Imprese, Confartigianato: costo credito +403 punti base e -7,6% prestiti a Mpi nonostante pausa tassi Bce

- di: Barbara Leone
 
Nella riunione di giovedì scorso il Consiglio direttivo della Bce non ha modificato i tassi di riferimento, peraltro ritenendo che i tassi “si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo” forniranno un contributo sostanziale al conseguimento dell’obiettivo di riportare l’inflazione al 2%. Su questo fronte, in Italia il tasso di inflazione è sceso allo 0,6% su base annua, mentre in media, nel 2023 i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7% (+8,1% nel 2022). Secondo le previsioni di Banca d’Italia contenute nell’ultimo Bollettino economico, nel 2024 l’aumento dei prezzi al consumo si ridurrà all’1,9%. A sottolinearlo è uno studio Confartigianato evidenziando che nonostante la pausa della stretta monetaria, il caro tassi sui prestiti alle imprese, arrivato ad un aumento di 403 punti base a novembre 2023 rispetto a giugno 2022, mese precedente all’avvio della stretta monetaria, contribuisce a frenare gli investimenti in macchinari, che segnano una flessione dell’1,9% nel terzo trimestre 2023.

Imprese, Confartigianato: costo credito +403 punti base

La spinta al rialzo del costo del credito in Italia è di 63 punti base superiore alla media dell’Eurozona. Il rialzo dei tassi di interesse concorre alla flessione dei prestiti alle imprese: in particolare i prestiti alle società non finanziarie – corretti soprattutto per le cartolarizzazioni – sono stabilmente in calo da febbraio dello scorso anno ma il -4,8% di novembre 2023 è in miglioramento rispetto al picco negativo di -6,6% registrato lo scorso settembre. Gli ultimi dati disponibili sulla dinamica del credito per dimensione d’impresa indicano a settembre 2023 per i prestiti alle piccole imprese fino a 20 addetti una flessione del 7,6% che approfondisce il già pesante -6,3% della precedente rilevazione di giugno 2023 ed è peggiore rispetto al -6,7% del totale imprese.

“Il prolungarsi della stretta sui tassi e la conseguente flessione dei prestiti alle imprese, soprattutto di piccole dimensioni – sottolinea il Presidente di Confartigianato Marco Granelli (nella foto) – stanno mettendo a dura prova la propensione agli investimenti delle aziende che spesso dipendono dai finanziamenti per sostenere progetti innovativi o per affrontare le sfide del mercato. Auspichiamo che si possa trovare al più presto un giusto equilibrio tra la ricerca della stabilità monetaria e la promozione di un ambiente favorevole agli investimenti imprenditoriali, in modo da favorire una ripresa economica sostenibile”.

A livello territoriale si evidenzia una diminuzione diffusa dei prestiti alle piccole imprese che inoltre mostrano in più casi una flessione più marcata rispetto al totale imprese. Nelle Isole il calo è del 5,4% (vs. -3,4% totale imprese), seguite dal Sud a -6,0% (vs. -1,5% totale imprese), dal Centro a -6,6% (vs. -9,6% totale imprese), dal Nord-Ovest a -8,6% (vs. -6,6% totale imprese) e dal Nord-Est a -8,7% (vs. -6,8% totale imprese). Focalizzando l’attenzione sulle principali regioni per ammontare di prestiti alle piccole imprese, si rilevano flessioni inferiori alla media per Lazio con -4,7% (vs. -13,6% totale imprese, unico caso tra queste regioni in cui le piccole imprese segnano un calo più contenuto del totale imprese ed anche nettamente), Provincia Autonoma di Bolzano con -4,9% (vs. -3,5% totale imprese), Campania con -5,5% (vs. -0,5% totale imprese), Sicilia con -5,6% (vs. -2,4% totale imprese), Puglia con -6,2% (vs. -2,3% totale imprese) e Toscana con -7,0% (vs. -4,0% totale imprese). Il calo dei prestiti alle piccole imprese è più deciso in Veneto con il -9,7% (vs. -5,9% totale imprese), seguito dalle Marche con il -9,4% (vs. -7,4% totale imprese), dalla Lombardia con il -9,0% (vs. -6,1% totale imprese), dall’Emilia-Romagna con il -8,9% (vs. -5,8% totale imprese) e dal Piemonte con il -7,7% (vs. -7,7% totale imprese). Infine, va segnalato che nel Mezzogiorno il calo più contenuto dei prestiti si associa ad un più elevato costo del credito: a settembre 2023 il tasso di interesse annuo pagato dalle imprese del Mezzogiorno si conferma il più alto tra le ripartizioni, arrivando al 7,23%, superiore di 125 punti base al tasso minimo rilevato nel Nord-Est, pari al 5,98%.

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