Donna accoltellata nel Parmense, si cerca il marito. Una violenza quotidiana che dilaga in Italia
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Un nuovo episodio di brutale violenza familiare scuote il Paese. È accaduto a San Secondo Parmense, nella Bassa, dove una donna è stata accoltellata nella sua abitazione dal presunto marito, ora in fuga. Le sue condizioni sono gravi ma stabili: è stata trovata cosciente, nonostante le ferite profonde a collo, avambraccio e torace. A dare l’allarme sono stati i suoi figli piccoli, scappati in strada per cercare aiuto. Una scena tragica e già vista, che si ripete in un’Italia attraversata ogni giorno da episodi di violenza di genere che non si riescono a fermare. I carabinieri stanno cercando l’uomo in tutta la provincia, mentre la comunità è sotto shock.
Donna accoltellata nel Parmense, si cerca il marito. Una violenza quotidiana che dilaga in Italia
L’aggressione nel Parmense è l’ennesima testimonianza di una piaga nazionale che continua a riprodursi con costanza implacabile: la violenza maschile contro le donne, in larga parte esercitata all’interno delle mura domestiche. In Italia ogni tre giorni una donna muore per mano di un uomo, spesso il partner o l’ex. Ma a queste morti si aggiungono migliaia di episodi sommersi: minacce, percosse, stalking, aggressioni verbali, isolamento economico. Solo nel primo trimestre del 2025 le denunce per maltrattamenti in famiglia sono cresciute dell’8% rispetto allo stesso periodo del 2024, secondo i dati del Viminale. Numeri che descrivono un'emergenza continua, non episodica.
Un sistema che non riesce a proteggere in tempo
Ogni aggressione riaccende l’interrogativo su quanto le istituzioni riescano a intervenire prima che sia troppo tardi. Non è ancora chiaro se la donna accoltellata a San Secondo avesse sporto denuncia o fosse seguita dai servizi sociali, ma il copione di molte storie simili è noto: segnalazioni inascoltate, percorsi interrotti, misure cautelari insufficienti o non tempestive. La rete dei centri antiviolenza è spesso lasciata sola a reggere il peso di migliaia di richieste di aiuto, con fondi scarsi e personale ridotto. E anche le forze dell’ordine, quando agiscono, lo fanno spesso in un quadro normativo e culturale che non garantisce un reale contenimento del rischio.
Un trauma che segna i figli, testimoni silenziosi
In questa vicenda emerge anche un altro aspetto drammatico: la presenza dei figli piccoli, testimoni diretti dell’aggressione. Bambini che diventano soccorritori, scappando in strada a invocare aiuto, e che porteranno a lungo il peso psicologico di una scena che nessuno dovrebbe mai vedere. In Italia sono oltre 1.600 i minori rimasti orfani per femminicidio dal 2000 a oggi. Migliaia quelli coinvolti in contesti di violenza domestica. Una generazione che cresce nella paura, spesso senza adeguato supporto terapeutico e senza un sistema organico di tutela e ricostruzione.
Una questione culturale che richiede risposte radicali
La violenza sulle donne non è solo una questione giudiziaria o emergenziale: è un fenomeno culturale radicato, che richiede un cambiamento profondo nei comportamenti, nei linguaggi, nei modelli educativi. Ogni aggressione è il frutto di una mentalità che legittima il possesso, la punizione, la forza come strumenti di relazione. E finché questa mentalità non sarà scardinata – nelle scuole, nei media, nella politica – il contrasto resterà parziale. Servono più prevenzione, più formazione, più risorse, ma soprattutto serve riconoscere che non si tratta di casi isolati: è un fenomeno sistemico, che ci interroga tutti, ogni giorno.