Inflazione, Istat: "A maggio in calo al 7,6%". Assoutenti: "Stiamo vincendo battaglia ma guerra è ancora lunga"

- di: Barbara Leone
 
L’inflazione a maggio torna a scendere: secondo i dati resi noti oggi dall’Istat il tasso si attesta al 7,6%. Un rallentamento dovuto soprattutto alla misurata diminuzione dei prezzi dei beni energetici. Una dinamica che però non convince ancora del tutto Federconsumatori secondo cui i prezzi dovrebbero diminuire molto di più di quanto non stia avvenendo. Che si voglia chiamare “excluseflaction” o “inflazione da ingordigia” rimane il fatto - sostiene Federconsumatori - che i cittadini pagano prezzi ancora eccessivamente cari, alimentando il sospetto che forti dinamiche speculative siano ancora in atto. Secondo un recente studio dell’O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori sui prezzi di un paniere di 30 prodotti fondamentali è emerso che, a fronte di un tasso di inflazione del 7,6%, i prezzi dei prodotti essenziali sono aumentati mediamente del doppio, cioè del 14% (prendendo a riferimento i prezzi applicati a giugno 2022 e quelli di giugno 2023). Una dinamica allarmante, che in molti casi diverge dall’andamento registrato dai costi delle materie prime. Con l’inflazione a questi livelli, sottolinea ancora Federconsumatori, le ricadute per le famiglie sono comunque estremamente onerose: secondo le stime dell’O.N.F. pari a 2.264,80 euro annui a famiglia.

Inflazione, Istat: "A maggio in calo al 7,6%". Assoutenti: "Stiamo vincendo battaglia"

Aumenti che non hanno lo stesso impatto per tutti: pesano molto di più per le famiglie meno abbienti. Per Federconsumatori è dunque necessario che che il Governo operi un cambio di rotta importante e deciso. Innanzitutto attraverso l’incremento del potere di acquisto delle famiglie, specialmente quelle a reddito fisso, con una detassazione dei salari e rendendo strutturale il taglio del cuneo fiscale. E poi ancora attraverso un aumento della tassazione sugli extraprofitti delle aziende (di energia e non solo), che hanno ricavato margini enormi negli ultimi anni e che in molti casi continuano a mantenere prezzi eccessivamente alti per pura avidità, indirizzando tali fondi a sostegno delle famiglie. Ed in ultimo con l’avvio immediato di monitoraggi capillari dei prezzi da parte del Garante e con l’aiuto delle Associazioni dei Consumatori, per rilevare e contrastare in maniera tempestiva i fenomeni speculativi.

Diverso, invece, il parere di Assoutenti, che commentando i dati diffusi oggi dall’Istat sottolinea che essi dimostrano come qualcosa si muova sul fronte dei prezzi e attestano i primi risultati positivi delle attività avviate dal Mimit in collaborazione con Mister Prezzi e Commissione di allerta rapida per la verifica dell’andamento dei listini. “Nonostante in alcuni settori i prezzi rimangano elevati, il trend ha invertito la rotta e finalmente i listini tornano a scendere – spiega il presidente Furio Truzzi –. Il caso più lampante è quello della pasta: dopo i forti rincari registrati negli scorsi mesi, le accuse di speculazioni e la minaccia di sciopero lanciata da Assoutenti, i listini della pasta fresca e secca frenano la loro corsa e crescono a maggio del +12,8%, contro il +19,5% di febbraio e addirittura il +22% dello scorso dicembre. Stiamo vincendo una battaglia, ma non la guerra, che sul fronte dei prezzi al dettaglio appare purtroppo ancora lunga. Per tale motivo - conclude Truzzi - e a fronte della discesa dei listini, abbiamo deciso di sospendere l’annunciato sciopero della pasta, ma al tempo stesso chiediamo la definizione di un paniere di beni “salva-spesa”, da vendere sul territorio a prezzi calmierati in accordo con Gdo, produttori ed enti locali, in modo da sostenere le famiglie meno abbienti e incentivare i consumi”.

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