Le ricette degli altri - Media: Polonia, il governo in 24 ore decapita la Tv pubblica

- di: Redazione
 
Mentre in Italia si disquisisce della (eccessiva per l'opposizione) presenza nel servizio pubblico radiotelevisivo di esponenti della maggioranza, in Polonia, pochi giorni dopo essersi insediato e grazie ad un provvedimento adottato poche ore prima dal Parlamento di Varsavia, il governo in appena 24 ore ha decapitato il vertice della televisione pubblica che, per anni, è stata il megafono politico del precedente esecutivo, espressione del partito nazionalista Diritto e Giustizia.
La mossa è stata talmente repentina che la televisione ha addirittura interrotto le trasmissioni, probabilmente per consentire il trapasso dei poteri dalla vecchia alla nuova dirigenza e, materialmente, dare il tempo ai defenestrati di liberare le scrivanie e consegnare il pass per lasciare il posto ai nuovi.
Ieri i polacchi hanno assistito a qualcosa di assolutamente inusuale: l'improvvisa interruzione delle trasmissioni del canale pubblico di notizie all news TVP Info, con un tentativo frustrato dei giornalisti di spostarsi su You Tube.

Le ricette degli altri - Media: Polonia, il governo in 24 ore decapita la Tv pubblica

Da allora il canale è rimasto in silenzio, con il suo sito web sospeso al mattino.
La faccenda ha assunto aspetti paradossali poiché anche i programmi di altri canali del servizio pubblico sono stati interrotti e i relativi notiziari televisivi non sono stati trasmessi.
Ieri, nell'edizione della sera del telegiornale, in onda alle 19.30, un nuovo presentatore ha annunciato il ritorno di un notiziario a partire da oggi. Un telegiornale, ha detto il conduttore, che rifletterà una ''fotografia'' più autentica degli eventi, a differenza di ''quella dipinta in questi studi'' per otto anni (gli anni con Diritto e Giustizia al potere), utilizzando ''colori appositamente selezionati.”

Diritto e Giustizia (PiS), che ha governato dal 2015 al 2023, non appena al potere aveva messo suoi fedelissimi alla guida dell'emittente pubblica, trasformandola, secondo le opposizioni, in un megafono dell'azione del governo, con un uso molto aggressivo dell'informazione di parte, al limite della diffamazione. Come accaduto in occasione delle proteste popolari, con una massiccia partecipazione soprattutto di donne, per l’inasprimento della legge sull’aborto, commentate in modo sprezzante.
Pochi minuti prima che TVP Info scomparisse dagli schermi, il Ministero della Cultura ha annunciato, con un comunicato, di avere licenziato - e contestualmente sostituito - i presidenti dei consigli di amministrazione delle stazioni televisive e radiofoniche pubbliche nonché quello dell'Agenzia di stampa polacca.

Il Ministero ha motivato la sua decisione sulla base di una risoluzione adottata dalla Camera il giorno prima, che aveva aveva ordinato a ''tutte le autorità statali'' anche di adottare immediatamente misure volte a ''ripristinare l’ordine costituzionale'' per l’accesso dei cittadini ad una ''informazione affidabile''.
Donald Tusk, insediatosi il 13 dicembre come Primo Ministro, ha fatto capire di volere porre fine alla propaganda della radiodiffusione pubblica. "Ci vorranno esattamente ventiquattr'ore perché la televisione filo-PiS e filo-governativa diventi pubblica ", aveva promesso a fine settembre durante un comizio elettorale. Alla fine è bastata una settimana perché la sua coalizione di governo si occupasse della questione, sfruttando una scappatoia giuridica nel diritto societario.
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