La Legge di Bilancio 2025 includerà anche misure di pacificazione fiscale e interventi sul fronte pensionistico, in particolare legati all’aggiornamento dell’aspettativa di vita.
Lo ha precisato il Ministero dell’Economia e delle Finanze in una nota diffusa dopo il Consiglio dei ministri che ha esaminato le linee principali della manovra, confermando un impianto orientato alla stabilità dei conti e alla continuità delle politiche di riduzione del cuneo e sostegno al potere d’acquisto.
Manovra 2025: pace fiscale e pensioni entrano nella Legge di Bilancio
Le misure, spiegano fonti del dicastero, saranno parte integrante del pacchetto economico che accompagnerà il Documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles nei prossimi giorni.
Pace fiscale, verso una nuova edizione “selettiva”
La cosiddetta pace fiscale, che negli ultimi anni ha accompagnato le leggi di bilancio con diverse formule (definizione agevolata, rottamazioni, sanatorie selettive), sarà riproposta in chiave più mirata e ordinata.
L’obiettivo, si legge nel documento tecnico preparatorio, è quello di favorire l’emersione spontanea di debiti tributari di modesta entità e di ridurre il contenzioso pendente, senza compromettere la fedeltà fiscale complessiva.
Nel mirino ci sarebbero i carichi fino a 5 mila euro, ormai di difficile riscossione. Il modello prevede un approccio “una tantum”, con procedure semplificate per piccoli contribuenti e imprese individuali.
Fonti parlamentari parlano di un’operazione “di chiusura soft”, analoga a quella avviata nel 2023 ma con un perimetro più ristretto e criteri di accesso legati al reddito e al comportamento fiscale pregresso.
Il principio, spiegano dal Mef, è quello di una “pacificazione fiscale e non di condono”, con l’obiettivo di recuperare gettito potenziale e rafforzare il rapporto di fiducia tra amministrazione e contribuente.
Pensioni: adeguamento all’aspettativa di vita e flessibilità in uscita
Sul fronte previdenziale, la manovra interverrà per aggiornare i parametri dell’aspettativa di vita e ridefinire le forme di flessibilità in uscita.
Il Mef e il Ministero del Lavoro stanno lavorando a una soluzione che consenta di evitare scatti automatici troppo rigidi e di mantenere l’equilibrio attuariale del sistema, in linea con le previsioni del Documento di economia e finanza.
In discussione resta anche la proroga di Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi), con possibili aggiustamenti sulle finestre di uscita e sui coefficienti di penalizzazione.
L’intenzione del governo è di costruire un “ponte” verso una riforma strutturale, che superi il meccanismo delle quote annuali e garantisca maggiore sostenibilità nel medio periodo.
Un elemento centrale sarà il monitoraggio dell’andamento demografico: secondo le ultime proiezioni Istat, nel 2040 l’Italia avrà 1,4 milioni di pensionati in più e una popolazione attiva in calo del 10%.
Il quadro macroeconomico
La manovra 2025 nasce in un contesto di crescita debole ma con segnali di stabilizzazione dei conti pubblici. Il Tesoro punta a mantenere il deficit/Pil al 3,5% e a ridurre gradualmente il debito, che resta sopra il 137%.
L’andamento favorevole dello spread Btp-Bund, tornato sotto quota 80, consente un margine di manovra limitato ma stabile.
Nel pacchetto di misure troveranno spazio anche la conferma del taglio del cuneo fiscale, la riduzione dell’Irpef per il ceto medio (dal 35% al 33%) e incentivi ai rinnovi contrattuali.
L’obiettivo politico, spiegano dal Mef, è dare continuità alla linea di “responsabilità e crescita graduale”, già indicata dal ministro Giancarlo Giorgetti al Forum Coldiretti.
Verso il confronto con Bruxelles
Il Documento programmatico di bilancio sarà inviato alla Commissione europea entro metà ottobre.
La “pace fiscale selettiva” e la revisione dei meccanismi pensionistici saranno valutate in termini di impatto sulla spesa corrente e sulla sostenibilità di lungo periodo.
A Bruxelles, secondo fonti diplomatiche, l’Italia intende presentarsi con una strategia coerente: nessun aumento di imposte, ma una razionalizzazione della spesa e un alleggerimento mirato della pressione fiscale.
Il messaggio politico
Con la manovra 2025 il governo punta a confermare la propria linea di equilibrio: rigore e flessibilità, ma senza strappi.
La pace fiscale serve a ridurre la tensione tra fisco e cittadini, le misure pensionistiche a gestire la transizione demografica.
L’obiettivo, spiega una nota del Mef, è “offrire certezza ai contribuenti, stabilità ai conti pubblici e un orizzonte chiaro a chi pianifica il proprio futuro previdenziale”.
In altre parole, una manovra di continuità, costruita per attraversare un anno complesso senza shock, tenendo insieme le priorità economiche e la coerenza di bilancio.