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Tornano a crescere le vendite al dettaglio a ottobre (+0,4%). Confcommercio: “fase di stagnazione per l’economia”

- di: Redazione
 
Tornano a crescere le vendite al dettaglio a ottobre (+0,4%). Confcommercio: “fase di stagnazione per l’economia”

le stime diffuse dall'Istat mostrano che a ottobre le vendite al dettaglio sono salite dello 0,4% in valore e dello 0,3% in volume su base mensile, mentre dal confronto annuo emerge un aumento dello 0,3% in valore e un calo in volume del 4%. Nel trimestre agosto-ottobre c’è invece una diminuzione sia in valore (-0,4%) che in volume (-1,3%) rispetto ai tre mesi precedenti. Per quanto riguarda i beni alimentari, c'è un aumento mensile (+0,6% in valore e in volume), mentre il dato annuo (+3,5% in valore, -2,9% in volume) e quello trimestrale sono di segno opposto (+0,3 in valore, -0,1% in volume). Per quanto riguarda i beni non alimentari c’è ancora un aumento rispetto al mese precedente (+0,2% e +0,1%), a fronte di un calo annuo (-2% e -4,7%) e trimestrale (-1% e -1,5%).

Tornano a crescere le vendite al dettaglio a ottobre (+0,4%)

Sempre relativamente a i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti, con una prevalenza di segni negativi. L'aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+3,1%), mentre registrano il calo più consistente Elettrodomestici, radio, tv e registratori (-5,3%) e Abbigliamento e pellicceria (-5,0%).

Rispetto a ottobre 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+2,2%), le vendite al di fuori dei negozi (+0,5%) e il commercio elettronico (+1,6%), mentre registrano una variazione negativa le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,8%).

Confcommercio: “fase di stagnazione per l’economia”

“I dati su vendite al dettaglio e produzione industriale, unitamente a quelli diffusi nelle ultime settimane, indicano come l’economia italiana sia in una fase di stagnazione. Esaurita l’ottima fase di ripresa post-pandemica, in fondo questa condizione va valutata favorevolmente. Chi vede il bicchiere mezzo vuoto, invece, la legge come un semplice spostamento dei problemi e delle irrisolte criticità verso il già difficile 2024”: è il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat.

“Il modesto recupero registrato, in termini congiunturali, dalle vendite a volume - continua l’Ufficio Studi - dopo quattro mesi in negativo, ha solo attenuato il divario che si rileva nel confronto annuale. Tuttavia, è una risalita che, posta a sistema con le buone valutazioni di preconsuntivo di novembre e le attese ben orientate per dicembre e il Natale, potrebbe contribuire a rafforzare un’eredità positiva per i consumi del prossimo anno. La ‘ripresina’ delle vendite è stata guidata dalla componente alimentare, mentre per i non alimentari la situazione appare ancora difficile, con indizi di elevata criticità per l’abbigliamento e le calzature. Analogamente, le imprese di minori dimensioni continuano a non essere toccate da qualsivoglia forma di recupero, e questo è l’elemento più critico dello scenario congiunturale della spesa delle famiglie”.

“Il dato sulla produzione industriale - conclude Confcommercio - indica calma piatta, posto che la riduzione di due decimi a ottobre si associa a una revisione al rialzo di un decimo per settembre. L’atterraggio dei livelli produttivi appare deludente, perché su livelli storicamente bassi, inferiori di oltre il 5% rispetto a venti mesi prima. Anche in questo caso, però, le probabilità di crescita sembrano superiori a quelle di ulteriori contrazioni nei prossimi mesi”.

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