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Discarico automatico delle cartelle fiscali: novità dal 2026

- di: Marta Giannoni
 
Discarico automatico delle cartelle fiscali: novità dal 2026
Discarico automatico delle cartelle: novità dal 2026
Quando lo Stato dice “basta” ai crediti che non vale la pena inseguire.

Non si tratta di una promessa fumosa ma di una riforma concreta che cambia il rapporto tra fisco e contribuenti. Dal 1° gennaio 2026, fa il suo esordio il meccanismo del discarico automatico delle cartelle esattoriali ritenute inesigibili. Una modifica voluta con il D.Lgs. 110/2024, il cosiddetto “Decreto Riscossione”, che punta a liberare l’agente della riscossione da crediti che non possono più essere recuperati con mezzi praticabili. Ma attenzione: non è un’amnistia universale.

Che cos’è il discarico automatico

Il discarico automatico consente la cancellazione contabile — non sempre l’estinzione effettiva — delle cartelle affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (AdER) che non sono state riscosse entro un termine definito. Trascorsi cinque anni dall’affidamento senza incasso, l’AdER restituisce il credito all’ente impositore (Comune, Regione, Inps, ecc.). L’ente potrà decidere se mantenerlo tra gli inesigibili o tentare nuovi recuperi.

Quando scatta e da quando

Il termine è fissato al 31 dicembre del quinto anno successivo all’affidamento del carico. Esempio: una cartella affidata nel 2025 dovrà essere riscossa entro il 31 dicembre 2030; in difetto, nel 2031 scatta il discarico, salvo cause ostative. La riforma introdotta dal D.Lgs. 110/2024 rende operativo il meccanismo per i carichi affidati dal 2025, con pieno regime dal 2026.

Chi resta escluso

  • cartelle con procedure esecutive pendenti (pignoramenti, ipoteche, atti esecutivi in corso);
  • debitori in procedure concorsuali (fallimento, concordato, crisi d’impresa attiva);
  • piani di rateazione in essere che mantengono “vivo” il credito;
  • crediti espressamente esclusi da norme UE o nazionali (risorse proprie UE, aiuti di Stato, ecc.).

Cosa cambia per il contribuente

Più ordine nei ruoli: l’AdER si alleggerisce dai crediti irrecuperabili, riducendo il magazzino. Meno pressione per chi è senza mezzi: i debiti realmente inesigibili possono essere archiviati. Nessun condono: se in futuro emergono beni o redditi, l’ente può riattivare il recupero. Rateizzazioni più ampie: fino a 84 rate in via ordinaria, fino a 120 con comprovato disagio economico.

Esempi pratici

Esempio 1: imposte locali affidate all’AdER il 15 marzo 2026, senza atti né rateazioni. Se al 31 dicembre 2031 non sono riscosse, nel 2032 scatta il discarico e la cartella torna all’ente, che decide il da farsi.

Esempio 2: contributi previdenziali affidati nel 2024 con pignoramento in corso: il discarico non si applica finché la procedura resta pendente.

Cosa fare se hai una cartella aperta

  1. verificare la data di affidamento e se è trascorso il quinquennio;
  2. controllare l’assenza di atti esecutivi o procedure concorsuali;
  3. valutare la rateizzazione per fermare crescita di sanzioni e interessi;
  4. chiedere a un esperto una verifica formale della posizione;
  5. seguire le comunicazioni ufficiali dell’AdER sul rientro del carico all’ente.

Gli elementi essenziali

Il discarico automatico mette ordine nella riscossione: ferma l’inseguimento perpetuo di debiti irrecuperabili senza trasformarsi in sanatoria. Chi è davvero in difficoltà può tirare il fiato; chi può pagare deve continuare a farlo, sfruttando gli strumenti disponibili.

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