Confcommercio: "Incertezza per il turismo lombardo a causa di guerra e rincari"

- di: Daniele Minuti
 
Confcommercio Lombardia ha analizzato il sentiment del comparto turistico della regione per questi primi mesi del 2022 e i risultati dello studio mostrano una grande voglia di ripartire per l'intero segmento, resa però fragile dalla forte preoccupazione legata allo scenario internazionale, per via dell'incertezza causata dal conflitto in Ucraina e dal rincaro dei prezzi di energia e materie prime.

Confcommercio Lombardia lancia l'allarme per il turismo

Secondo i calcoli, il mancato arrivo dei turisti provenienti dalla Russia o altri paesi dell'est Europa andrà a pesare su alcuni territori in particolare: nel periodo precedente alla pandemia, a Lecco questi turisti rappresentavano il 5% delle presenze complessive mentre Livigno perderà una fetta fra il 20% e il 30% nella stagione invernale. Milano invece rischia di salutare una quota del 12% dei turisti extra Unione europea.

Le aspettative ora risiedono nel mercato europeo, specialmente quello interno, nonostante sia ancora difficile fare precisioni precise per il periodo di Pasqua e dei ponti primaverili, data l'accertata tendenza di prenotare poco prima.

Il rincaro dei costi energetici ha però un impatto importante sulle imprese (per quanto riguarda il calo dei margini) e sulle famiglie, che sono meno propense a spendere dato il rischio di sperperare la ripresa vista nel 2021, anche per via del forte aumento dell'inflazione.

Carlo Massoletti, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia (nella foto), ha commentato: "La guerra in Ucraina, oltre ad essere un dramma umanitario, avrà una forte impatto sul turismo e sull’economia lombarda in generale. Bene il percorso delineato dal Governo verso l’uscita dallo stato d’emergenza e le misure previste per il taglio dei costi energetici, ma chiediamo alle istituzioni di intervenire in modo deciso sulla carenza di liquidità e la scadenza delle moratorie, perché in questo clima di così grande incertezza non possiamo permetterci di lasciare indietro le piccole imprese, fondamentali per la nostra economia".
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