La nostra biblioteca - I "diari segreti" raccontano la vera Amy Winehouse

- di: Diego Minuti
 
Una ragazza, sedici anni appena, che raccontava il mondo per come lei lo vedeva e percepiva. Parole, scritte con una grafia che traduceva già la personalità (forte e debole, insieme); parole che trasudavano di emozioni e sensazioni. Le stesse di cui, a distanza di qualche anno, avrebbero goduto quelli che elessero Amy Winehouse a simbolo di una gioventù che forse voleva solo guardare e non essere realmente protagonista. ''Amy Winehouse: In Her Words'' è, semplicemente, un elenco di ambizioni, cominciato a scrivere quando la cantante era una studentessa di 16 anni alla Brit School. Il libro, edito da HarperCollins, è uscito ieri sul mercato britannico (al prezzo di 30 sterlile) e tutti i proventi dell'autore andranno alla Amy Winehouse Foundation.

Nel diario trovano posto i pensieri di una adolescente che, preparandosi alla vita, alimenta i suoi sogni: possedere una casa a South Beach, Miami, e ''300 paia di scarpe''; avere dei capelli favolosi (con tanto di disegni che fanno capire questa passione, poi diventata quasi un suo brand). Dalla lettura emergono anche altri aspetti che il tempo avrebbe allontanato, come la voglia della giovane Amy di diventare una attrice (lavorare con Michael Madsen e Steve Buscemi era il suo desiderio) piuttosto che una musicista. Poi, tra progetti e certezze, ecco che arriva una frase che spiega molto di Amy, che sperava di ''avere la gente che mi ammira''. A dodici anni dalla sua morte (e quando in settembre ne avrebbe compiuto 40), causata da una insensata e autodistruttiva dose di alcol, Amy Winehouse è forse ancora ritenuto l’artista pop britannica più influente del 21° secolo, amata da Lana Del Rey, Sam Smith, Lady Gaga e Bruno Mars. E la stessa Adele, star planetaria, le attribuisce il merito di avere spianato la strada per artisti come lei. 

La cosa sorprendente è che Amy Winehouse, che resta molto famosa ed apprezzata, s'è lasciata alle spalle una eredità che poggia su relativamente pochi brani, sebbene essi abbiano avuto e mantengano un forte impatto. ''Amy Winehouse: In Her Words'' è un prodotto editoriale nuovo, ufficialmente approvato, con tanto di testo scritto, dalla sua famiglia. Un libro che, sebbene non riesca a spiegare appieno le qualità artistiche della cantante, cerca di gettare luce sulla sua carriera attraverso fotografie personali e appunti scritti a mano. Quella che viene fuori da ''Amy Winehouse: In Her Words'' è una immagine intima della cantante, cui forse non avrebbe fatto piacere che qualcuno abbia scavato tra scritti, disegni, appunti che dovevano restare riservati. Perché per la cantante la sfera intima doveva restare tale, soprattutto quando la fama l'aveva fatta diventare una preda ambita da paparazzi e la stampa scandalistica (quella britannica è, spesso feroce). 

Tanto che nell'introduzione al testo, chi si accampava letteralmente davanti alla sua porta per strappare uno scatto o lo spunto per un articolo è accusato di ''aver derubato Amy di tutta la privacy che avrebbe potuto desiderare''. La lettura non riserva sorprese perché, in fondo, la cantante si era già messa a nudo con le sue canzoni e il fatto che, tra le annotazioni dei diari, ce ne siano anche che riguardano l'alimentazione non dicono nulla di nuovo sui problemi che aveva nel rapporto con il cibo. Né sorprende che, nelle pagine, non si parli dell'ex marito Blake Fielder-Civil, ma solo di "una relazione sfortunata". Un libro che scava nell'intimo di qualcuno può anche correre il rischio, nel momento in cui decide di pubblicare delle immagini, di valicare il sottile confine della riservatezza. Cosa che questo libro non ha fatto, non soffermandosi più di tanto sulla decadenza fisica della cantante. La cui famiglia, oggi, ammette, come si legge nell'introduzione, di non potere dire d'averla capita. Di non avere capito quella ragazza che si definiva "la pazza della classe" e che sapeva di "essere rumorosa e parlare apertamente alla gente... è così che sono''. Come conferma il commento del suo preside che, in calce alla pagella di fine anno, scrisse ''Che peccato!''. 
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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