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Flotilla Sumud attaccata: droni in acque internazionali

- di: Bruno Legni
 
Flotilla Sumud attaccata: droni in acque internazionali
Flotilla Sumud attaccata: droni in acque internazionali
A sud di Creta notte di esplosioni, gas irritanti e interferenze.

(Foto: una delle imbarcazioni di Flotilla).

Nel cuore della notte, mentre procedeva verso Gaza, la Global Sumud Flotilla è stata bersagliata in acque internazionali a sud di Creta. Quella che doveva essere una traversata regolare si è trasformata in ore di forte tensione: droni, ordigni stordenti, spray irritanti e oggetti non identificati avrebbero colpito più volte il convoglio.

Il racconto dell’attacco

Gli attivisti parlano di numerosi sorvoli e di detonazioni a ridosso dei ponti, con interferenze alle comunicazioni e disturbi continui. I danni principali riguardano almeno due imbarcazioni: la Zefiro, con la rottura dello strallo di prua, e la Morgana, la cui randa è risultata inutilizzabile. La Taigete sarebbe stata colpita senza riportare guasti evidenti. Non si registrano feriti.

Sulla Morgana viaggiano anche cittadini italiani. La portavoce per l’Italia, Maria Elena Delia, ha denunciato la gravità di quanto avvenuto: “Si stanno mettendo a rischio vite umane in acque internazionali: è un atto illegale”, ha dichiarato, aggiungendo che sono state allertate le autorità competenti.

Il contesto strategico

La Flotilla, composta da decine di imbarcazioni con equipaggi e attivisti da molti Paesi, punta a consegnare aiuti umanitari a Gaza e a sfidare il blocco. Gli organizzatori definiscono quanto accaduto “operazioni psicologiche” finalizzate a intimidire e ritardare la missione: “Non abbiamo armi, non rappresentiamo una minaccia per nessuno: trasportiamo aiuti”, sostengono.

Nei giorni precedenti era stata respinta la proposta di trasferire il carico nel porto israeliano di Ashkelon, giudicata dagli attivisti come una soluzione che avrebbe controllato e ritardato la consegna. Il viaggio, già scandito da stop e ripartenze, era stato segnato anche da episodi ostili lungo la rotta mediterranea.

Il ruolo dell’Italia

Da New York, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha chiesto che “sia garantita l’incolumità di quanti sono a bordo e che ogni operazione avvenga nel pieno rispetto del diritto internazionale e con assoluta cautela”. La Farnesina segue il dossier e valuta i possibili interventi di salvaguardia per i connazionali coinvolti.

Scenari possibili e nodi giuridici

Escalation: la prosecuzione degli attacchi potrebbe tradursi in intercettazioni, sequestri o abordaggi, con conseguenze politiche e legali rilevanti.

Mediazione: l’ipotesi di un corridoio umanitario garantito, sotto egida internazionale, resta sul tavolo ma richiede un consenso multilaterale difficile.

Blocco integrale: la missione rischia di essere neutralizzata con divieti permanenti di accesso, riducendo la portata pratica dell’iniziativa e lasciando solo l’effetto simbolico.

Il nodo legale cruciale riguarda la libertà di navigazione in acque internazionali e lo status degli aiuti umanitari. Gli organizzatori rivendicano protezioni previste dal diritto internazionale umanitario; la controparte richiama la legittimità del blocco per ragioni di sicurezza.

Usalto di qualità nello scontro intorno alla Flotilla

La notte a sud di Creta segna un salto di qualità nello scontro intorno alla Flotilla: il Mediterraneo diventa un banco di prova dove si misurano volontà politiche, legalità internazionale e urgenze umanitarie. La rotta degli aiuti è oggi più incerta, ma la determinazione degli attivisti appare, per ora, intatta.

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