Tra promesse fiscali e incognite sui conti, il governo cerca l’equilibrio su tasse, uscite previdenziali e sostegno alle famiglie.
(Foto: il ministro a Economia e Finanze, Giovanni Giorgetti, alla Camera parlotta con la premier Giorgia Meloni).
È partito il cantiere della manovra 2026, un pacchetto da circa 16 miliardi che intreccia riduzioni fiscali, interventi previdenziali mirati, bonus selettivi e incentivi alle imprese. La partita è duplice: offrire sollievo a famiglie e ceto medio, senza compromettere l’equilibrio dei conti pubblici osservati da Bruxelles.
Le grandi novità allo studio
Il taglio Irpef per il ceto medio
Il fulcro della riforma fiscale è la riduzione della seconda aliquota Irpef dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28.000 e 50.000 euro. L’obiettivo dichiarato è alleggerire il prelievo sul lavoro, con un beneficio potenziale fino a circa 440 euro l’anno per chi si colloca nella parte alta della fascia. Resta da definire l’eventuale estensione verso i 60.000 euro, che aumenterebbe il risparmio ma anche il fabbisogno di coperture.
Pace fiscale e rottamazione
Ritorna una forma di rottamazione delle cartelle con un orizzonte di nove anni e 108 rate, pensata per i contribuenti ritenuti “meritevoli”. Si valuta una rata minima di 50 euro (fino a 100 euro per i debiti più contenuti). L’intento è concedere una seconda chance a chi vuole regolarizzarsi, evitando sanatorie generalizzate.
Pensioni, blocco selettivo dell’età
Capitolo decisivo: la sterilizzazione selettiva dell’aumento automatico dell’età pensionabile previsto dal 2027. Il congelamento dei tre mesi potrebbe essere graduale e limitato, con stop pieno per chi compie 64 anni nel 2027. Si ragiona anche su percorsi di uscita a 64 anni con requisiti contributivi definiti e importi minimi dell’assegno, per evitare squilibri di lungo periodo.
Famiglie e casa, sostegni mirati
Il pacchetto per le famiglie si colloca tra 500 milioni e 1 miliardo: conferma del congedo parentale facoltativo all’80% per tre mesi dopo quello obbligatorio, detrazioni che guardano al quoziente familiare, un bonus per le mamme e la proroga selettiva del bonus ristrutturazioni al 50% sulla prima casa. Incerta, al momento, la sorte del bonus mobili in scadenza a fine anno.
Ires premiale e nuovi incentivi
Per spingere gli investimenti, il governo punta a rinnovare l’Ires premiale per le imprese che reinvestono utili in occupazione e innovazione, con un costo stimato tra 400 e 500 milioni. In arrivo anche un incentivo che superi Transizione 5.0, giudicato finora troppo tiepido.
Sanità, banche e difesa
La sanità pubblica dovrebbe ricevere 2,5 miliardi aggiuntivi rispetto ai 4 miliardi già stanziati nella scorsa legge di bilancio, con priorità a assunzioni e smaltimento delle liste d’attesa. Sul fronte bancario si profila un contributo concertato, senza intenti punitivi, anche tramite la proroga delle DTA, per entrate intorno ai 2,5 miliardi. In tema di difesa, l’impegno ipotizzato per il 2026 si aggira attorno allo 0,15% del Pil, circa 3,3 miliardi, condizionato all’uscita dalla procedura sul deficit.
La sfida delle coperture
Tra spending review, razionalizzazioni dei bonus, maggior gettito da crescita e lotta all’evasione, oltre a contributi settoriali, il dossier coperture resta il vero banco di prova. Il bilanciamento è delicato: ogni decimale di deficit pesa, ogni promessa va finanziata con misure credibili.
Che cosa cambia davvero per i cittadini
Per un lavoratore con 50.000 euro di reddito lordo l’anno, il taglio dell’aliquota al 33% potrebbe valere circa 440 euro annui. Le famiglie numerose vedrebbero valorizzati i carichi con le detrazioni collegate al quoziente familiare. Chi è vicino all’uscita dal lavoro potrebbe beneficiare del congelamento dell’adeguamento dell’età pensionabile, laddove previsto. Con il bonus ristrutturazioni al 50% sulla prima casa, restano leve attive per manutenzione ed efficienza degli immobili.
Svolta o equilibrio precario?
La manovra punta a dare respiro a famiglie e imprese senza perdere di vista i vincoli europei. Se coperture e targeting saranno all’altezza, il 2026 può segnare una svolta concreta. In caso contrario, il rischio è un compromesso che distribuisce poco a molti e rimanda i nodi più duri.