Garante privacy, allarme su AI e revenge porn: segnalazioni raddoppiate

- di: Barbara Bizzarri
 

Presentata oggi alla Camera da Pasquale Stanzione, presidente dell’Autorità Garante della protezione dei dati personali, la Relazione Annuale relativa al 2023, un anno durante il quale il Garante è intervenuto sulle grandi questioni legate alla tutela dei diritti fondamentali delle persone nel mondo digitale. Sotto la lente dell’authority sono finite, in particolare, le implicazioni etiche della tecnologia; l’Intelligenza Artificiale generativa; l’economia fondata sui dati; le grandi piattaforme e la tutela dei minori; i sistemi di age verification; i big data; le problematiche poste dagli algoritmi; la sicurezza dei sistemi e la protezione dello spazio cibernetico; la monetizzazione delle informazioni personali; i fenomeni del revenge porn e del cyberbullismo: in particolare, proprio il fenomeno del revenge porn risulta in preoccupante aumento: 299 le segnalazioni di persone che temono la diffusione di foto e video a contenuto sessualmente esplicito, raddoppiate rispetto allo scorso anno.

Garante privacy, allarme su AI e revenge porn: segnalazioni raddoppiate

A proposito dell'intelligenza artificiale, di converso, il Garante lancia l’allarme su uno strumento “diffuso in larga misura e parte integrante della nostra vita ma di cui dovremmo saper governare gli effetti perché al riguardo non siamo del tutto consapevoli", aggiungendo che "il diritto ha il compito di colmare questo vuoto di consapevolezza, fornendoci gli strumenti per capire come porre realmente al servizio dell'uomo ciò che può rappresentare tanto uno straordinario fattore di sviluppo, benessere, promozione del pubblico interesse quanto anche, se non ben governato, una fonte di rischi tutt'altro che trascurabili, per la persona, la società, la democrazia". La sfida principale che si delinea all'orizzonte "è tutta nel rendere l'evoluzione tecnologica davvero mimetica e non soltanto protesica capace cioè di simulare l'uomo e la sua razionalità, prima e oltre che colmarne le carenze: un fattore di progresso non solo tecnico ma sociale, temperando, per riprendere le parole del Pontefice, con l'algoretica gli eccessi dell'algocrazia", ha proseguito Stanzione ricordando che "si consideri che circa il 65% dei ragazzi utilizza oggi l'intelligenza artificiale per svolgere i compiti; due studenti su tre avrebbero preparato l'esame di maturità ricorrendo a Chat Gpt".

"Un significativo contributo è stato fornito dal Garante per la piena realizzazione del processo di digitalizzazione della giustizia, rispetto sia al processo (ordinario) telematico, sia alla costituzione delle infrastrutture digitali per le intercettazioni", si legge poi nella relazione. Nel 2023, il Garante per la privacy ha adottato 634 provvedimenti collegiali: "L'Autorità ha fornito riscontro a 19.281 reclami e segnalazioni", sottolinea il Garante aggiungendo che "i pareri resi dal Collegio su atti normativi e amministrativi sono stati 59 ed hanno riguardato la digitalizzazione della P.A.; la sanità; il fisco; la giustizia; l'istruzione; funzioni di interesse pubblico. I pareri su norme di rango primario sono 6: in particolare, riguardo accertamento fiscale, digitalizzazione della Pa, giustizia, open data". L’Autorità precisa che "le comunicazioni di notizie di reato all'autorità giudiziaria sono state 7 e hanno riguardato violazioni in materia di controllo a distanza dei lavoratori, falsità nelle dichiarazioni e notificazioni al Garante, accesso abusivo a un sistema informatico. I provvedimenti correttivi e sanzionatori sono stati 394, e le sanzioni riscosse sono state di circa 8 milioni. 2037 i data breach notificati all'Autorità, mentre le ispezioni effettuate nel 2023 sono state 144 in linea rispetto a quelle dell'anno precedente".

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