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Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo presentano il Rapporto sull'economia globale e l'Italia

- di: Daniele Minuti
 
Centro Einaudi e Intesa Sanpaolo presentano il Rapporto sull'economia globale e l'Italia
Nella sede di Intesa Sanpaolo è stato presentato il venticinquesimo Rapporto sull'economia globale e l'Italia, realizzato insieme al Centro Einaudi, che analizza la situazione complessiva dopo un anno e mezzo di pandemia da Covid.

Ad aprire i lavori per la presentazione del report, curato dal docente emerito di Economia Internazionale dell'Università di Torino, Mario Deaglio, sono stati il presidente del Centro Einaudi, Beppe Facchetti, e quello di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro (nella foto). Per l'occasione hanno partecipato anche Giorgio De Rita, segretario generale del Censis, Anna Gatti, professoressa associata di Practical Digital Transformation della Sda Bocconi e direttrice del Lift Lab, Giovanna Nicodano, professoressa di Economia Finanziaria dell'Università di Torino e del Collegio Carlo Alberto, Nathalie Tocci, direttrice dell'Istituto Affari Internazionali.

Il fulcro dei dati raccolti dal report mostra l'importanza che il percorso di digitalizzazione può avere per le imprese, andando a stimolare una domanda di personale con competenze diverse rispetto a quello che fu posto in Cassa Integrazione dal momento dello scoppio dell'emergenza sanitaria: è questo il motivo per cui 1,5 milioni di lavoratori sono a rischio di non tornare all'occupazione precedente e anche di trovare un lavoro diverso per via delle poche skill. Ci sarà quindi bisogno, per economia e mondo del lavoro, di intercettare i nuovi trend globali.

E-commerce e smart working sono elementi che diventeranno fissi in futuro e c'è grande attenzione sull'argomento delle competenze: "Il progressivo pensionamento dei nati fino al 1965" - si legge nel Report- "sta determinando la rarefazione, anche nell'industria manifatturiera, di competenze sofisticate, accumulate durante la vita lavorativa e non sostituite, negli anni, da competenze giovani all'interno di percorsi educativi e formativi adeguati. Rischiamo di avere contemporaneamente molti disoccupati e molte imprese che non trovano il personale di cui avrebbero bisogno. La riforma degli ammortizzatori sociali, che il Governo Draghi si è impegnato a presentare in autunno, dovrà essere accompagnata da una riforma delle politiche attive del lavoro che abbia come stella polare quella di munire tutti i lavoratori delle competenze che pongano in grado di trovare, o ritrovare, un lavoro. Alle persone, e alle imprese, si dovranno offrire non solo sussidi, ma opportunità reali di crescita".

Ci sarà quindi bisogno di agganciarsi alla ripresa, cosa che però sarà difficile nonostante i 191,5 miliardi in arrivo dal Recovery Plan europeo, con la prima difficoltà rappresentata dall'impegnare le risorse che avremo a disposizione entro il 2023. Piano che sottoporrà l'Italia a un grande sforzo, ma che potrebbe non bastare: "Sono ancora poco chiari gli indicatori con i quali la Commissione valuterà se l'Italia merita le tranches successive di finanziamento, il successo sarà misurato non solo dalla capacità di investire ma anche da quella di rimuovere ostacoli alla crescita".

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