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IBL: divieto lock-box a Milano, liberare le case o favorire pochi?

- di: Vittorio Massi
 
IBL: divieto lock-box a Milano, liberare le case o favorire pochi?
La stretta sul self-check-in nelle locazioni brevi segna una svolta nella città-gara verso i Giochi, ma gli effetti potrebbero ricadere su proprietari e viaggiatori anziché sugli abusivi. La critica serrata dell’Istituto Bruno Leoni.

L’analisi realizzata dall’Istituto Bruno Leoni - Idee per il Libero mercato affronta il tema del divieto delle cassette automatiche di consegna chiavi — le cosiddette “lock-box” — nel contesto degli affitti brevi urbani, con un focus su Milano. L’indagine rileva che la misura, formalizzata dal Comune, rischia di danneggiare non solo i proprietari che affittano legittimamente, ma anche i viaggiatori e l’efficienza del mercato.

Una città sotto i riflettori e la guerra alle lock-box

Con le Olimpiadi Invernali Milano‑Cortina 2026 alle porte, Milano ha annunciato una stretta contro l’utilizzo delle lock-box per gli appartamenti destinati agli affitti brevi. Come segnala un articolo del 15 novembre 2025, la proposta del consigliere Michele Albiani prevede sanzioni amministrative da 100 a 400 euro per chi installerà tali dispositivi su suolo o edilizia pubblica.

Secondo IBL la misura appare più orientata a placare pressioni politiche e interessi specifici piuttosto che a garantire un equilibrio tra diritti dei proprietari e funzionalità del mercato. Il report puntualizza che gli albergatori, che chiedono un quadro normativo più chiaro, «in realtà stanno sollecitando un freno alla concorrenza».

Proprietari, viaggiatori e la domanda che rimane inevasa

L’indagine dell’Istituto Bruno Leoni evidenzia che i proprietari di immobili hanno un bene che «potrebbe essere utilizzato di più e meglio», mentre i viaggiatori necessitano di alloggi, soprattutto durante grandi eventi urbani. Interrompere l’incontro tra domanda e offerta, sottolinea IBL, significa lasciare «una parte della richiesta inevasa, a beneficio di chi può lucrarne la rendita».

In questo scenario, si rischia che gli effetti della stretta ricadano negativamente sugli stessi residenti e su chi visita la città per lavoro, cure mediche o turismo ordinario: «saranno costretti a “competere” con la massa dei turisti per aggiudicarsi un letto a caro prezzo», afferma leditoriale

Normative e regolamenti: la sicurezza come pretesto?

La scelta del Comune di Milano appare in linea con un orientamento più ampio che impone maggiori controlli negli affitti brevi. Una nota del Ministero dell’Interno del 18 novembre 2024 evidenzia che il sistema di self-check-in e key-box, senza verifica de visu dell’ospite, può violare l’articolo 109 del TULPS.

Tuttavia, l’Istituto Bruno Leoni rileva che tali argomenti di sicurezza sono spesso usati come strumenti di consenso politico: «la ricerca del consenso, in democrazia, produce danni».

Gli interessi dietro la decisione

L’analisi sottolinea che dietro il divieto di lock-box ci sono due forze in gioco: da un lato gli host e i proprietari che vogliono liberare il bene e rispondere alla domanda; dall’altro gli operatori alberghieri che invocano «un freno alla concorrenza». IBL afferma che è «molto meno chiaro perché la politica dia tanto peso a questi interessi, pur legittimi».

Quali effetti nel mercato immobiliare e turistico?

La stretta rischia di aumentare la rigidità del mercato delle locazioni brevi e di ridurre l’offerta disponibile. In una città che cerca di attrarre turismo e investimenti per eventi come le Olimpiadi, un’offerta limitata può tradursi in prezzi più elevati, minore mobilità e un vincolo per i residenti. IBL invita a riflettere su come l’efficienza del mercato immobiliare — ossia l’utilizzo ottimale dei beni — può essere compromessa.

Una misura che premia pochi a scapito di molti

Il lavoro conclude che la crociata contro le lock-box rischia di «calpestare centinaia di migliaia di elettori per elargire un favore a un pugno di operatori del settore turistico». L’azione politica appare indirizzata verso la tutela di business consolidati, anziché verso una liberalizzazione che favorisca il proprietario privato e il viaggiatore.

In definitiva, Milano si appresta a dire addio alle lock-box, ma la domanda da porsi è questa: si sta davvero liberando la città per tutti oppure si stanno chiudendo le porte a molti per aprirle a pochi?

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