dei lavoratori esposti con turnazioni, pause, idratazione e dispositivi anti-calore.
  • Comunicazione chiara ai cittadini su idratazione, farmaci sensibili al caldo e comportamenti protettivi.

Queste misure, già sperimentate in diverse città europee, possono salvare migliaia di vite se applicate in modo sistematico.

Servono interventi rapidi su mitigazione e adattamento

Le stime complessive sull’estate 2025 indicano che il riscaldamento globale ha reso il caldo più intenso e letale. Anche con tutte le cautele metodologiche, il segnale è inequivocabile: senza interventi rapidi su mitigazione e adattamento, le prossime estati rischiano di presentare bilanci ancora più gravi. Il tempo per ridurre l’impatto è ora.

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