FOTO (Cropped): Cristiano Cani - CC BY 2.0
Le Domus de Janas della Sardegna entrano ufficialmente nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO. La decisione è arrivata il 4 luglio, a New Delhi, durante la 46ª sessione del Comitato del Patrimonio mondiale, che ha incluso il sito nella categoria “Itinerari culturali”. Si tratta di un riconoscimento prestigioso e significativo, frutto di un lungo e articolato lavoro di candidatura portato avanti dalla Regione Sardegna con il sostegno del Ministero della Cultura. Il progetto, curato in particolare dalla Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, ha individuato 24 siti tra i 3.000 presenti in tutta l’isola, distribuiti in 11 ambiti territoriali. Sono state selezionate le necropoli che meglio rappresentano l’evoluzione dell’architettura funeraria e della spiritualità della Sardegna prenuragica.
Le Domus de Janas riconosciute patrimonio UNESCO, un tesoro preistorico della Sardegna entra nell’élite mondiale
Le Domus de Janas – letteralmente “case delle fate” o “delle streghe” – sono tombe ipogeiche scavate nella roccia tra il 4000 e il 3000 a.C., durante il Neolitico recente. Le necropoli si inseriscono in un paesaggio modellato da millenni di interazione tra uomo e natura, e testimoniano non solo le pratiche funerarie, ma una visione complessa del sacro e della comunità. Il riconoscimento UNESCO non premia quindi soltanto i singoli monumenti, ma un sistema territoriale che include anche ambienti naturali e tradizioni locali, in continuità con l’identità sarda. I siti selezionati coprono un arco temporale di circa 1.500 anni e mostrano una progressiva sofisticazione nelle tecniche di scavo, decorazione e organizzazione degli spazi.
Un percorso che coinvolge comunità e istituzioni
Il successo della candidatura è anche il risultato di una collaborazione tra istituzioni, amministrazioni locali, università e comunità del territorio. La Regione Sardegna ha promosso numerosi incontri pubblici per illustrare il progetto e raccogliere il sostegno delle popolazioni interessate, valorizzando la partecipazione e la consapevolezza del patrimonio. L’intero percorso, iniziato nel 2019, ha visto un forte impegno anche da parte dell’Università di Cagliari e di Sassari, insieme a numerosi archeologi ed esperti. La dimensione partecipativa è stata uno degli elementi apprezzati dalla Commissione UNESCO, che ha sottolineato come il progetto sia riuscito a trasformare un insieme di testimonianze archeologiche in un vero e proprio itinerario culturale unitario.
Un’occasione per lo sviluppo sostenibile dell’isola
L’inserimento delle Domus de Janas nella lista del Patrimonio mondiale apre nuove prospettive per la Sardegna, sia dal punto di vista culturale che turistico. L’assessore regionale alla Cultura, Andrea Biancareddu, ha sottolineato come questo traguardo rappresenti «un’opportunità straordinaria per promuovere un modello di sviluppo fondato sulla valorizzazione del patrimonio identitario e sulla sostenibilità». Analogamente, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha evidenziato che si tratta di «un riconoscimento importante che rafforza il ruolo dell’Italia come custode di un patrimonio universale». Le ricadute attese riguardano anche la promozione di itinerari meno noti, la salvaguardia dei siti minori e l’incentivo alla ricerca scientifica. Un patrimonio che diventa quindi volano di crescita, ma anche strumento per rinsaldare il legame profondo tra la Sardegna e la sua storia più antica.