Gas ai massimi da due anni, scorte UE ai minimi: torna la paura crisi
- di: Jole Rosati

Il prezzo del gas naturale in Europa continua a salire, raggiungendo i livelli più alti dal febbraio 2023, mentre le scorte si assottigliano. Sul continente torna lo spettro di una nuova crisi energetica, tra domanda in aumento, forniture ridotte e tensioni geopolitiche.
Prezzi in crescita: le cause dell'impennata
Alla Borsa Ttf di Amsterdam, punto di riferimento per il mercato europeo, il prezzo del metano è aumentato del 4,6%, toccando i 58,3 euro per megawattora. Secondo gli esperti, questa impennata è legata a tre fattori principali:
1. Freddo intenso: le temperature rigide hanno fatto crescere i consumi per il riscaldamento.
2. Calo dell'energia eolica: la minore intensità del vento ha ridotto la produzione di energia rinnovabile, aumentando la dipendenza dal gas per la generazione elettrica.
3. Stop al gas russo via Ucraina: dal primo gennaio 2025 la fornitura attraverso i gasdotti ucraini è terminata, riducendo ulteriormente l'offerta.
Secondo le stime di Icis (Independent Commodity Intelligence Services), nel febbraio 2025 il consumo di gas in Europa sarà superiore del 17% rispetto allo stesso mese del 2024.
Le incertezze su forniture e prezzi
La situazione potrebbe peggiorare nei prossimi mesi a causa di altri fattori critici:
• La Norvegia ridurrà le esportazioni per la manutenzione estiva dei suoi impianti di estrazione, restringendo ulteriormente l’offerta.
• Le tensioni commerciali con gli Stati Uniti potrebbero portare a ritorsioni europee sulle importazioni di GNL (gas naturale liquefatto) dagli USA, riducendo le forniture disponibili.
• Paesi dell’Europa centrale chiedono il ripristino del gas russo via Ucraina, per evitare il rischio di una crisi ancora più grave.
L’incertezza sul mercato sta spingendo molti governi a rivedere le proprie strategie energetiche.
Scorte europee ai minimi da un anno
I Paesi europei stanno già attingendo in modo significativo alle riserve di gas, solitamente utilizzate per far fronte ai picchi di domanda invernali. Secondo i dati della piattaforma Gie-Agsi, al 10 febbraio le scorte europee erano scese al 49,02%, pari a 562 terawattora.
Per avere un termine di paragone, un anno fa, il 21 febbraio 2024, i depositi europei erano al 64,7%, con 737 terawattora disponibili.
• Italia: scorte al 59,85%, sopra la media UE.
• Germania: al 49,22%, penalizzata dal mancato accesso al gas russo.
La strategia italiana: riempire gli stoccaggi prima dell’estate
Per evitare problemi nel prossimo inverno, il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto (foto) ha anticipato l'apertura delle aste per lo stoccaggio estivo, solitamente previste per aprile.
"Poiché il gas costerà di più in estate rispetto a oggi, vogliamo riempire le scorte ora, quando i prezzi sono più bassi", ha dichiarato Pichetto.
La mossa mira a stabilizzare i costi e garantire una maggiore sicurezza energetica per il prossimo inverno, ma molto dipenderà dall’andamento del mercato e dalle decisioni politiche a livello europeo.
Il rischio di una nuova crisi energetica
Sebbene la situazione non sia ancora ai livelli di emergenza visti nel 2022, l’attuale scenario sta riaccendendo i timori di una nuova crisi energetica in Europa. I governi si muovono tra misure di emergenza e strategie a lungo termine, ma il fattore chiave rimarrà l’equilibrio tra domanda e offerta nei prossimi mesi.