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Investimenti sostenibili e crescita inclusiva: la roadmap del Gruppo Hera al 2028

- di: Redazione
 
Investimenti sostenibili e crescita inclusiva: la roadmap del Gruppo Hera al 2028

Nell’intervista si illustrano i dettagli del nuovo Piano Industriale 2024-2028, che prevede investimenti lordi per 5,1 miliardi di euro. Il 61% di questi sarà destinato ai business regolati, mentre il restante ai business a mercato. Il 96% degli investimenti è allineato alla tassonomia europea, con un focus su economia circolare, decarbonizzazione, resilienza degli asset e innovazione. In questa intervista, il Presidente esecutivo Cristian Fabbri sottolinea l’obiettivo di aumentare l’utile netto per azione del 6% annuo, grazie a una migliore leva operativa e finanziaria. Si parla anche della partnership rafforzata con AIMAG, che creerà un polo idrico integrato a Modena, e dell’impegno per raggiungere emissioni Net Zero entro il 2050. Inoltre, il Patto del Buon Lavoro prevede l’assunzione di 2.600 persone nei prossimi quattro anni, promuovendo un ambiente di lavoro inclusivo e sostenibile. Infine, Fabbri evidenzia come il MOL a valore condiviso, già al 54% nel 2024, sia destinato a crescere ulteriormente, raggiungendo il 66% entro il 2028.

Investimenti sostenibili e crescita inclusiva: la roadmap del Gruppo Hera al 2028

Ingegnere Fabbri, il nuovo Piano Industriale al 2028 prevede investimenti lordi per 5,1 miliardi di euro. Quali sono le principali aree di intervento e come questi investimenti contribuiranno alla crescita sostenibile del Gruppo?
Il 61% degli investimenti previsti nel periodo 2024-2028 sarà destinato ai business regolati, mentre il restante alla crescita dei business a mercato. Abbiamo stimato che 2,6 miliardi di euro (pari al 96% degli investimenti ammissibili) saranno allineati alla Tassonomia europea perché legati a progettualità di sostenibilità ambientale. Inoltre, il 77% del piano investimenti sarà indirizzato a iniziative in grado di creare MOL a valore condiviso, ovvero a quelle attività che, oltre a generare margini per l’azienda, sono in linea con gli obiettivi dell’Agenda ONU. Nello specifico, 2 miliardi porteranno allo sviluppo e all’adozione di modelli di economia circolare per la tutela delle risorse, mentre 1,1 miliardi di euro permetteranno di ridurre o contenere le emissioni climalteranti attraverso lo sviluppo di impiantistica rinnovabile, iniziative di efficienza energetica e progettualità a supporto della transizione dei nostri stakeholder. Inoltre, 2,4 miliardi incrementeranno la resilienza degli asset e dei business gestiti.

Nel Piano è previsto un aumento dell’utile netto per azione del 6% medio annuo. Quali strategie specifiche adotterete per raggiungere questo obiettivo e garantire un ritorno significativo agli azionisti?
Da sempre uno dei pilastri della strategia aziendale è la creazione di valore. Il miglioramento della leva operativa è il principale strumento sul quale abbiamo lavorato, allocando i capitali tra le diverse attività del nostro portafoglio con l’intento di migliorare il nostro profilo di rischio-rendimento. Prevediamo così che il ritorno sul capitale investito cresca fino al 9,5%, a un livello superiore di 400 punti base rispetto al costo medio ponderato del capitale del settore. Inoltre, l’ottimizzazione delle risorse di finanziamento porterà un miglioramento anche della leva finanziaria. Con il combinato disposto di questi due fattori, stimiamo un incremento medio annuo dell’utile per azione del 6%, che sosterrà la crescita dei dividendi.

Hera ha recentemente rafforzato la partnership con AIMAG. Quali benefici porterà questa operazione e come si inserisce nella vostra strategia di crescita?
Lo scorso gennaio i Consigli di Amministrazione di AIMAG e di Hera hanno approvato la sottoscrizione di un accordo quadro che dovrà essere finalizzato nei prossimi mesi e darà il via a una nuova fase del progetto di partnership industriale fra le due realtà. L’operazione prevede, tra l’altro, un aumento di capitale in natura da liberarsi mediante il conferimento da parte di Hera in favore di AIMAG di una partecipazione di circa il 45% di una newco, a cui verranno trasferite le attività afferenti al servizio idrico integrato della provincia di Modena, attualmente in capo a Hera. Si costituirà così un unico polo modenese nel ciclo idrico, rendendo possibili sinergie e sviluppi integrati degli attuali sistemi e abilitando maggiori investimenti e significativi miglioramenti della resilienza della rete idrica. Conseguentemente a tale aumento di capitale, è previsto che la partecipazione di Hera in AIMAG salga dal 25% a circa il 41%. Considerata la contiguità territoriale, le affinità nel mix di business e il contributo finanziario fornito dal Gruppo Hera, potranno svilupparsi significative sinergie e si potrà accelerare il percorso di crescita di AIMAG.

Il Gruppo ha annunciato l’obiettivo di raggiungere emissioni Net Zero entro il 2050. Quali sono le principali iniziative previste per la decarbonizzazione e come intendete monitorarne l’efficacia nel tempo?
Il Piano di transizione climatica approvato lo scorso anno presenta la strategia e l’impegno del nostro Gruppo per favorire la decarbonizzazione dei territori serviti, in coerenza con gli obiettivi al 2030 validati dal prestigioso network internazionale Science Based Targets initiative (SBTi). Puntiamo a raggiungere emissioni Net Zero al 2050 attraverso una riduzione delle emissioni di gas serra sia dirette (Scopo 1 e 2) sia indirette dei clienti (Scopo 3), grazie al coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholder: l’obiettivo è una riduzione complessiva delle stesse intorno al 90% al 2050 (rispetto al 2019) e la rimozione di tutte le emissioni residue al termine del percorso di decarbonizzazione. Ogni anno, all’interno del bilancio di sostenibilità del Gruppo, è previsto un approfondimento dei risultati raggiunti in termini di target di riduzione dei gas serra a breve-medio termine.

Avete sottoscritto il “Patto del Buon Lavoro” con i sindacati, prevedendo l’assunzione di 2.600 persone nei prossimi quattro anni. Come questo accordo contribuirà a promuovere un ambiente di lavoro inclusivo e sostenibile?
Il Patto del Buon Lavoro definisce gli impegni concreti per continuare a sviluppare una cultura aziendale basata sul coinvolgimento, l’ascolto, l’utilizzo di un linguaggio inclusivo, il contrasto alla violenza di genere, la gestione della flessibilità, l’assistenza alla genitorialità e la valorizzazione delle diverse abilità. Tra le novità che danno ulteriore concretezza agli impegni del Patto, il premio di risultato è calcolato anche in base alla capacità della multiutility di incrementare il valore condiviso attraverso quei progetti che rispondono agli obiettivi dell’Agenda ONU 2030, allineando così lo scopo aziendale ai meccanismi incentivanti collettivi. Inoltre, il Patto, nel ribadire l’impegno del Gruppo per la transizione energetica e l’economia circolare attraverso l’innovazione e la digitalizzazione, nonché per la promozione dell’equità sociale, introduce meccanismi di definizione dei target collettivi e di misurazione dei risultati completamente allineati al contributo del Gruppo al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 sullo Sviluppo Sostenibile.

Nel terzo semestre 2024, il MOL a valore condiviso ha raggiunto il 54% del MOL complessivo. Quali sono le iniziative chiave che hanno contribuito a questo risultato e quali obiettivi vi ponete per il futuro?
È un risultato in continua crescita, considerando che nel 2028 stimiamo supererà 1.100 milioni rispetto ai 776 milioni del 2023, raggiungendo il 66% del totale del MOL di Gruppo. Numeri che confermano come per il Gruppo Hera la crescita aziendale vada di pari passo con lo sviluppo sostenibile. Le iniziative messe in campo, che contribuiscono con adeguate profittabilità e sono coerenti con l’equilibrio economico finanziario, ci consentono di amplificare la creazione di valore per tutti i nostri stakeholder, in quanto focalizzate sui driver di decarbonizzazione, economia circolare, resilienza e innovazione.

Il Piano Industriale al 2028 prevede una flessibilità finanziaria per cogliere opportunità di M&A. In quali settori o aree geografiche state valutando possibili acquisizioni e quali criteri guideranno queste scelte?

Siamo sempre attenti nel cogliere eventuali opportunità per allargare il perimetro aziendale legato alle nostre aree di business: il nostro obiettivo è la creazione di modelli di M&A in grado di massimizzare il valore che il Gruppo Hera può generare, mantenendo la vicinanza ai territori e amplificando la qualità dei servizi. Integrando nuove aziende nel nostro portafoglio, puntiamo a una crescita industriale che porti valore economico e a sinergie di costo e sviluppo. Per questo motivo generalmente operiamo dove c’è contiguità con i nostri business, sia a livello di multiutility che di mono filiera. Il nostro è un modello aperto e nulla vieta, in generale, di poterlo replicare per creare sinergie industriali e benefici anche per i territori di riferimento.

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