Così il Fisco stringe la rete: occhi puntati su patrimoni esteri, residenze fittizie e incongruenze nei redditi. Ma c’è chi può stare sereno.
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Il Fisco al contrattacco: meno controlli, ma molto più efficaci
Nel 2025 i controlli fiscali non saranno più una questione di quantità, ma di precisione chirurgica. L’Agenzia delle Entrate ha ufficialmente avviato un cambio di paradigma: via le verifiche massive e indiscriminate, spazio a incroci sofisticati di dati, tecnologie predittive e focus sui soggetti a più alto rischio fiscale.
Lo ha confermato l’Agenzia delle Entrate ribadendo che “la nostra priorità è colpire chi fa finta di non esserci. Non chi sbaglia in buona fede. È finito il tempo dei controlli a pioggia”. Il nuovo approccio si fonda su due pilastri: rischio selettivo e tecnologia. Tradotto: chi ha qualcosa da nascondere, sarà trovato.
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Le 5 categorie che rischiano di più
1. Chi ha patrimoni all’estero non dichiarati
Nel mirino ci sono soprattutto coloro che possiedono conti correnti, fondi, immobili o partecipazioni fuori dall’Italia e non li riportano nel quadro RW della dichiarazione dei redditi. Il Fisco utilizza ormai da anni i dati scambiati tramite il Common Reporting Standard (CRS) dell’OCSE e ha stretto nuovi accordi di cooperazione con Paesi come Emirati Arabi, Singapore e Hong Kong.
Attenzione anche a chi “dimentica” piccole cifre: la soglia per far scattare i controlli è più bassa di quanto si pensi. “Se il contribuente ha un patrimonio estero sproporzionato rispetto al reddito dichiarato, si attiva l’accertamento sintetico”, spiega il tributarista Alessandro Ferretti.
2. Chi si finge residente all’estero ma vive in Italia
Il fenomeno delle residenze fittizie è sotto stretta osservazione. Le Finanze stanno incrociando dati su consumi, utenze, posizioni GPS e spese effettuate con carte di credito per verificare se chi dichiara la residenza fuori Italia viva davvero all’estero. Anche le posizioni AIRE (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) sono oggetto di verifiche.
Nel 2024 sono stati oltre 2.300 i casi contestati di falsa residenza, con recuperi per 88 milioni di euro. “Chi vive stabilmente in Italia, ha qui la famiglia e il centro dei propri interessi vitali, è fiscalmente residente. Punto”.
3. Chi usa società estere o trust opachi
I controlli si concentrano anche su strutture giuridiche opache come trust, fondazioni e società estere di comodo, spesso utilizzate per mascherare la reale disponibilità di redditi e patrimoni. In questi casi il Fisco guarda al beneficiario effettivo e può attribuire direttamente i redditi al soggetto italiano che ne ha il controllo.
Il Decreto Legge 13/2025 ha rafforzato i poteri di indagine sui beneficiari reali, prevedendo accesso diretto alle informazioni bancarie anche tramite l’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia.
4. Chi dichiara redditi troppo bassi rispetto allo stile di vita
L’Agenzia delle Entrate ha potenziato il proprio algoritmo di analisi del rischio incrociando i dati su auto di lusso, viaggi, carte di credito, abbonamenti e investimenti con le dichiarazioni fiscali. Un esempio? Se dichiari 20.000 euro l’anno ma guidi una Porsche, vai in vacanza alle Maldive e investi in cripto, è altamente probabile che il Fisco ti faccia una visita.
5. Chi evade IVA e contributi INPS
I controlli proseguiranno anche sulle false fatturazioni, sull’uso improprio del regime forfettario e su chi non versa i contributi previdenziali. Sono previsti incroci automatici tra l’Agenzia delle Entrate e INPS, che hanno attivato un tavolo tecnico comune da gennaio 2025.
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Le novità che tutelano i contribuenti onesti
Non è solo repressione. Il 2025 introduce anche garanzie importanti per chi è in regola:
• Riduzione dei termini di accertamento: per i redditi 2025, il Fisco potrà intervenire entro 4 anni (non più 5), purché la dichiarazione sia completa e veritiera.
• Più tempo per rispondere agli avvisi bonari: i giorni a disposizione passano da 30 a 60. Un sollievo per chi ha bisogno di chiarire o correggere piccoli errori.
• Premialità per chi è conforme: con il nuovo “Indice di affidabilità fiscale”, chi raggiunge un punteggio alto potrà accedere a vantaggi come meno controlli, rimborsi più veloci e minori garanzie richieste.
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Come comportarsi (e cosa evitare)
Tre consigli pratici per evitare guai:
1. Dichiara tutto ciò che possiedi fuori Italia: anche se non produce reddito, il solo possesso di un conto estero va dichiarato.
2. Evita scorciatoie “creative”: l’intelligenza artificiale dell’Agenzia capta schemi sospetti con una velocità sorprendente.
3. Affidati a professionisti seri: l’improvvisazione, in ambito fiscale, si paga cara.
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Il nuovo Fisco non fa sconti, ma fa distinzioni
Nel 2025, il contribuente onesto ha più tutele. Ma chi evade o simula comportamenti leciti ha ormai le ore contate. “Non siamo più nel Far West. La compliance fiscale è una scelta di cittadinanza”, ha ribadito il viceministro all’Economia Maurizio Leo in audizione parlamentare il 6 maggio 2025.
E allora, sì: chi ha la coscienza (e la dichiarazione) a posto può dormire tranquillo. Gli altri, forse, è meglio che comincino a svegliarsi.