La produzione industriale in Italia continua la sua fase negativa, segnando il 23° mese consecutivo di contrazione e tornando ai livelli registrati nel pieno della pandemia. I dati diffusi dall'Istat mostrano una flessione annua del 7,1% a dicembre 2024, con un calo del 3,5% su tutto l'anno, dopo il -2% del 2023.
Industria italiana in difficoltà: 23 mesi consecutivi di calo, livelli produttivi come nel Covid
Un quadro che evidenzia un progressivo deterioramento del settore manifatturiero, dove nessun comparto mostra segnali di crescita, fatta eccezione per il settore alimentare.
Tra le industrie più colpite ci sono l'automotive e il settore moda, responsabili di un forte impatto negativo sull'indice generale. La produzione di automobili ha subito un vero e proprio tracollo, con un calo del 43% su base annua e un crollo del 65% nel solo mese di dicembre, secondo i dati di Anfia.
L’output complessivo del settore ha toccato quota 310.000 vetture nel 2024, il livello più basso dal 1957. Il rallentamento della produzione è stato accentuato dal massiccio utilizzo della cassa integrazione da parte di Stellantis.
Anche il comparto tessile-abbigliamento ha subito una battuta d’arresto, con una contrazione del 18%, mentre settori come la metallurgia, i macchinari e la lavorazione del legno e della carta hanno registrato perdite superiori al 9%. Complessivamente, la capacità produttiva delle imprese è scesa sotto il 75%, un valore che non si vedeva dal terzo trimestre del 2020, quando l’Italia era nel pieno dell’emergenza sanitaria.
Uno dei fattori principali di questa crisi è la debolezza della domanda, ritenuta insufficiente da oltre il 25% delle aziende, un dato più che doppio rispetto alla media storica. Il calo degli investimenti è evidente soprattutto nel settore dei macchinari, dove il mercato interno ha registrato una flessione del 17,4%, equivalente a una riduzione di oltre 5 miliardi di euro nel 2024.
L’attesa per l’attuazione delle misure di Transizione 5.0 ha ulteriormente rallentato le decisioni aziendali, con le imprese che hanno posticipato gli acquisti in vista di nuovi incentivi.
Anche il commercio estero non è riuscito a compensare la crisi interna. Le esportazioni italiane nei primi undici mesi del 2024 sono diminuite dello 0,7%, in parte a causa del rallentamento dell’economia tedesca, che ha visto una riduzione delle importazioni del 2,8% e un calo dell’export dell’1%. L’Italia ha subito un impatto diretto di 3,6 miliardi di euro di mancati ricavi dalle esportazioni verso la Germania.
Il quadro economico europeo resta incerto, con la produzione industriale tedesca in calo del 4,5% nel 2024 e una contrazione degli ordini nel settore manifatturiero.
In Germania, il settore automobilistico ha subito un crollo del 13% a dicembre, azzerando i progressi precedenti e chiudendo l'anno con una produzione di 3,2 milioni di veicoli, dieci volte superiore a quella italiana. Anche il comparto delle costruzioni è in crisi, con il numero di permessi di costruzione dimezzato rispetto ai livelli pre-pandemia.
Nonostante il clima di incertezza, alcuni segnali di stabilizzazione emergono a livello europeo, con l’indice dei direttori d’acquisto che, pur restando sotto la soglia critica dei 50 punti, è salito ai livelli più alti degli ultimi otto mesi. Tuttavia, l’industria italiana si trova ancora in una fase di forte difficoltà, con una ripresa che appare lontana e una crisi che ha già causato una perdita stimata di 42 miliardi di euro per il settore manifatturiero.