Una nuova ondata di maltempo ha investito il Centro e il Nord Italia, lasciando dietro di sé un bilancio pesante per l’agricoltura e le infrastrutture. Grandinate improvvise, raffiche di vento e piogge torrenziali hanno colpito in particolare l’Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto, trasformando le campagne in campi devastati e causando interruzioni nei collegamenti stradali e ferroviari. Le immagini che arrivano da Piacenza, Mantova, Verona e dalle aree collinari dell’Appennino mostrano vigneti abbattuti, frutteti distrutti, serre scoperchiate e ortaggi sommersi. Per Coldiretti si tratta di una vera catastrofe: ettari di colture perse proprio nel momento cruciale della maturazione, con perdite stimate tra il 40 e il 60% in alcune zone.
Maltempo, l’Italia agricola sotto assedio: grandine e alluvioni devastano il Centro-Nord
Il maltempo ha causato anche disagi alla circolazione urbana e rurale. Diverse strade provinciali sono state chiuse per smottamenti e alberi caduti, mentre le forti raffiche di vento hanno scoperchiato tetti e fatto cadere tralicci dell’elettricità, lasciando temporaneamente senza luce alcune zone del Bolognese e del Mantovano. A Modena e Parma si sono verificati allagamenti nelle stazioni ferroviarie locali, con la sospensione temporanea di diverse tratte regionali. Le squadre della Protezione civile e dei Vigili del fuoco sono state mobilitate per tutta la notte, impegnate nel prosciugamento di scantinati, nella messa in sicurezza delle abitazioni e nel monitoraggio dei corsi d’acqua esondati.
L’appello del mondo agricolo: serve un piano stabile
Le associazioni di categoria hanno lanciato un appello urgente al governo per attivare subito strumenti di sostegno e ricostruzione. Coldiretti denuncia la crescente vulnerabilità di un settore sempre più esposto agli sbalzi climatici e chiede che i danni da eventi estremi siano trattati come emergenze nazionali strutturali, non più come eventi eccezionali. La stagione 2025 si presenta già fortemente compromessa per molte produzioni ortofrutticole, con possibili effetti a cascata su prezzi e disponibilità nei mercati locali e nazionali. Anche Confagricoltura segnala come le assicurazioni contro eventi meteo siano diventate inaccessibili per costi o limitazioni, lasciando molte imprese agricole esposte e senza coperture.
Clima impazzito e territori fragili
L’evento che ha colpito l’Italia non è un caso isolato, ma l’ennesimo episodio di una sequenza che si ripete con frequenza sempre maggiore. Dopo la siccità estrema dell’estate scorsa, ora è il tempo dell’acqua che distrugge e della grandine che devasta. Il cambiamento climatico si manifesta nella sua forma più evidente, e il territorio italiano, frammentato e urbanizzato senza regole in molte zone, fatica a reggere l’urto. Le reti di scolo non sono sufficienti, i bacini di contenimento mancano, le aree rurali non sono attrezzate per assorbire quantità d’acqua simili in tempi così brevi. E le previsioni, purtroppo, indicano che fenomeni di questo tipo sono destinati a diventare la norma.
Un’emergenza che chiede risposte sistemiche
Non si tratta più solo di fronteggiare l’emergenza, ma di cambiare approccio. Gli eventi estremi che hanno colpito il Nord Italia dimostrano quanto sia urgente dotare il Paese di una strategia nazionale di adattamento climatico che tenga conto della specificità dei territori, delle esigenze agricole e della messa in sicurezza delle infrastrutture. I danni subiti dalle coltivazioni sono il primo segnale di una catena più ampia che coinvolge ambiente, economia e coesione sociale. Per troppo tempo si è rincorsa la crisi senza prevenirla. Ora la terra presenta il conto. E l’Italia, se vuole restare un Paese agricolo e vitale, dovrà imparare a leggere i segnali con occhi nuovi e a investire dove serve, prima che sia ogni volta troppo tardi.