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A tutta dieta: la dieta dissociata

- di: Barbara Leone
 
A tutta dieta: la dieta dissociata
Anno nuovo, girovita nuovo! Siete pronti ad esplorare il mirabolante firmamento delle diete dimagranti, dalle intramontabili (come la dissociata o la proteica) sino alle più recenti ed alle moda (come il digiuno intermittente o la dieta Sirt). Passando per quelle più stravaganti: una su tutte la dieta del cotone (avete letto bene!), che però in tutta onestà sconsigliamo di seguire. A tal proposito ci preme sottolineare che quando ci si mette a dieta è sempre cosa buona e giusta rivolgersi al proprio medico di fiducia. Perché tutti (o quasi) i regimi alimentari costringono il nostro corpo ad uno sforzo cui non sempre è preparato e che di sovente può causare dei disturbi, talvolta anche gravi. 

La dieta dissociata

Ciò detto bando alle ciance, ed iniziamo il nostro viaggio partendo dal classico dei classici: la dieta dissociata. Questo schema alimentare venne ideato addirittura nel 1911 dal dottor William Howard Hay (infatti viene chiamata anche dieta Hay), che ne sperimentò i benefici per curare la sua patologia renale. La sua teoria era che la digestione di alimenti diversi comporta processi chimici differenti: quella dei carboidrati avviene in ambiente basico, mentre quella delle proteine avviene in ambiente acido. Ergo… non possono avere luogo nello stesso momento. E quando ciò avviene, sempre secondo Hay, sopraggiungono difficoltà intestinali e gastriche. La scienza, in realtà, non ha mai confermato la teoria di Hay e non ha mai accolto con unanime consenso lo schema alimentare da lui ideato, soprattutto per via della sua rigida separazione dei macronutrienti. Tuttavia il concetto generale di attenzione alla digestione incontra gli obiettivi oggi condivisi di prevenzione di condizioni molto diffuse, come il reflusso gastroesofageo e l’acidità di stomaco. 

Poche le regole fondamentali

Ma, in pratica, cosa significa dissociata? Molto semplicemente non associare nello stesso pasto macronutrienti differenti e seguire le seguenti regole base: devono trascorrere almeno 4-5 ore tra un pasto dissociato e il successivo; non bisogna associare nello stesso pasto proteine di tipo diverso (per esempio carne e formaggio); non associare nemmeno carboidrati differenti (pasta e patate); privilegiare i cereali integrali; consumare porzioni abbondanti di frutta e verdura e mangiare la frutta lontano dai pasti e i carboidrati nella prima parte della giornata (entro il pomeriggio). Fondamentalmente il pasto standard è costituito da un piatto unico con contorno di verdure. Una giornata tipo di chi vuol seguire la dieta dissociata per esempio sarà: a colazione un bicchiere di latte scremato con cereali o uno yogurt magro con caffè d’orzo; a metà mattina uno spuntino con un frutto a piacere o un centrifugato di verdure; a pranzo un piatto di pasta (poca eh, non più di 80 grammi) con contorno di insalata o un piatto di riso (sempre massimo 80 grammi) con contorno di verdure grigliate; a cena una porzione di pesce  o pollo o uova (porzioni da dieta, mi raccomando) sempre col solito contorno di insalata o verdure grigliate. Stop. Si dimagrisce? Come detto questa dieta nasce più che altro con finalità disintossicanti, ma viene da sé che se la seguiamo alla lettera qualche chilo lo buttiamo giù. E vorrei vedere, visto quello che si mangia. Anzi, che non si mangia. Tanto più se alziamo il sederino santo dalla sedia e tutti i giorni ci facciamo una bella passeggiata a passo svelto. E per passeggiata non intendo quella col cane che ogni due per tre si ferma a fare pipì. 

I pro e contro

Come tutte le diete, anche la dissociata ha i suoi pro e contro. Sicuramente a suo favore vi è l’ampio consumo di frutta e verdura, il prediligere i cereali integrali, il vietare il consumo di zuccheri e cibi preconfezionati (quindi niente bastoncini di pesce et similia). In generale, seguendo questa dieta avremo sicuramente una serie di benefici a livello di digestione. Il principale contro è che, per come l’ha pensata Hay, è sostanzialmente impraticabile. Perché facendola ci si rende conto che gli alimenti fatti solo ed esclusivamente di carboidrati o proteine sono quasi inesistenti. Inoltre è una dieta molto restrittiva, che a lungo andare è veramente difficile da seguire alla lettera. Senza contare che rallenta molto il metabolismo, il che vuol dire che appena torniamo a mangiare la nostra amata carbonara riprendiamo tutti i chili persi, e pure con gli interessi. 

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