“I dati in arrivo hanno confermato la resilienza dell’economia dell’area euro. Negli ultimi diciotto mesi circa, l’economia dell’area euro è cresciuta di circa lo 0,3% a trimestre, che è sostanzialmente in linea con la crescita potenziale. Questo è piuttosto notevole, dato tutta l’incertezza economica e di politica commerciale che abbiamo visto”, ha dichiarato Isabel Schnabel (foto), membro del consiglio esecutivo della Bce. La dinamica dello 0,3% a trimestre è presentata come prova di solidità in un contesto di incertezza.
Oltre i timori iniziali
Secondo Schnabel, la solidità della crescita indica che la ripresa non è solo il frutto di un anticipo ciclico, ma il segnale di un miglioramento strutturale: “Questo suggerisce anche che la recente forte crescita del Pil non sia semplicemente un anticipo, ma indichi un miglioramento più fondamentale nelle dinamiche di crescita sottostanti”, ha sottolineato. Il messaggio: resilienza come cambiamento di fondo, non semplice rimbalzo.
La domanda interna come motore
La ripresa, ha aggiunto, riflette soprattutto “una solida crescita della domanda interna, sostenuta da condizioni di finanziamento più favorevoli”, fattori che hanno controbilanciato “il recente calo delle esportazioni nette”. Un elemento non secondario, visto che il rallentamento della domanda mondiale aveva sollevato forti preoccupazioni sulla capacità dell’economia europea di mantenere un ritmo minimo di espansione.
Prospettive più favorevoli
Guardando ai prossimi mesi, Schnabel individua diversi elementi di sostegno. “Alcuni dei fattori che potrebbero aver frenato la crescita economica stanno per diventare più favorevoli. In particolare, l’incertezza sulla politica commerciale è diminuita in modo significativo grazie all’accordo commerciale, con i livelli tariffari concordati non lontani dalla nostra base di riferimento di giugno. Inoltre, ci aspettiamo un significativo stimolo fiscale”, ha spiegato. Meno incertezza commerciale e stimolo fiscale disegnano un quadro più disteso.
Lo scenario internazionale
Anche il quadro globale appare meno fragile. “Le prospettive globali sono anche più positive rispetto alle proiezioni di giugno, perché sia la Cina che gli Stati Uniti stanno mostrando una maggiore resilienza”, ha sottolineato Schnabel. La stabilità americana e il rimbalzo parziale dell’economia cinese rappresentano un ancoraggio per esportazioni e fiducia degli investitori.
Effetti per l’Italia
Per l’Italia, la valutazione della Bce ha una doppia valenza. Da un lato, una crescita eurozona moderata ma stabile offre un contesto meno rischioso per i conti pubblici, riducendo la pressione su tassi e spread. Dall’altro, l’enfasi sulla domanda interna evidenzia un punto debole domestico: consumi delle famiglie compressi da salari reali ancora bassi e da un’inflazione percepita elevata. Se il resto dell’area euro può beneficiare della spinta interna, l’Italia rischia di non agganciarsi pienamente a questa dinamica.
L’impatto sui mercati
Le indicazioni sono state lette dagli operatori come segnale di fiducia nella tenuta economica europea, con effetti immediati sulla stabilità dei mercati obbligazionari. Minore probabilità di interventi d’emergenza della Bce e una politica monetaria in pausa hanno dato fiato agli indici azionari e contribuito a contenere i rendimenti dei titoli di Stato, Italia compresa.
Le sfide aperte
La resilienza non cancella i nodi strutturali: produttività stagnante, differenze tra Paesi membri, squilibri commerciali e soprattutto la transizione verde, che richiede investimenti enormi e può avere effetti disomogenei. Per l’Italia, la sfida è coniugare disciplina di bilancio con misure capaci di stimolare crescita e occupazione, in un quadro in cui la domanda interna non mostra la stessa forza di altre economie dell’eurozona.
Una finestra di opportunità
La lettura positiva di Schnabel apre una finestra di opportunità per governi e imprese: se l’economia europea ha resistito meglio del previsto agli shock degli ultimi mesi, il compito ora è trasformare questa resilienza in crescita duratura. Per l’Italia, significa rafforzare consumi e investimenti, sfruttare i fondi del Pnrr e ridurre i divari territoriali. Per i mercati, significa contare su una maggiore stabilità e su un contesto meno condizionato dall’incertezza commerciale globale.