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Guida ai sapori - Ristorante Piazza Duomo, lo chef Crippa: "Tutto è più buono quando è pervaso di energia"

- di: Redazione
 
Guida ai sapori - Ristorante Piazza Duomo, lo chef Crippa: 'Tutto è più buono quando è pervaso di energia'
Enrico Crippa nasce a Carate Brianza nel 1971. Dopo il diploma alberghiero comincia l’apprendistato da Gualtiero Marchesi a Milano per poi volare all’estero, dove collabora con i migliori chef europei. Nel 1996 avvia a Kobe il ristorante di Marchesi e resta in Giappone fino al 1999: tre anni fondamentali per la maturazione del suo immaginario. Nel 2003, l’incontro con la famiglia Ceretto, con la quale inizia nel 2005 il progetto del ristorante albese di Piazza Duomo. Talento e impegno vengono premiati dalle stelle Michelin: la prima arriva nel 2006, la seconda nel 2009 e, nel 2012, arriva anche la terza. Lo stesso anno Crippa diventa presidente di giuria per il Bocuse d’Or. Dal 2013 la sua cucina porta Piazza Duomo nella lista dei 50 migliori ristoranti del mondo.

PIAZZA DUOMO
La liaison tra la famiglia Ceretto e il genio e regolatezza della cucina di Enrico Crippa nasce da un incontro a Paderno D’Adda, quando al primo morso del croccante di zucca e gorgonzola, Bruno Ceretto capì di aver finalmente trovato il suo chef. Era l’inizio degli anni Duemila e, insieme alla cultura del vino e alla passione per l’arte, l’imprenditore e mecenate piemontese aveva in mente di promuovere turisticamente e sublimare le sue colline anche attraverso la cucina eccellente di un grande ristorante. Un ristorante è fatto dal suo chef, certamente. Ma nel caso di Piazza Duomo non può prescindere dal fascino secolare della location, eccezionale quanto il menù. Per chi siede nella sala rosa, avvolto a pranzo dalla luce naturale che le pareti affrescate dal pittore Francesco Clemente sanno riflettere e riscaldare, affacciarsi alla finestra è un’esperienza cinematografica.

LA CUCINA
Enrico Crippa ama stupire i suoi ospiti con degustazioni artistiche, dinamiche e sorprendenti, dove ricette centenarie ed eccellenze del territorio incontrano un palato senza frontiere. Del resto, la cucina cromatica di Crippa è il risultato di attenzione meticolosa per la materia prima, fatta di ingredienti rari e preziosi. Lo chef, che non sopporta la fretta e la parzialità di una visita lampo, tocca il cielo con un dito quando un cliente che si presenta a pranzo con tutta calma gli dà carta bianca. Una volta lo avrebbe stuzzicato con una pietanza tradizionale. Oggi, invece, è il maestro caleidoscopico del vegetale: se Crippa fosse un pittore, le verdure sarebbero la tavolozza e l’orto, il paesaggio del cuore intimo e sorprendente a cui restar fedeli; ogni giorno interpretato in modo differente in base a quanto di più fresco la natura circostante offre.
A.P.
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