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Corte dei Conti, stop al Ponte sullo Stretto: troppe anomalie nei costi e nelle procedure

- di: Bruno Legni
 
Corte dei Conti, stop al Ponte sullo Stretto: troppe anomalie nei costi e nelle procedure

Sono bastati meno di quindici giorni alla Corte dei Conti per demolire, almeno sul piano procedurale e finanziario, il progetto del Ponte sullo Stretto. Nonostante i proclami del vicepremier Matteo Salvini, principale sponsor politico dell’opera, la magistratura contabile ha sollevato rilievi gravi, costringendo il Cipess a rimettere mano ai documenti.

Corte dei Conti, stop al Ponte sullo Stretto: troppe anomalie nei costi e nelle procedure

Secondo i giudici, il Cipess non avrebbe assolto compiutamente all’onere di motivazione: mancherebbero valutazioni puntuali sugli esiti istruttori. La delibera appare come un semplice elenco di attività burocratiche più che come una vera analisi. Anche le procedure accelerate varate dal governo Meloni nel 2023 finiscono sotto accusa: la relazione “Iropi”, usata per giustificare il ponte per motivi imperativi di interesse pubblico, avrebbe aggirato la bocciatura relativa all’impatto ambientale.

Le falle tecniche e i costi gonfiati
Sul piano tecnico, pesano prescrizioni non ancora ottemperate e l’assenza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Ancora più gravi le incongruenze economiche: le stime della consulenza KPMG fissavano il costo a 10,48 miliardi, mentre il quadro economico approvato l’8 agosto lo certificava a 10,51 miliardi. La forbice diventa macroscopica in voci come la sicurezza (da 97 a 206 milioni) o i servizi di ingegneria (da 235 a 340 milioni).

Il nodo del traffico e dell’Europa
Altro punto critico riguarda le previsioni di traffico e il piano dei pedaggi, ritenuti poco credibili. Infine, la Corte richiama la direttiva europea 24/2014: un progetto non può essere approvato senza nuova gara se i costi superano del 50% il valore del contratto originario. Un macigno che rischia di azzerare l’intera operazione.

Reazioni e politica
Il Cipess ha venti giorni per presentare controdeduzioni o ritirare la delibera. Il presidente della società Ponte sullo Stretto, Piero Ciucci, ha provato a minimizzare, dichiarando disponibilità a fornire i chiarimenti necessari. Ma le opposizioni parlano di “sonora bocciatura”: per Avs Bonelli Meloni dovrebbe pubblicare tutti i documenti e sostituire Salvini; Pd e M5s denunciano una presa in giro verso cittadini siciliani e calabresi.

Futuro incerto
Il progetto simbolo del centrodestra si trova dunque in un vicolo cieco: senza risposte convincenti ai rilievi della Corte, rischia di restare lettera morta. Per i detrattori è la prova definitiva della fragilità di un’opera giudicata costosa, pericolosa e inutile; per i sostenitori l’ennesimo ostacolo burocratico da superare. Il verdetto finale arriverà nelle prossime settimane, ma il sogno di collegare Sicilia e Calabria con un’unica campata rimane più che mai appeso a un filo.

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