• Tutto con Bancomat. Scambi denaro, giochi ti premi.
  • Esprinet molto più di un distributore di tecnologia
  • Fai un Preventivo

Il futuro di Eni ed Enel e la bulimia del potere

- di: Redazione
 
Il futuro di Eni ed Enel e la bulimia del potere
Lo spoil system, sebbene duramente contestato se si sta all'opposizione, quando si arriva dall'altro lato della barricata è una pratica normale. Che è poi cosa rispettabilissima, perché chi si trova a guidare il bastimento vuole che tutti i membri del suo equipaggio (in questo caso le aziende che si muovono in ottica pubblica) si adoperino, insieme e al meglio delle loro possibilità, per fare andare bene il viaggio.
Quindi sorprende poco, anzi affatto, che il governo a trazione Fratelli d'Italia guardi alle aziende e gruppi pubblici come ''terreno'' per spiegare anche all'esterno che il clima è cambiato. E' una cosa frequente e non c'è, quindi, nulla di cui meravigliarsi. Ma, verrebbe da dire, che c'è modo e modo.

Il futuro di Eni ed Enel e la bulimia del potere

Ai tempi della prima repubblica, quando c'era un partito egemone, contornato da altre forze politiche numericamente meno importanti, ma non per questo meno ascoltate quando manifestavano idee o dissenso, si sapeva che ad ogni cambio di governo - a meno di conferma del precedente presidente del consiglio - sarebbe seguita una redistribuzione degli incarichi di peso. Ovvero di quelli che potevano essere poi mandati all'incasso in termini di raccolta dei voti. E in questa redistribuzione delle poltrone si seguiva un criterio di massima, che era quello di discutere solo nel chiuso delle stanze perché, in ogni caso, una rivendicazione non accolta sarebbe suonata come sconfitta. Quindi meglio parlarne in segreto e uscirne solo dopo il raggiungimento di un accordo.

Ora tutto sembra essere stato ribaltato e le richieste vengono fatte sortire seguendo logiche di comunicazione che, appena qualche anno fa, avrebbero provocato lavate di capo o peggio a chi - giornalista - se ne fosse fatto latore. Ma oggi accade anche questo, che una forza politica di governo affidi a una nota anonima (ma di cui si precisa che viene da ''fonti autorevoli'': ma cosa mai significa?) la richiesta che si mandino via i vertici di Eni ed Enel.
Un modo abbastanza irrituale, che sembra dare l'impressione che la Lega - è del partito di Salvini che stiamo parlando -, visto che non ha ottenuto dentro al governo le risposte alle sue istanze, abbia deciso di portare la questione al di fuori dell'esecutivo. Un modo come un altro, ma che sottolinea che ormai la lotta politica (leggesi: poltrone) si combatte con ogni mezzo. Magari facendo uscire non una semplice richiesta o auspicio, ma qualcosa che sembra un ukase, con tempistica sospetta, quando Giorgia Meloni è all'estero per una delicata missione diplomatica. Non sappiamo se il primo ministro fosse a conoscenza dei sommovimenti gastrici (più prosaicamente, i mal di pancia) in casa leghista, ma, se fossimo lei (e per la fortuna del Paese non lo siamo), certo non ci farebbe piacere vedere arrivare questa sortita quando Palazzo Chigi è vacante.
Però le vecchie regole della politica non esistono più e quindi non si può pretendere che equilibrio, continenza e saggezza alberghino in ogni stanza del palazzo. Certo attaccare Eni ed Enel nei rispettivi vertici è solo politica, perché difficilmente sarebbe comprensibile chiedere la defenestrazione di due manager che, ciascuno per la sua parte, hanno fatto molto. In questa uscita leghista appare verosimile che il vero bersaglio sia il capo di Enel, Francesco Starace, e non certo per i risultati che ha conseguito e che gli sono valse lodi sperticate dai vertici industriali, anche internazionali, soprattutto per la determinazione con cui ha perseguito le finalità sociali del gruppo.

Starace viene forse considerato più debole politicamente rispetto a Claudio Descalzi perché l'Eni di fatto sta affiancando il governo nell'affrontare dossier che non sono soltanto energetici, ma anche squisitamente diplomatici, come certificato dalla presenza dell'Ad in recenti missioni all'estero.
Non sappiamo se siamo vicini alla realtà, di certo, comunque, la richiesta leghista (ancorché, ripetiamo, affidata a fonti anonime) sembra aprire un nuovo fronte interno alla maggioranza.
Anche perché la partita delle nomine - ce ne sono decine e decine in arrivo - prima o poi vedrà la discesa in campo di Forza Italia, al grido: e a noi cosa tocca?
Notizie dello stesso argomento
Trovati 113 record
14/12/2025
Iva fantasma in Italia: 25 miliardi nel 2023, l’Ue alza la voce
Nel 2023 in Italia mancano all’appello 25 miliardi di Iva. Il divario resta sopra la media...
14/12/2025
Fumarola (Cisl) sfida Meloni: patto sociale e manovra da rifare
La Cisl in piazza a Roma rilancia la concertazione e chiede un patto sociale su lavoro e c...
13/12/2025
Spread a 67 punti: Italia ai livelli pre-Lehman, svolta fiscale
Spread Btp-Bund ai minimi dal 2008: calano i costi del debito e si aprono margini per tagl...
13/12/2025
Powell “medico” dei mercati: rally, AI e attese sull’inflazione
La Fed taglia i tassi di 25 punti base e Wall Street riparte. Record, dubbi sull’AI, mater...
13/12/2025
Rottamazione quinquies: cosa cambia davvero e per chi conviene
Rottamazione quinquies nella manovra 2026: chi può aderire, chi resta escluso, scadenze, r...
13/12/2025
Stretta sui pagamenti PA ai professionisti: scoppia la protesta
La nuova norma della manovra lega i pagamenti della PA alla regolarità fiscale dei profess...
Trovati 113 record
  • Con Bancomat, scambi denaro, giochi e ti premi.
  • Punto di contatto tra produttori, rivenditori & fruitori di tecnologia
  • POSTE25 sett 720