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Giornalisti spiati, il governo chiarisce solo in parte: restano ombre su un corpo di polizia

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Giornalisti spiati, il governo chiarisce solo in parte: restano ombre su un corpo di polizia

Il caso delle intercettazioni ai danni di alcuni giornalisti sta assumendo i contorni di un vero e proprio giallo istituzionale. Il governo, chiamato a rispondere in Parlamento dopo le denunce di più testate giornalistiche, ha fornito una versione solo parziale dei fatti. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano (nella foto), ha escluso che i servizi segreti abbiano condotto attività illecite, ma non ha sciolto il nodo su un’altra possibile responsabilità: quella di un corpo di polizia.

Giornalisti spiati, il governo chiarisce solo in parte: restano ombre su un corpo di polizia

Le sue parole, invece di spegnere le polemiche, hanno alimentato dubbi e sospetti. Se i servizi segreti non hanno avuto un ruolo, chi ha dunque ordinato e messo in atto le intercettazioni? Si tratta di un’azione illegittima condotta da un reparto investigativo autonomo? Oppure vi è stata una falla nei meccanismi di controllo che regolano l’utilizzo di strumenti di sorveglianza?

L’inchiesta e le prime rivelazioni
L’indagine è partita dopo che alcuni giornalisti hanno scoperto di essere stati spiati attraverso software avanzati di monitoraggio, strumenti generalmente riservati a indagini su terrorismo e crimine organizzato. Secondo le ricostruzioni emerse finora, i dispositivi di alcuni reporter sarebbero stati compromessi con tecniche di intrusione altamente sofisticate, in grado di intercettare messaggi, e-mail e persino registrare conversazioni in tempo reale.

L’uso di tali tecnologie, regolato da rigide normative, deve essere autorizzato da un magistrato e rientrare in indagini specifiche. Tuttavia, dalle informazioni emerse fino a questo momento, non risulta che vi siano stati provvedimenti giudiziari che giustificassero un simile impiego nei confronti di giornalisti.

A gettare ulteriori ombre sul caso è la mancanza di trasparenza da parte delle istituzioni coinvolte. Mentre il governo cerca di contenere la polemica, le opposizioni chiedono risposte più chiare.

La reazione politica: scontro in Parlamento
Il caso ha inevitabilmente acceso un duro confronto tra maggioranza e opposizione. I partiti di centrosinistra hanno subito chiesto un’informativa urgente del ministro dell’Interno, ritenendo inaccettabile che il governo si limiti a dichiarazioni vaghe senza indicare i veri responsabili. “Se non sono stati i servizi segreti, chi ha dato l’ordine? Chi ha autorizzato l’uso di strumenti così invasivi nei confronti di giornalisti?” ha domandato in Aula un esponente dell’opposizione.

Anche alcune voci della maggioranza, pur difendendo l’operato dell’esecutivo, hanno ammesso che la vicenda necessiti di ulteriori chiarimenti. Non è escluso, infatti, che nelle prossime settimane venga istituita una commissione d’inchiesta parlamentare per approfondire il caso e individuare eventuali abusi.

L’allarme delle associazioni: “Minaccia alla libertà di stampa”
Oltre alla politica, anche il mondo del giornalismo è in fibrillazione. L’Ordine dei Giornalisti e la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi) hanno espresso forte preoccupazione per la vicenda, definendola un grave attacco alla libertà di informazione. “Se si confermasse che apparati dello Stato hanno spiato giornalisti, saremmo di fronte a una violazione gravissima dei principi democratici” ha dichiarato un portavoce della Fnsi.

Sulla stessa linea anche le principali organizzazioni internazionali per la tutela della libertà di stampa. Reporter Senza Frontiere ha già chiesto un’indagine indipendente, mentre il Comitato per la protezione dei giornalisti ha sollecitato l’intervento dell’Unione Europea per monitorare la situazione in Italia.

Cosa succederà ora?
Al momento, l’unico punto fermo della vicenda è che il governo ha preso le distanze dai servizi segreti, ma non ha ancora chiarito chi possa aver ordinato e condotto le intercettazioni. Nel frattempo, la magistratura sta portando avanti le proprie indagini e non è escluso che nei prossimi giorni possano emergere nuovi dettagli su eventuali responsabilità.

La vicenda rischia di trasformarsi in un caso istituzionale di rilievo, con ripercussioni sia sul piano politico che giudiziario. Se venissero accertate responsabilità da parte di apparati dello Stato, ci si troverebbe di fronte a uno scandalo capace di minare la fiducia nelle istituzioni e nel rispetto delle libertà costituzionali.

Gli occhi dell’opinione pubblica sono ora puntati sul governo, che dovrà decidere se fornire ulteriori dettagli o attendere l’esito delle indagini. Nel frattempo, il caso dei giornalisti spiati resta una vicenda inquietante che solleva interrogativi sulla tutela della libertà di stampa in Italia.

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