Golden Globes: vincitori, vinti, look e perfino una coppia di innamorati

- di: Barbara Bizzarri
 
Come da tradizione si è svolta la tradizionale cerimonia dei Golden Globes che purtroppo non è più condotta da Ricky Gervais, e si vede, dato che Jo Koy, il comico a cui è toccato l’onore quest’anno, è riuscito ad annoiare tutti e lo ha capito, infatti ha detto di essere stato assunto dieci giorni fa, provocando così gli unici sorrisi della serata. Da sottolineare, invece, la reazione gelida di Taylor Swift, asso pigliatutto della musica ma non dei Golden Globes, alla battuta che le ha indirizzato: “La più grande differenza fra i Golden Globes e l’NFL? Ai Golden Globes ci sono meno inquadrature di Taylor Swift”. Il riferimento alla lega di football americano in cui gioca il fidanzato della cantautrice, Travis Kelce e alle partite in cui lei ultimamente è stata spesso inquadrata mentre fa il tifo non è piaciuto alla cantautrice che non ha accennato neanche a un sorrisetto bon ton. Era meglio Ricky, suvvia, che almeno faceva ridere (noi): vincitore del riconoscimento assegnato ieri per la prima volta al miglior special di Stand-up comedy, da snob very british non si è presentato. Del resto, aveva giurato che non sarebbe mai più tornato sul palco dei Golden Globes e dunque 10 e lode alla coerenza.

Golden Globes: vincitori, vinti, look e perfino una coppia di innamorati

La cerimonia di quest’anno è stata la prima da quando è stata sciolta la Hollywood Foreign Press Association, che per otto decenni aveva assegnato i premi e che nel 2020, proprio alla vigilia della cerimonia, era stata accusata dal Los Angeles Times di essere una casta razzista e corrotta (Brendan Fraser, Premio Oscar l’anno scorso per The Whale, ne ha parlato a lungo). Quest'anno, dopo che il brand è stato acquistato da una società di private equity e da Dick Clark Production, hanno votato circa 300 giornalisti da 76 Paesi del mondo, rispetto alla ottantina delle precedenti edizioni.

Le premiazioni hanno visto il trionfo annunciato dei due veri blockbusters della stagione, per i quali era stato addirittura coniato il neologismo Barbienhaimer a rappresentare la macchina da guerra delle produzioni congiunte e destinate a espugnare i botteghini. Oppenheimer di Christopher Nolan si è aggiudicato cinque premi su otto candidature, tra cui quelli per il miglior film drammatico, per la miglior regia e per il miglior attore in un film drammatico, Cillian Murphy. Per Barbie di Greta Gerwig due statuette su nove nomination: una per il film campione di incassi (inevitabile, con un box office globale di 1,4 miliardi di dollari) e l'altro per la miglior canzone originale, "What was I made for" di Billie Eilish e Finneas. Il globo d'oro per la miglior commedia è andato a Poor things di Yorgos Lanthimos, con Emma Stone premiata come migliore attrice, la cui controparte maschile è stato Paul Giamatti per The holdovers di Alexander Payne.

Grande contentezza per la storica vittoria di Lily Gladstone, protagonista di Killers of the Flower Moon: premiata come miglior attrice in un film drammatico, prima volta per un’interprete nativa americana, ha ringraziato nella lingua dei Piedi Neri, nella cui riserva ha vissuto fino agli 11 anni.  Prevedibile invece la serie di premi macinata da Succession, miglior serie drammatica, miglior non protagonista (Matthew Macfadyen, il perfido Tom), miglior attrice (Sarah Snook, la rampolla) e miglior attore, Kieran Culkin, fratello di Macauley (quello di Mamma ho perso l’aereo) e protagonista di uno scombinato discorso di ringraziamento durante il quale ha ricordato di essere salito su quel palco vent’anni prima “credendo che non ci sarei mai tornato”.

A spartirsi equamente il resto dei premi televisivi sono state due serie, la vincitrice della miglior serie limitata, la romantica Beef (miglior attrice Ali Wong, attore Steven Yeun) e per la commedia Bear: miglior serie, attrice (Ayo Edebiri) e attore (Jeremy Allen White).

Tante, però, le delusioni della serata, a partire dalla sunnominata Swift con il suo documentario The Eras, diretto pure quello da Gerwig, all’inglese The zone of interest, a Nyad con Annette Bening e Jodie Foster, May December con Julianne Moore, al chiacchieratissimo Saltburn di Emerald Fennell fino ad approdare al prevedibile (nessun) risultato di Io capitano di Matteo Garrone.

Dopo lo stop forzato a causa degli scioperi, l’industria più luminosa dell’entertainment è accorsa in pompa magna al primo red carpet della stagione: c’erano praticamente tutti, da Leonardo DiCaprio a Bruce Springsteen e Dua Lipa, Jennifer Lopez insieme a Ben Affleck, e Margot Robbie, meravigliosa in un abito Armani Privè ispirato alla mitica Barbie Superstar del 1977, rosa acceso con scollo all'americana e boa di tulle a pois. Inarrivabile Hunter Schafer, visione eterea in Prada rosa. Spettacolare come sempre Dame Hellen Mirren in abito bicolore con cappa oversize, rosa e glicine, firmato Dolce e Gabbana. Iconico Lenny Kravitz in total black e occhiali da sole, mentre si conferma vincente l'accoppiata Dior/Natalie Portman: l'attrice ha scelto un abito Haute Couture che ricordava le ninfee di Monet. Sobria, raffinata e bellissima Jennifer Lawrence in Dior Couture. Radiosa in Louis Vuitton Emma Stone, premiata come migliore attrice.

Infine, è d’obbligo spendere due paroline per la coppia più innamorata del parterre di star: Timothée Chalamet e Kylie Jenner, pure se arrivati separatamente, hanno trascorso insieme la serata scambiandosi tenere effusioni. Sembrano la coppia più bella del mondo e a guardarli bene, (non) gli dispiace per gli altri, tantomeno per i fans dell’attore che, prevedibilmente, si stanno strappando i capelli.

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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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