FOTO (Cropped): Danceandloveita - CC BY-SA 4.0
Gabry Ponte, il re delle discoteche anni 2000, ha deciso che la sua prossima pista da ballo sarà… l’Eurovision Song Contest. E siccome entrare dalla porta principale era troppo mainstream, ha scelto di fare il suo ingresso dalla finestrella di un piccolo stato con un numero di abitanti inferiore al numero di follower del suo profilo Instagram: San Marino.
Eurovision: da San Marino, Gabry Ponte
La scelta ha scatenato reazioni contrastanti. Da un lato, gli eurofan più accaniti hanno gridato al colpo di genio: "Finalmente qualcuno che può portare San Marino in top ten senza che dobbiamo fingere di apprezzare un artista sconosciuto dal nome impronunciabile!".
Dall’altro, i nostalgici di Dragostea Din Tei (sì, perché nel mondo parallelo della memoria collettiva Gabry Ponte e gli O-Zone sono la stessa cosa) si sono detti confusi: "Ma non aveva già vinto l’Eurovision nel 2004?".
Il fattore San Marino: genio o strategia social?
Ponte ha candidamente ammesso che la sua partecipazione è stata spinta più dai social che dal patriottismo sammarinese. Un endorsement che ha sicuramente fatto felice l’ufficio del turismo di San Marino, che ora può aggiornare il suo slogan da "Vieni a vedere le torri medievali" a "Abbiamo Gabry Ponte e ci proviamo all’Eurovision ogni anno".
Del resto, San Marino è noto per il suo spirito olimpionico in ambito musicale: l’importante non è vincere, ma partecipare. Da Serhat a Valentina Monetta (che ormai potrebbe avere una residenza artistica fissa a San Marino), il piccolo stato non ha mai avuto paura di osare. E con Gabry Ponte, la tradizione continua: perché fare le selezioni nazionali con concorrenti sconosciuti quando puoi avere un pezzo grosso del clubbing che ti garantisce almeno qualche like in più su TikTok?
L'effetto nostalgia: i Millennials si preparano al televoto
L’aspetto più interessante dell’operazione è che Gabry Ponte potrebbe riunire in un sol colpo tutta una generazione di trentenni e quarantenni cresciuti a pane, Blue (Da Ba Dee) e Geordie remixata a 140 bpm. La stessa generazione che ora si ritrova a sorseggiare Negroni sbagliati nei locali hipster e a domandarsi perché la musica di oggi non abbia più “quel sound”.
Se Ponte dovesse portare qualcosa di simile all'Eurovision, potrebbe persino far scattare il televoto di massa. Certo, dovrà vedersela con i favoriti nordici, che puntano sempre su voci angeliche e scenografie degne di un sacrificio vichingo, e con i paesi dell’Est che, se non hanno un ballerino con gli addominali di fuori, non si sentono rappresentati. Ma con il giusto remix tamarro, tutto è possibile.
L’Eurovision è pronto per Gabry Ponte?
Forse la domanda giusta è: Gabry Ponte è pronto per l’Eurovision? Tra costumi glitterati, televoti geopolitici e performance che spaziano dal kitsch al sublime, il DJ dovrà navigare un mondo ben diverso dai club in cui è abituato a far saltare il pubblico.
Ma in fondo, se qualcuno può riuscirci, è lui. Perché diciamocelo: l’Eurovision senza un po’ di cassa dritta e nostalgia anni 2000 non è davvero Eurovision.