Dal 18 al 27 aprile 2025, Roma sarà il cuore pulsante di un’idea che sovverte i canoni della critica cinematografica e restituisce voce e potere a chi troppo spesso viene relegato ai margini. Si apre la XVI edizione del Festival Internazionale del Cinema Patologico, ideato e diretto da Dario D’Ambrosi (nella foto), ex attore, regista e fondatore dell’omonimo Teatro Patologico. Una realtà nata dal desiderio di integrare l’arte con la fragilità umana, e che oggi è diventata un punto di riferimento europeo per chi crede che la disabilità non sia un limite, ma un punto di vista alternativo sulla realtà.
“Tutti i matti d’Italia giudicheranno i film”: al via il Festival del Cinema Patologico
L’intuizione di D’Ambrosi è tanto semplice quanto radicale: mettere in mano a persone con disabilità psichica e fisica – attori, studenti e spettatori del Teatro Patologico – il compito di giudicare i film in concorso. E per la prima volta, quest’anno, la giuria diventa diffusa: tutte le strutture diurni per la salute mentale d’Italia riceveranno i cortometraggi e lungometraggi selezionati e parteciperanno con il loro voto. Un’esperienza collettiva che rovescia il paradigma tradizionale del festival come élite e lo trasforma in un atto di democrazia emotiva e percettiva.
D’Ambrosi: “Vogliamo un giudizio libero come quello dei bambini”
Il direttore artistico non ha dubbi: “Quello che cerchiamo è un giudizio puro, sincero, non condizionato da strategie commerciali o dalle mode del momento. Un giudizio che assomiglia a quello dei bambini, diretto, privo di filtri. Per questo abbiamo deciso di far votare i nostri ragazzi, gli utenti dei centri diurni, i veri protagonisti del nostro festival”. D’Ambrosi ha costruito negli anni un sistema educativo e artistico che ruota intorno al Teatro Integrato dell’Emozione, un corso universitario unico in Europa, realizzato in collaborazione con l’Università Tor Vergata. Qui, studenti con patologie psichiatriche seguono lezioni, provano copioni, scrivono testi e si esibiscono sul palco. Il festival ne è la naturale estensione: un luogo in cui il cinema incontra la vulnerabilità e la trasforma in linguaggio.
Dopo Sanremo, una consacrazione popolare
L’eco del festival quest’anno è amplificata da un’apparizione che ha commosso l’Italia: l’esibizione della Compagnia Stabile del Teatro Patologico al Festival di Sanremo. Un momento carico di emozione che ha registrato oltre 16 milioni di telespettatori e più del 60% di share, portando sul palco più popolare del Paese la forza e la grazia di attori non professionisti, portatori di disabilità psichiche. Non una vetrina, ma una dichiarazione politica e culturale: esiste un’altra bellezza, fatta di imperfezioni e verità.
“Quella serata ci ha dimostrato che il pubblico è pronto – ha detto D’Ambrosi – che l’Italia è in grado di accogliere, ascoltare, lasciarsi emozionare da chi ha qualcosa di diverso da dire. Il festival nasce da questa energia e vuole restituire continuità a quel momento.”
Selezione da record: duemila film da tutto il mondo
La XVI edizione ha raccolto oltre duemila candidature da ogni parte del mondo: Cina, Iran, Pakistan, Brasile, Cile, Stati Uniti, Francia, Germania, Canada, India, Argentina, Albania e ovviamente Italia. Una risposta poderosa che conferma quanto il messaggio del festival sia ormai internazionale.
Tra i cortometraggi finalisti figurano opere come Dear Giulia di Marco Reale, Fuori c’è il sole di Giulia Savi e Persona di Maria Sofia Bocci, che affrontano temi legati alla crescita, all’alterità e al disagio. Per i lungometraggi, spiccano titoli come Davide e il mostro di Francesco Squillace e Questi ragazzi di Renato Chiocca e Fabio Simonetti, storie intense che parlano di diversità, ma anche di amicizia, trasformazione e riconoscimento.
Premiazione in un luogo simbolico: Palazzo Ripetta
La cerimonia conclusiva avrà luogo domenica 27 aprile alle ore 18:00 a Palazzo Ripetta, nel cuore di Roma. Sarà una festa della differenza, un momento in cui si ribalteranno le gerarchie simboliche del cinema: i premi saranno consegnati da una giuria composta da chi solitamente viene tenuto lontano dalle decisioni, e sarà proprio quella giuria a determinare il valore delle opere.
All’evento parteciperanno registi, attori, esponenti del mondo della cultura e rappresentanti istituzionali. Ma i veri protagonisti saranno loro, i ragazzi del Teatro Patologico, portatori di una sensibilità che spesso viene etichettata come malattia ma che in realtà è la traccia di uno sguardo più profondo sulle cose.