L'Istituto Nazionale di Statistica ha confermato i dati preliminari relativi all’andamento dell’inflazione in Italia per gennaio 2025. Secondo quanto diffuso dall’ente, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un incremento dello 0,6% rispetto a dicembre 2024 e dell’1,5% rispetto a gennaio 2024, in accelerazione rispetto all’1,3% registrato nel mese precedente.
Inflazione in crescita a gennaio: confermato l’aumento all’1,5%
L’aumento confermato dell’inflazione si inserisce in un contesto macroeconomico ancora caratterizzato da pressioni sui costi di produzione e una dinamica salariale contenuta. I principali fattori trainanti includono il settore energetico, sebbene in rallentamento rispetto ai picchi dello scorso anno, e le tensioni persistenti sui prezzi dei servizi.
Secondo l’Istat, a gennaio il tasso tendenziale di variazione dei prezzi del cosiddetto ‘carrello della spesa’ si mantiene stabile al +1,7%. Questo dato riflette la dinamica dei prezzi dei beni di prima necessità, come alimentari e prodotti per la cura della casa e della persona, fondamentali per il bilancio familiare.
Analisi territoriale: dove l’inflazione è più alta?
Osservando le variazioni su base territoriale, l’inflazione risulta più elevata in alcune specifiche aree del Paese. Tra i capoluoghi di regione, delle province autonome e i comuni con oltre 150mila abitanti, le città con il maggior incremento dei prezzi sono Bolzano e Rimini, dove i consumatori stanno affrontando un aumento più marcato del costo della vita.
Implicazioni per famiglie e imprese
L’andamento dell’inflazione ha un impatto significativo sulle famiglie italiane, soprattutto in termini di potere d’acquisto. Il carrello della spesa che rimane stabile a +1,7% potrebbe sembrare un segnale di stabilità, ma rappresenta comunque un onere per i nuclei familiari, specialmente quelli a basso reddito.
D’altro canto, le imprese si trovano a dover gestire il delicato equilibrio tra costi crescenti e la necessità di mantenere la competitività. La crescita dei prezzi potrebbe riflettersi in una riduzione della propensione al consumo, elemento chiave per la crescita economica nel breve termine.
Le prospettive per i prossimi mesi
Gli analisti ritengono che nei prossimi mesi l’inflazione potrebbe mantenersi su livelli contenuti, grazie al rallentamento del costo dell’energia e a politiche monetarie più restrittive della Banca Centrale Europea. Tuttavia, rimane l’incognita delle tensioni geopolitiche e dell’andamento delle materie prime, che potrebbero impattare sulle dinamiche dei prezzi.
Nel frattempo, il Governo e le istituzioni economiche monitorano attentamente la situazione, valutando eventuali interventi per mitigare gli effetti dell’inflazione su famiglie e imprese.
In attesa dei dati di febbraio, l’attenzione resta alta su eventuali cambiamenti nei consumi e nei livelli di spesa, indicatori chiave per valutare la tenuta dell’economia italiana nel 2025.