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Georgieva (Fmi): "Allarmata dalla frammentazione del commercio mondiale"

- di: Redazione
 
Georgieva (Fmi): 'Allarmata dalla frammentazione del commercio mondiale'
Se l'inflazione alla fine dovesse scendere, la crisi in Medio Oriente e i rischi geopolitici potrebbero far decollare nuovamente i prezzi del petrolio: è questo l'avvertimento della direttrice generale del Fod monetario internazionale, Kristalina Georgieva, che, in una intervista a Le Monde (che ne pubblica stralci sul suo sito) si dice allarmata dal rischio di frammentazione del commercio mondiale, che potrebbe, secondo lei, aumentare la povertà e l'insicurezza per tutti.

Georgieva (Fmi): "Allarmata dalla frammentazione del commercio mondiale"

Alla domanda se, a fronte della tentazione protezionistica che cresce in tutti i continenti, la globalizzazione basata sul libero scambio è finita, Kristalina Georgieva risponde che ''per molto tempo abbiamo posto troppa enfasi sui benefici della globalizzazione. Sono stati considerevoli: negli ultimi tre decenni, l’economia globale è triplicata, a beneficio soprattutto delle economie in via di sviluppo che sono quadruplicate, e il risultato è stato un’incredibile riduzione della povertà. Ma non tutti ne hanno beneficiato. Per troppo tempo è stata prestata un’attenzione insufficiente a coloro i cui posti di lavoro e mezzi di sussistenza sono evaporati, perché i meccanismi di compensazione sono stati insufficienti. Ciò ha creato un terreno fertile per i movimenti anti-globalizzazione e il populismo''.

Ad avviso della direttrice generale dell'Fmi ''quel che è peggio è che, a partire dalla pandemia di Covid-19, stiamo assistendo a una serie di shock esogeni che portano a massicce interruzioni delle catene di approvvigionamento. Ciò potrebbe spingere le aziende a voler avvicinare parte della loro produzione. Ma ciò non è privo di problemi, poiché concentra i rischi nello stesso luogo in caso di un nuovo shock''.

Georgieva ha quindi aggiunto che occorre ''ripensare la globalizzazione il più possibile in collaborazione con i nostri partner. Il nostro consiglio ai Paesi è di non giocare la carta dell’interesse nazionale contro gli altri, ma di pensare a meccanismi per continuare l’integrazione globale e bilanciare i rischi. Perché una maggiore frammentazione del commercio globale avrebbe una conseguenza molto chiara: saremmo tutti più poveri e meno sicuri''.
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