Libri, tutti scrivono ma i lettori diminuiscono: il 30% vende zero copie

- di: Barbara Bizzarri
 
Il problema è annoso e non di facile soluzione: tutti scrivono, nessuno legge. Il che è un bel paradosso perché senza sane letture non si è in grado di scrivere (e questo spiegherebbe buona parte dei libri pubblicati in Italia). A pagare le spese di questa contraddizione in termini, però, sono soprattutto le librerie: tra scrittori ed editori improvvisati online, oppure case editrici che si fanno pagare regolarmente per pubblicare, "siamo invasi da una quantità di libri inutili", peraltro difficili da riconoscere e da scegliere. Il 30% dei libri pubblicati non vende una copia, o al massimo ne vende una, e quindi è ora "che anche gli editori si pongano il problema: siamo nell'era dell'assurdo, ormai". Tra tutti quelli usciti nel 2022, nemmeno 35.000 libri hanno venduto 10 copie.

Libri, tutti scrivono ma i lettori diminuiscono: il 30% vende zero copie

In ogni caso, anche i librai dovranno "rimboccarsi le maniche, continuando ad aggiornarsi, riponendo attenzione alle tematiche del momento" e sfruttando comunque le opportunità offerte dall'online. A chiedere a gran voce una "regolamentazione" a livello nazionale nel settore, sono proprio le librerie indipendenti, riunite da Cat (Centro assistenza Tecnica) Confesercenti Emilia-Romagna per indurre una riflessione su uno studio a tema redatto da Nomisma.

Tutto ciò, nel corso di una videoconferenza aperta al pubblico e intitolata "Ruolo e posizionamento delle librerie indipendenti in Italia e in Emilia-Romagna", insieme tra gli altri al Sil (Sindacato italiano librai e cartolibrai) e con la partecipazione del direttore di Confesercenti Emilia-Romagna, Marco Pasi, di Nicolò Maserati, presidente di Sil Confesercenti regionale, e di Carlotta Brondi, project manager di Nomisma, incaricata di illustrare la ricerca. Partecipano anche Cristina Giussani, presidente nazionale Sil, Antonio Terzi, presidente di Li.Ber Associazione Librai Bergamaschi nonché vicepresidente del Sil, e Guido Ciarla, presidente Sil Roma e ideatore del Festival Velletri Libris

Come rileva Nomisma sulla base di dati Istat, in Italia le case editrici sono diminuite da quota 5.491 nel 2012 a 4.623 nel 2021, con il calo maggiore registrato tra 2012 e 2015 (-13,2%). L'andamento in Emilia-Romagna si mostra "coerente" a quello nazionale, riuscendo nel complesso a mantenere la quota dell'8% sul totale italiano. La produzione libraria, appunto, ha registrato una continua crescita a partire dal 2016, con la sola eccezione del calo del 2020. Dopo il boom del 2019, con 86.475 opere pubblicate, nel corso del 2021 la produzione libraria è cresciuta ulteriormente, mostrando un incremento del +4,3% rispetto al 2019. Guardando all'evoluzione del numero di librerie presenti in Italia, spiccano il 2015 e il 2019 come anni di "significative flessioni negative (con rispettivamente 3.158 e 3.175 librerie), mentre si rilevano il 2020 e il 2021 quali anni di ripresa".

Ancora, rileva Nomisma, a partire dal 2021 si registra un aumento delle vendite di libri in carta (in valore), un'eredità legata alla riscoperta della lettura durante la pandemia che, a quanto pare, non si perde neanche nel 2022, arrivando a quota 1,67 miliardi di euro di vendite. Cambia però la composizione dei canali di acquisto: se nell'anno del lockdown era aumentato il contributo dell'online, nel 2022 è avvenuto un rimbalzo del 'fisico', che era tornato a crescere già nel 2021. Tuttavia, secondo la ricerca, negli ultimi 11 anni il numero di lettori italiani è calato passando dal 46,8% del 2010 al 40,8% del 2021. Ed è diminuito anche il numero di lettori emiliano-romagnoli, pur registrando sempre una quota superiore alla media italiana (51,5% nel 2010 e 46,4% nel 2021).

Approfondendo lo studio Confesercenti-Nomisma, emerge poi come un lettore su due nell'ultimo anno abbia letto tra i due e i cinque libri, prediligendo soprattutto gialli (scelti dal 58% dei lettori) e thriller (52%). I libri si acquistano per l'interesse dell’argomento (indicato dal 58% dei lettori emiliano-romagnoli), seguito dall'interesse per l'autore (56%).

Il libro stampato rimane il formato più scelto: in media, infatti, il 75% dei libri letti negli ultimi 12 mesi dai lettori dell'Emilia-Romagna era in formato cartaceo. Chi nell'ultimo anno ha letto anche e-book o audiolibri, inoltre, lo ha fatto principalmente per motivi di praticità: il 42%, infatti, dice di averli scelti perché forniscono la possibilità di essere letti o ascoltati "ovunque".

Il canale preferito dei lettori emiliano-romagnoli rimane quello delle librerie fisiche (il 62% nell'ultimo anno ha acquistato principalmente all'interno di un punto vendita) mentre, tra coloro che hanno acquistato in primis tramite l'online, l'82% ha scelto di affidarsi alle piattaforme di Marketplace, soprattutto per "comodità e rapidità" dell'acquisto (lo afferma nel complesso il 77% dei lettori emiliano-romagnoli che acquistano online), ma anche per la possibilità di trovare prezzi minori o comunque promozioni (67%).


Le librerie indipendenti, emerge ancora dalla ricerca, rappresentano per i lettori dell'Emilia-Romagna un presidio culturale del quartiere e della città (lo dice il 49% dei lettori emiliano-romagnoli), così come un luogo di incontro e discussione (41%) e di educazione alla lettura (39%). Tra le ragioni di scelta della libreria indipendente per gli acquisti, la maggioranza degli 'user' emiliano-romagnoli individua "la comodità dovuta alla vicinanza della libreria", seguita dalla "tipologia di assortimento" offerto (quest'ultima viene indicata dal 53%). Gli aspetti più apprezzati delle librerie indipendenti riguardano comunque "la competenza del personale e la varietà di libri in assortimento, indicati quali punti di forza dal 76% degli user dell'Emilia-Romagna che percepiscono le librerie indipendenti come molto attente ed impegnate".
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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