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Europa in fiamme: chiusa la Tour Eiffel, treni bloccati

- di: Bruno Legni
 
Europa in fiamme: chiusa la Tour Eiffel, treni bloccati

Europa a 46 gradi: caldo estremo, record e città paralizzate

Caldo record, incendi e allagamenti: da Parigi a Istanbul è emergenza. Spagna oltre i 46 gradi, ospedali in crisi.

Il continente rovente

Un’Europa piegata dal calore, come non si vedeva da decenni. L’ondata di afa che da fine giugno 2025 attraversa il continente sta mettendo in ginocchio metropoli, campagne, infrastrutture e vite umane. Dalla Tour Eiffel sbarrata a Parigi ai treni bloccati tra Francia e Italia, dai record termici in Spagna alle evacuazioni in Turchia, la cronaca del clima si è fatta bollettino di guerra. Questa non è un’eccezione. È la nuova normalità.

Francia al limite: chiuse scuole e la Torre Eiffel

Parigi è simbolo e termometro della crisi. Il 1° luglio 2025 le autorità hanno disposto la chiusura della Torre Eiffel e di 1.350 scuole pubbliche. Il ministero dell’Istruzione ha attivato un protocollo d’emergenza: bambini e docenti a casa, centri estivi sospesi o trasformati in “rifugi climatici”. Iniziative simili anche a Marsiglia e Lione, che ha aperto i musei come aree refrigerate accessibili a tutti.

Treni fermi, montagne sotto assedio

Le immagini dalla Savoia sembrano tratte da un film catastrofico. Una piena del torrente Charmaix ha allagato la zona di Modane, facendo tracimare fango e detriti sulle linee ferroviarie. Il collegamento Parigi-Milano è interrotto “a tempo indefinito”. Il Tirolo austriaco ha evacuato oltre 100 persone per una frana causata da un nubifragio improvviso.

46 gradi e vittime: Spagna e Portogallo al collasso

È la Penisola Iberica a registrare i dati più drammatici. Il 30 giugno si è toccato un picco di 46 gradi a Huelva e la media mensile è stata la più calda della storia. In Catalogna si contano 43 decessi legati all’afa solo a giugno. In Portogallo, a Mora, si sono superati i 46,6°C, con minime notturne superiori ai 25°C: *“notte tropicale”* è ormai definizione meteorologica ufficiale.

Turchia e Grecia: la stagione del fuoco

Nella regione dell’Antalya, in Turchia, decine di roghi sono stati alimentati dai venti caldi. Oltre 3.000 le persone evacuate nelle ultime 48 ore. In Grecia il piano anti-incendi è stato attivato in anticipo, con droni di sorveglianza e squadre operative già da fine giugno.

Il Nord Europa anticipa l’uscita dalle scuole

Paesi storicamente “climaticamente al sicuro” stanno cambiando passo. In Olanda, il 1° luglio le scuole di Rotterdam e Brabante hanno anticipato l’orario scolastico e disposto l’uscita a mezzogiorno. In Germania torna il vecchio *“hitzefrei”*, il permesso speciale per assenza da scuola causa caldo.

Senzatetto e fragili, le prime vittime invisibili

Le fasce più vulnerabili – anziani, bambini, senza fissa dimora – sono le prime a soccombere. In Austria, la Caritas ha allestito 23 “oasi climatizzate” in chiese, biblioteche e gallerie pubbliche. “È il minimo che possiamo fare, ma il problema è strutturale”, ha dichiarato il direttore del progetto Martin Schenk.

Wimbledon rovente e Giappone bollente

Nemmeno lo sport resiste. Il torneo di Wimbledon ha esordito con la giornata più calda della sua storia: match posticipati, tifosi accasciati, giocatori esausti. In Giappone, giugno è stato il mese più caldo mai registrato dal 1898, con un’anomalia di +2,34°C. Le acque costiere risultano più calde di 1,2 gradi rispetto alla media.

Il clima che cambia (e ci cambia)

Non è un’estate eccezionale, ma un anticipo del nostro futuro. I dati ECA&D mostrano che il numero di giorni sopra i 35 gradi si è triplicato rispetto alla media 2000-2010. Le “notti tropicali” sono aumentate del 60%. Le città europee – costruite per trattenere calore – stanno diventando trappole termiche.

Un cambiamento strutturale

Siamo davanti a un cambiamento strutturale, che richiede scelte politiche, urbanistiche e sociali radicali. Limitarsi a sopravvivere alle ondate di calore è come mettere una toppa su una diga che crolla. Servono investimenti in edilizia verde, trasporti sostenibili, reti idriche intelligenti e piani di adattamento climatico.

L’estate 2025 sarà ricordata. Ma quello che conta è se sapremo farne un punto di svolta o se la accoglieremo come l’ennesimo segnale ignorato.

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