L’US Bureau of Labor Statistics ha comunicato che, nel mese di gennaio, nei settori non agricoli, si è registrato un aumento di 353 mila nuovi posti di lavoro, dato ben superiore alle attese del consensus, mentre il tasso di disoccupazione si attesta al 3,7% (aspettative al 3,8%).
Dati NFP: a gennaio creati 353 mila nuovi posti di lavoro, Eur/Usd sotto 1,08
Le cifre sul mercato del lavoro di gennaio hanno evidenziato numeri straordinariamente positivi e forti revisioni al rialzo anche per dicembre ( +117 mila nuovi impieghi). La crescita dei salari su base mensile e su base annuale accelera verso l’alto e dovrebbe disincentivare la Federal Reserve a procedere a un cambio di politica monetaria nel breve periodo: la forte crescita dei salari dei lavoratori potrebbe portare nel breve a nuove pressioni inflazionistiche aumentando le possibilità che la Federal Reserve decida di procedere al primo taglio dei tassi solamente da maggio in poi, sempre se i dati macroeconomici lo consentiranno.
Il tasso di partecipazione alla forza lavoro si è attestato al 62,5% (ancora ben lontano dai livelli di febbraio 2020 quando si attestava al 63,3%). I salari medi salgono dello 0,6% m/m (consensus +0,3%): osservando il CME Fed Watch, che misura le probabilità delle azioni sui tassi di interesse da parte della FED, esistono ormai 80% di chance che la FED possa mantenere il costo del denaro invariato nel meeting del FOMC di marzo. Lo scenario più probabile per la riduzione dei tassi è la riunione della FED di maggio.
Alla pubblicazione del report, i mercati hanno reagito subito: il dollaro si è rafforzato notevolmente, il cambio eurodollaro è sceso di una figura, sotto 1,08, mentre i prezzi dell’oro si sono stabilizzati vicino ai massimi di due settimane venerdì, superando i livelli chiave.