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Sorellanza online: la rete che unisce e trasforma le donne

- di: Marta Giannoni
 
Sorellanza online: la rete che unisce e trasforma le donne
Dalle community digitali al cambiamento reale: come la solidarietà femminile online sta rivoluzionando vite e relazioni.
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Una rivoluzione silenziosa ma potente
C’è una rete che non fa rumore, non urla, non spinge hashtag in tendenza con clamore: è quella della sorellanza online, fatta di ascolto, supporto e piccole rivoluzioni quotidiane. Da gruppi Facebook a newsletter, da community Telegram a spazi Instagram dedicati, ogni giorno migliaia di donne si connettono tra loro per condividere esperienze, consigli, dolori e conquiste.
Una forza gentile ma determinata, che si muove sotto traccia e cambia la vita reale. Perché la solidarietà femminile – quando diventa digitale, orizzontale e inclusiva – è capace di generare un impatto trasformativo. Non è retorica: è cronaca.
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Host a Sister: un divano, un legame, un mondo
Uno degli esempi più eclatanti di questa tendenza è il gruppo Facebook “Host a Sister”, fondato nel 2019 dalla canadese Rashvinda Kaur. Il principio è semplice: donne che ospitano altre donne durante i viaggi, in modo gratuito, fidandosi della sola sorellanza.
Oggi il gruppo conta oltre 630.000 iscritte da tutto il mondo. È diventato un rifugio digitale per viaggiatrici solitarie, un’alternativa femminista e sicura ad Airbnb. Ma è molto più di questo: è uno spazio di narrazione, fiducia e mutuo riconoscimento.
Anita Putti, 35 anni, racconta così la sua esperienza: “Nel 2023 ero a Helsinki per lavoro. Ho scritto nel gruppo e nel giro di due ore avevo trovato ospitalità. Quella sera ho dormito da una sconosciuta, che oggi è un’amica. Quando è venuta a Milano l’ho ospitata io. Questa è sorellanza vera”.
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Il femminismo che danza: burlesque, corpi e libertà
A Milano, nel cuore di una ex fabbrica recuperata, ogni settimana si tiene una lezione di burlesque molto speciale. A tenerla è Lisa Dalla Via, performer e fondatrice dell’associazione Le Fanfarlo. Il suo progetto è un atto politico: qui, donne di ogni età, taglia, orientamento e provenienza imparano a conoscere il proprio corpo attraverso l’arte scenica e il movimento.
Nel nostro gruppo – racconta Lisa – non c’è competizione, ma cura reciproca. Ogni gesto è un’affermazione: io esisto, sono bella così. Ogni donna che sale sul palco guarisce un pezzo di sé. E lo fa grazie allo sguardo non giudicante delle altre”.
Il progetto ha ormai coinvolto centinaia di donne, con spettacoli sold-out e una community online che supera i 50.000 follower. Ma il successo non si misura in numeri, dice Lisa: “Si misura nei pianti liberatori, negli abbracci tra sconosciute, nel coraggio di spogliarsi – metaforicamente e non – davanti a un pubblico”.
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Sorellanza digitale: dal femminismo 4.0 al mutualismo reale
Darya Majidi, imprenditrice tech e autrice del libro “Sorellanza Digitale – Femminismo 4.0”, è convinta che la tecnologia possa essere uno straordinario alleato del cambiamento femminile. Con il progetto “Donne 4.0”, promuove percorsi formativi per ragazze nei settori STEM, crea spazi di networking e piattaforme di mentoring.
Non basta parlare di empowerment – afferma Majidi – servono strumenti concreti per costruire indipendenza e consapevolezza. La sorellanza online è una leva potentissima: rompe l’isolamento, connette competenze, moltiplica le possibilità. Ed è trasversale: funziona a Taranto come a Berlino”.
Il suo lavoro è stato riconosciuto da Forbes e dalla Commissione europea. Ma Darya preferisce parlare delle donne che ha incontrato: “Una giovane calabrese che ha trovato il coraggio di candidarsi sindaca. Una donna pakistana che ora insegna coding alle ragazze del suo villaggio. Questo è l’effetto domino della sorellanza digitale”.
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Le eredi della quarta ondata
Tutto questo si inserisce in un contesto più ampio: quello della quarta ondata femminista, nata negli anni Dieci e alimentata dai social media, dall’intersezionalità e dalla necessità di superare le vecchie dicotomie. Non più “noi contro loro”, ma “noi per tutte”.
Movimenti come #MeToo, Non Una di Meno, #BodyPositivity o #YesSheCan hanno dimostrato che la rete può essere non solo megafono, ma spazio di aggregazione e azione politica. Le nuove generazioni crescono dentro questa cultura orizzontale, che rifiuta l’individualismo e riscopre il potere della cura reciproca.
Una rete dove l’intimità e la militanza si toccano. Dove una storia condivisa su Instagram può salvare una vita, ispirare una scelta, creare un'alleanza imprevista.
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Il potere delle micro-comunità
La forza della sorellanza online non sta nei grandi numeri, ma nelle micro-comunità affiatate: cerchi di donne che si ritrovano regolarmente per scambiarsi strumenti, conforto, risate e soluzioni. Spazi come:
Cerchio di sorellanza (Telegram): gruppi settimanali di confronto guidato su temi come relazioni, lavoro, corpo e sessualità.
Le Brave Ragazze (Substack): newsletter femminista e ironica che offre ogni venerdì letture, link e spunti per una vita più consapevole.
WeWom (Instagram): spazio digitale con 120.000 follower che raccoglie testimonianze, lancia campagne e organizza live su autostima e lavoro.
La parola chiave è una: mutualismo. Un ritorno al prendersi cura, in una forma moderna e connessa.
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Non sei sola, e non lo sarai più
La sorellanza online non è un concetto astratto. È un filo concreto che tiene insieme donne lontanissime tra loro, ma unite da un’esigenza profonda: sentirsi viste, capite, sostenute. È una risposta collettiva alla solitudine strutturale che troppe vivono nel silenzio.
Come scrive la filosofa belga Vinciane Despret: “Non si tratta di essere tutte uguali. Si tratta di prenderci sul serio, reciprocamente, come esseri umani in relazione”.
E forse, in un mondo ancora segnato da diseguaglianze e patriarcati digitali, questa relazione è il primo, necessario atto rivoluzionario.

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