Più risorse e autonomia per gli atenei: studenti, docenti e ricerca al centro del rilancio accademico.
Università potenziate: un’iniezione di fiducia e risorse
La ministra Anna Maria Bernini (foto) ha firmato il decreto che stabilisce la ripartizione del Fondo di Finanziamento Ordinario (Ffo) per l’anno in corso. La dotazione complessiva sale a 9,4 miliardi di euro, con un incremento di 336 milioni rispetto al 2024, pari a una crescita percentuale compresa tra l’1% e il 6% per ciascun ateneo, in base a parametri di performance e altre variabili.
Dal 2022 a oggi il Ffo è passato da 8,6 a 9,4 miliardi di euro: un balzo dell’8% che segna un percorso di rafforzamento costante del sistema universitario italiano.
Crescita costante: più autonomia e respiro negli atenei
Bernini ha definito il Ffo 2025 come un passo importante in un “percorso di crescita degli investimenti” destinati al sistema universitario, affermando che l’obiettivo è offrire più opportunità per gli studenti, valorizzare il lavoro di docenti e ricercatori e dare nuova linfa a innovazione e conoscenza, considerate “pilastri fondamentali per il futuro del Paese” — ha spiegato Bernini.
L’aumento delle risorse non riguarda solo la quantità, ma anche la qualità della spesa: cresce infatti la quota di fondi “liberi”, che le università possono gestire con maggiore autonomia, una leva cruciale in un momento in cui i costi, soprattutto per il personale, sono in aumento.
il via libera di rettori, agenzie e studenti
Il decreto è stato preceduto dai pareri della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui), dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) e del Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), quest’ultimo espresso il 28 luglio. La Crui ha apprezzato l’aumento complessivo, sottolineando come la crescita delle risorse libere vada nella direzione giusta per garantire una programmazione autonoma da parte dei singoli atenei.
Particolare rilievo viene dato alla scelta di incrementare progressivamente la quota non vincolata del fondo, permettendo alle università di affrontare meglio i costi in crescita e di pianificare strategie di sviluppo a medio-lungo termine.
le reazioni politiche
Dal fronte politico, il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi ha parlato di “un segnale forte e concreto” che conferma come università e ricerca siano “una priorità per questo governo” — ha dichiarato Nevi.
Il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri ha espresso “ringraziamento e soddisfazione” alla ministra Bernini, sottolineando che “investire nelle università significa investire nel futuro del Paese e nella formazione dei nostri giovani” — ha affermato Gasparri.
Un segnale politico e culturale
Al di là delle cifre, il provvedimento si colloca in un contesto in cui l’università italiana è chiamata a confrontarsi con sfide globali: attrarre talenti, innovare la ricerca, internazionalizzare l’offerta formativa. L’aumento del Ffo 2025, con i suoi 336 milioni in più e il totale record di 9,4 miliardi, rappresenta quindi non solo un’iniezione di liquidità, ma anche un segnale politico e culturale: il riconoscimento che l’istruzione superiore e la ricerca sono infrastrutture immateriali strategiche per la competitività del Paese.
In altre parole, si tratta di un passo concreto per rafforzare il ruolo dell’università come motore di sviluppo economico, sociale e culturale, garantendo al tempo stesso margini di azione più ampi e una programmazione libera da vincoli eccessivi.