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Manovra, legge di bilancio: notte di fuoco in Commissione. Oggi la Capigruppo decide il calendario per l’Aula

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Manovra, legge di bilancio: notte di fuoco in Commissione. Oggi la Capigruppo decide il calendario per l’Aula

La maratona sulla legge di bilancio si è chiusa a notte fonda, con l’ultimo via libera della Commissione Bilancio della Camera agli emendamenti che, nelle ultime ore, hanno animato un confronto estenuante tra governo, maggioranza e opposizioni. Oggi la conferenza dei capigruppo definirà l’iter in Aula, con l’obiettivo di incassare la fiducia entro venerdì. Il passaggio al Senato, però, slitta a dopo Natale, con il traguardo finale previsto tra il 27 e il 28 dicembre, come ormai consuetudine, per scongiurare lo spettro dell’esercizio provvisorio.

Manovra, legge di bilancio: notte di fuoco in Commissione

Una legge di bilancio che conferma i suoi pilastri fondamentali – come il taglio strutturale del cuneo fiscale fino ai redditi di 40mila euro, la riduzione delle aliquote Irpef, il bonus bebè da 1.000 euro e la riduzione dell’Ires per le imprese – ma che nelle ultime ore ha visto emergere ritocchi mirati e micro-interventi volti a consolidare i delicati equilibri politici e smussare le tensioni con le opposizioni.

Oratori, paritarie e psicologo a scuola: gli interventi educativi

Tra le novità più rilevanti c’è l’attenzione al mondo educativo e sociale. Su impulso di Noi Moderati, viene istituito un fondo triennale da 1,5 milioni di euro (500mila l’anno) per finanziare le attività degli oratori, riconosciuti come presidi educativi nei territori. Sempre sul fronte dell’istruzione, arrivano 10 milioni di euro per lo psicologo a scuola, una misura molto attesa per sostenere il benessere degli studenti. Le scuole paritarie ottengono un aumento di risorse legato all’accoglienza di alunni disabili, portando la dotazione complessiva a 50 milioni di euro. Un segnale che risponde a una storica battaglia di alcune forze politiche.

Introdotto anche un rifinanziamento del fondo per i campi scuola, voluto dall’ex ministra Elena Bonetti, anche se con una dotazione ridotta rispetto ai livelli degli anni della pandemia.

Inclusione sociale: nuove soglie per l’Assegno d’inclusione

Importanti novità anche per l’Assegno d’inclusione, con un adeguamento delle soglie d’accesso. L’Isee massimo consentito passa da 9.360 a 10.146 euro, mentre il reddito familiare sale da 6.000 a 6.500 euro annui. Per i nuclei composti da over 67 o con familiari in condizioni di disabilità grave, la soglia del reddito familiare viene ulteriormente alzata da 7.560 a 8.190 euro. Crescono anche gli importi dedicati alle famiglie in affitto, con l’integrazione che sale da 3.360 a 3.640 euro e un incremento specifico per i nuclei anziani, che passa da 1.800 a 1.950 euro.

Pensioni: un compromesso a metà

La Lega, pur non ottenendo lo scivolo sperato su larga scala, incassa un intervento limitato: si potrà andare in pensione a 64 anni, ma solo a condizione di avere almeno 20 anni di contributi, di rientrare nel regime contributivo e di percepire un assegno pari a 3 volte la pensione minima per gli uomini e 2,8 volte per le donne. Una misura che interessa una platea ristretta, ma che potrebbe costituire un modello per futuri interventi. Restano ancora sul tavolo le discussioni sulla possibilità di destinare il Tfr ai fondi pensione con il meccanismo del “silenzio assenso” per i nuovi assunti.

Stipendi dei ministri: il fondo che fa discutere

È rimasta incerta fino all’ultimo la questione dei rimborsi per i ministri non parlamentari. Archiviata l’ipotesi iniziale di una maxi-integrazione da 7.500 euro al mese, il governo ha optato per un fondo annuale da 500mila euro per coprire le spese di trasferta. Secondo le stime, si traduce in circa 2.500 euro al mese. L’opposizione attacca parlando di “privilegio di casta” e denuncia lo scollamento tra politica e cittadini, soprattutto in un momento in cui tanti lavoratori pendolari coprono di tasca propria gli spostamenti per lavorare.

La norma anti-Renzi e il fronte della caccia

Non mancano i capitoli spinosi. La cosiddetta “norma anti-Renzi”, che vieta compensi da Paesi extra-Ue per chi ricopre incarichi di governo, è stata oggetto di discussione fino all’ultimo minuto, con un ritorno alla stretta originaria. La misura vieta di accettare compensi diretti o indiretti da soggetti pubblici o privati con sede fuori dall’Ue, anche se resta ancora da chiarire il regime per compensi inferiori a 100mila euro.

Fa discutere anche la scelta di ampliare le finestre per la caccia, che ha portato le associazioni ambientaliste a sollecitare l’intervento del Quirinale.

Micro-finanziamenti e misure curiose

Come sempre, la lunga notte degli emendamenti ha partorito anche interventi minori ma simbolici. Tra questi, spiccano i 10mila euro dedicati al gelato artigianale e l’aliquota ridotta per le micro-birrerie non industriali. Via libera anche alla detassazione delle mance per i lavoratori del turismo e alla reistituzione del Fondo per i morosi incolpevoli.

L’opposizione e il caso Cnr

Anche le opposizioni, con una scelta di unità, hanno deciso di destinare parte del “tesoretto” assegnato ai gruppi parlamentari alla stabilizzazione dei precari del Cnr, una mossa che chiude una fase di tensioni interne e offre un segnale concreto a un settore in sofferenza.

Ora la parola passa all’Aula. La manovra economica si avvia verso il voto di fiducia, ma il percorso resta pieno di insidie e colpi di scena, come sempre accade nelle battute finali della legge più importante dell’anno.

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