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Imu 2024 record a 16,9 miliardi: ma c’è anche l’evasione

- di: Marta Giannoni
 
Imu 2024 record a 16,9 miliardi: ma c’è anche l’evasione

Nel 2024 l’Imu dà un sospiro d’ossigeno ai bilanci comunali: il gettito sfiora i 17 miliardi di euro, un picco che non si vedeva da almeno cinque anni. Però, dietro questi numeri da applausi, ci sono differenze territoriali marcate, Comuni grandi che reggono il peso maggiore, e una quota non irrilevante che arriva da chi è riuscito a far emergere somme evase. La sfida, ora, è rendere tutto più equo, più efficiente… e un po’ meno dipendente dal recupero straordinario dell’evasione.

Un gettito da record: che cosa dicono i numeri

Nel 2024 l’imposta municipale sugli immobili ha fruttato 16,907 miliardi di euro ai Comuni italiani, il livello più alto del quinquennio 2020-2024. Di questo totale, circa 15,48 miliardi provengono dalla riscossione ordinaria, mentre 1,43 miliardi derivano dal recupero dell’evasione, pari a poco più dell’8%. Il confronto con il 2023 è netto: si passa da circa 14,37 miliardi a 16,9 miliardi, con un incremento di oltre 2,5 miliardi, pari a circa +18%.

Geografia del gettito: Nord, Centro, Sud

La mappa del gettito conferma il tradizionale squilibrio: il Nord-Ovest guida con circa 5,24 miliardi, seguito dall’Italia centrale (3,83 miliardi), dal Nord-Est (3,74 miliardi), dal Mezzogiorno (2,79 miliardi) e dalle Isole (1,29 miliardi). Nel complesso, più del 50% del gettito nazionale finisce nei bilanci dei Comuni del Nord: un dato che si riflette sulla qualità dei servizi, sulla manutenzione e sulla capacità d’investimento locale.

I Comuni più “pesanti”: chi incassa di più

Nel quinquennio esaminato, Roma è in testa con oltre 1,204 miliardi, seguita da Milano (circa 941 milioni). Sul terzo gradino Torino, quindi Napoli e Genova. La presenza costante delle grandi città nella parte alta della classifica non stupisce; sorprende di più il fatto che alcune realtà “medie” stiano emergendo soprattutto sul fronte del recupero dell’evasione.

Il difficile mestiere del recupero: evasione e proventi

Il solo recupero ha portato circa 1,43 miliardi nel 2024. Tra i Comuni più attivi spiccano Milano (oltre 35 milioni), Venezia (circa 19,3 milioni) e Napoli (17,6 milioni). Guardando alle Regioni, le più “virtuose” risultano Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, che insieme superano il 35% del totale nazionale del recupero.

Criticità e squilibri: dove si può fare meglio

Il dato nazionale è positivo, ma il divario territoriale resta ampio. Il Mezzogiorno e le Isole incassano meno in termini assoluti e relativi, con effetti su servizi e investimenti. Il tax gap dell’Imu — la distanza tra gettito potenziale e incassi effettivi — rimane significativo e, in alcune aree, può raggiungere quote molto elevate. Nei Comuni medio-piccoli la capacità di recupero è discontinua: pesa la dotazione di personale, l’organizzazione, la dotazione tecnologica e la cooperazione con altri enti (Catasto, Agenzia delle Entrate).

Tra soddisfazione e scelte obbligate

Il balzo del gettito Imu nel 2024 è una buona notizia: rafforza i bilanci e apre spazi d’intervento. Ma non bisogna illudersi. Gran parte del progresso si lega al recupero straordinario, una cura efficace ma non strutturale. Se una città dipende troppo da questa leva, significa che altri tasselli — mappatura catastale, trasparenza, compliance dei contribuenti — non funzionano a dovere. E la concentrazione del gettito nei grandi centri rischia di allargare i divari dove le risorse sono scarse.

Qualche suggerimento per il futuro

  • Potenziare gli uffici tributi: più competenze, strumenti digitali, formazione continua, con focus sui Comuni piccoli e medi.
  • Incentivi mirati al recupero: premiare chi riduce il tax gap e semplificare le procedure per riconoscere gli incentivi al personale.
  • Migliorare catasto e banche dati: aggiornamenti più rapidi e interoperabilità effettiva tra enti locali, Agenzia delle Entrate e registri immobiliari.
  • Equità territoriale: usare parte dei proventi aggiuntivi per colmare i divari dove la capacità fiscale è più debole. 
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