I risultati dei ballottaggi nelle amministrative 2025 hanno dato un segnale chiaro: nel Mezzogiorno, l’orientamento elettorale non segue schemi rigidi. Taranto sceglie il centrosinistra con Walter Musillo Bitetti, mentre Matera si affida al centrodestra guidato da Mario Nicoletti. Due vittorie significative, maturate in contesti molto diversi ma entrambe emblematiche del nuovo assetto politico meridionale, dove la personalità dei candidati, la capacità di ascolto e la lettura delle priorità locali sembrano contare più dei simboli di partito.
Bitetti conquista Taranto, Nicoletti vince a Matera: il voto che ridisegna il Sud
A Taranto, città simbolo di contraddizioni storiche tra sviluppo e ambiente, Bitetti è riuscito a intercettare un elettorato stanco delle promesse non mantenute. Ex assessore e figura di raccordo tra civismo e centrosinistra, ha condotto una campagna sobria, puntata sulla credibilità personale più che sulla retorica di schieramento. Il tema dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, è rimasto al centro della campagna: Bitetti ha promesso un approccio pragmatico, fondato su trasparenza, innovazione e coesione sociale, per ricostruire il patto tra cittadini e istituzioni. La sua vittoria arriva come un segnale forte in un territorio complesso e da anni teatro di crisi ambientali, occupazionali e politiche.
A Matera vince il pragmatismo del centrodestra
Diversa la traiettoria a Matera, dove il centrodestra ha riconquistato la guida del Comune con Mario Nicoletti. Il nuovo sindaco ha capitalizzato l’immagine di amministratore concreto, con un programma mirato sul rilancio dell’economia locale, lo sviluppo del turismo e la gestione efficace dei fondi del PNRR. Matera, reduce dall’esperienza di Capitale Europea della Cultura 2019, si trova oggi a un bivio tra continuità e rischio di marginalità. Nicoletti ha promesso di rilanciare l’eredità culturale accumulata, puntando su una gestione moderna e meno ideologica della cosa pubblica. La sua elezione rafforza la presenza del centrodestra nei capoluoghi meridionali e viene salutata dai partiti di governo come conferma della loro radicata presa sul territorio.
Il Sud si muove, ma non si allinea
Bitetti e Nicoletti rappresentano due facce della stessa transizione: da un Sud che ha subito le politiche nazionali a uno che tenta di riprendersi margini di autonomia attraverso figure riconoscibili e progettualità concrete. In entrambi i casi, il messaggio degli elettori appare netto: basta improvvisazione, servono visione e amministrazione. Nessuno tsunami, ma piuttosto un mosaico in movimento, dove il voto riflette le priorità locali più che le dinamiche parlamentari. Il centrosinistra può guardare a Taranto come a una roccaforte riconquistata con il radicamento sociale, mentre il centrodestra a Matera trova la conferma di un metodo che privilegia la coerenza programmatica e la solidità amministrativa.
Il valore nazionale dei due risultati
Se letti in chiave politica più ampia, i risultati dei ballottaggi non offrono un verdetto univoco, ma suggeriscono che la polarizzazione nazionale perde forza nella dimensione locale. I leader di entrambi gli schieramenti hanno commentato con toni prudenti: la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato di “grande lavoro nei territori”, mentre Elly Schlein ha definito Taranto “una svolta concreta in una città ferita”. Ma il dato che emerge con più chiarezza è la crescente importanza delle amministrazioni locali come luoghi di resistenza, innovazione e ricostruzione della fiducia pubblica. Dopo anni in cui la politica nazionale ha cannibalizzato il dibattito, i comuni tornano a essere il primo laboratorio della democrazia.