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Forza Italia e il Piano Industriale: Tajani lancia la sfida a Meloni sulla crescita

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Forza Italia e il Piano Industriale: Tajani lancia la sfida a Meloni sulla crescita

Forza Italia si muove e lo fa con un Piano Industriale per l’Italia e per l’Europa che ha il sapore di una dichiarazione d’intenti. Antonio Tajani cala sul tavolo un documento articolato, tecnico, pieno di cifre e strategie. Ma la domanda vera è: quanto di questo piano è un contributo alla maggioranza e quanto, invece, una presa di distanza dalle scelte del governo Meloni?

Forza Italia e il Piano Industriale: Tajani lancia la sfida a Meloni sulla crescita

Perché se è vero che Forza Italia è nella coalizione, è altrettanto vero che su alcuni temi – dall’energia alla politica industriale – la differenza di passo con Fratelli d’Italia si sente eccome.

Industria in crisi: FI chiede una svolta
Il punto di partenza è un dato preoccupante: la produzione industriale italiana è in calo da 25 mesi consecutivi e il rischio di un declino strutturale è dietro l’angolo. Le difficoltà colpiscono soprattutto il settore manifatturiero, con il comparto automobilistico che ha visto un crollo della produzione del 42% rispetto all’anno precedente. Per Tajani e il suo partito, il rilancio dell’industria passa per una ricetta chiara: meno burocrazia, più mercato, più innovazione.

Il documento individua alcune priorità. La difesa del Made in Italy, con la protezione dei settori chiave come moda, automotive, agroalimentare e farmaceutico. Più incentivi alla ricerca e sviluppo, con forti investimenti in intelligenza artificiale, biotecnologie e nuove tecnologie digitali. Un piano per l’energia meno cara e per l’indipendenza industriale, puntando su un mix di rinnovabili, nucleare e idrogeno. Una spinta alla deregulation, con il principio "una regola dentro, due fuori", per tagliare la giungla normativa che soffoca le imprese. Infine, un taglio delle tasse sul lavoro, per rendere più conveniente assumere.

Energia e nucleare: il punto di scontro con il governo
Ed è proprio sul tema dell’energia che emerge una delle differenze più evidenti tra il piano di Forza Italia e la strategia del governo. Sul nucleare, Tajani spinge l’acceleratore. Per Forza Italia servono subito investimenti negli Small Modular Reactor (SMR), mentre Meloni, su questo fronte, mantiene un profilo più prudente, valutando con più cautela la reintroduzione dell’energia atomica in Italia.

Anche sulle bollette industriali Forza Italia si smarca. Il piano propone una revisione degli accordi di fornitura del gas per ridurre il peso delle speculazioni internazionali. Secondo FI, i rincari dell’energia stanno mettendo in ginocchio le imprese italiane e il governo deve agire con misure più incisive per abbassare i costi.

Ponte sullo Stretto e infrastrutture: FI rilancia
Altro punto forte del piano è quello delle grandi opere. Il Ponte sullo Stretto di Messina è visto come un’infrastruttura fondamentale per collegare la Sicilia al resto d’Europa. Un investimento strategico, secondo Forza Italia, che andrà accompagnato da un grande piano di rilancio della logistica e dei trasporti ferroviari e portuali. Un’idea che FI porta avanti da anni e che ora vuole trasformare in un’azione concreta.

Il piano prevede anche un rafforzamento della rete ferroviaria per migliorare il trasporto merci, investimenti nei porti per rendere più competitivo il commercio marittimo e una maggiore integrazione delle infrastrutture con il resto d’Europa. Un tema su cui il governo si è mosso, ma non con la stessa visione di lungo periodo delineata dal partito di Tajani.

Le differenze con Meloni: due visioni a confronto

E qui si arriva alla domanda chiave: quanto è distante questo piano dalle politiche del governo? La sensazione è che Forza Italia voglia marcare il proprio terreno, pur restando nella maggioranza.

Sulla fiscalità Forza Italia è più liberale e vuole una riduzione più incisiva del cuneo fiscale, mentre Fratelli d’Italia, per ora, si muove con più cautela. Il partito di Tajani insiste sulla necessità di ridurre la pressione fiscale sulle imprese, mentre il governo sta puntando più su incentivi mirati.

Sul sostegno alle imprese FI spinge per una deregulation vera, mentre il governo è più orientato a un ruolo di controllo e regolazione del mercato. Il principio del "una regola dentro, due fuori" è un chiaro segnale che FI vuole smarcarsi dall’approccio più prudente dell’esecutivo.

Sul rapporto con l’Europa, Forza Italia parla di maggiore integrazione e di un fisco comune UE, mentre Meloni mantiene una posizione più prudente. Tajani vuole un’Italia protagonista nella costruzione di una politica industriale europea più coesa, mentre il governo sta adottando un atteggiamento più difensivo rispetto alle normative comunitarie.

Forza Italia marca il suo spazio: il piano è un manifesto politico
Il Piano Industriale di Forza Italia è un manifesto economico e politico insieme. Un segnale che Tajani lancia non solo al governo, ma anche all’elettorato moderato, alle imprese e agli investitori.

Il messaggio è chiaro: Forza Italia vuole essere il partito dell’impresa, della crescita e della competitività. Con Meloni, sì, ma non sempre sulla stessa linea. Il piano industriale è un primo passo per riaffermare il ruolo del partito come punto di riferimento per il mondo produttivo e per chi crede in una politica economica liberale.

Resta da vedere se il governo farà sue alcune di queste proposte o se il piano diventerà il simbolo di una crescente distinzione all’interno della maggioranza.

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