La nostra biblioteca - Malvaldi - Oscura e celeste - Galileo si barcamena tra scienza, progresso e due figlie in convento

- di: Diego Minuti
 
I romanzi d'ambientazione storica, per loro natura, devono coltivare l'ambizione di essere credibili. Quindi all'autore si pone l'obbligo di, nell'ordine: scegliere innanzitutto la forma della scrittura; informarsi, meglio studiare il periodo storico in cui si ambienta la vicenda; evitare di dare per scontato che, chi legge oggi, si ponga troppi quesiti su eventi o circostanze che non si conoscono bene.
Ecco, questa la premessa.
Ma, se vi accingete a leggere ''Oscura e celeste'' (Giunti - pag.348 - 19,00 euro), di Marco Malvaldi, cancellatela e mettetevi comodi per confrontarvi con una storia che, come precisa l'autore nella postfazione, non è, né ambisce ad essere un libro di storia, pur se è scontato che, per metterlo su, lo scrittore toscano ha perso molto tempo per informarsi ed evitare errori marchiani, sempre in agguato quando si parla anche di scienza.

La nostra biblioteca - Malvaldi - Oscura e celeste - Galileo si barcamena tra scienza, progresso e due figlie in convento

Ma Malvaldi, ufficialmente chimico e scrittore - non sappiamo a quale delle due professioni dedichi più tempo -, è spiazzante perché, al di là della storia raccontata (di cui parliamo di qui a poco), attira il lettore in virtù di una precisa scelta: parlare di (presunti) eventi del '600 scrivendo, però, come se la storia fosse contemporanea, quindi con un linguaggio in cui i riferimenti a quello corrente (ma anche a eventi a noi temporalmente vicini) sono costanti, conferendo interesse alla trama anche nei momenti in cui essa perde un pizzico di verve. La storia potrebbe essere riassunta in poche battute: c'è il convento, alla periferia di Firenze, dove vivono (una convinta, l'altra sentendosi alla stregua di una reclusa) le due figlie di Galileo Galileo, che ve le ha spedite non potendo dare loro una dote. Cosa che, a quei tempi, era abbastanza frequente nelle famiglie di quella che oggi potrebbe essere definita la borghesia.

Lui è alle prese con la stesura definitiva del ''Dialogo sui due massimi sistemi del mondo'', combattuto tra il suo essere studioso e la presenza ingombrante della Chiesa, che lo aspetta al varco, anche per mettere ordine in una materia che mette a confronto la religione e la scienza. Solo che le ultime pagine del trattato, date alla figlia ''saggia'' perché le trascrivesse, spariscono dopo che la suora alle quali erano state consegnate perché le leggesse muore volando da una finestra del convento.

Suicidio? Incidente? Omicidio? Tutte le ipotesi restano in piedi sino a quando si capisce che suor Agnese non è caduta, ma è stata proprio spinta. La storia si sviluppa quindi in un confronto, nemmeno tanto a distanza, tra la ragione che spinge verso un'ipotesi e la necessità che la Chiesa imponga il suo punto di vista (e la sua convenienza). Poi c'è anche l'ambizione di costruire il primo orologio a pendolo, c'è la peste che fa strage a Firenze e che si cerca di contrastare anche a colpi di preghiere e voti, c'è un granduca - Ferdinand II de' Medici - furbo e concreto, che sa muoversi e fare muovere gli altri. Galileo, dipinto per come forse era realmente (comprese le arrabbiature, gli scatti d'ira e i problemi di ogni capofamiglia), è circondato da un corollario di personaggi tratteggiati magnificamente, tra monsignori curiosi, confessori ottusi, suore arrabbiate e in conflitto tra di loro, sullo sfondo di un'epoca di cui forse si conosce ancora poco.
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Italia Informa n° 1 - Gennaio/Febbraio 2024
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