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Marinoni sceglie il silenzio davanti al gip: “Nessun sistema corruttivo”

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Marinoni sceglie il silenzio davanti al gip: “Nessun sistema corruttivo”

Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio del Comune di Milano, ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari nell’interrogatorio di garanzia previsto nell’ambito dell’inchiesta sull’urbanistica meneghina. L’indagato ha infatti deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, optando per una strategia difensiva incentrata sul processo ordinario e non sulla fase cautelare. A darne conferma è il suo legale, che ha precisato come non esistano, a giudizio della difesa, elementi che configurino un sistema corruttivo né singoli episodi corruttivi nei termini contestati dalla Procura di Milano.

Marinoni sceglie il silenzio davanti al gip: “Nessun sistema corruttivo”

Durante l’interrogatorio è stata depositata una breve memoria difensiva, limitata esclusivamente alle esigenze cautelari, ovvero alle ragioni per cui i pubblici ministeri hanno richiesto per Marinoni la custodia cautelare in carcere. Una scelta che evidenzia la volontà della difesa di concentrare le proprie argomentazioni giuridiche nel corso del dibattimento, ritenuto il contesto più adatto per un confronto pieno e completo con le accuse. “Ci difenderemo nel processo”, ha dichiarato l’avvocato di Marinoni, lasciando intendere che la strategia non prevede, almeno per il momento, l’ingresso nel merito dei fatti contestati nella fase preliminare.

Le accuse della Procura
Marinoni è una delle figure centrali dell’indagine della Procura milanese, che ipotizza l’esistenza di un sistema di relazioni illecite nell’ambito dell’urbanistica cittadina. Secondo quanto trapelato dalle carte dell’inchiesta, al centro dell’attenzione degli inquirenti vi sarebbero presunte pressioni, favori e scambi di utilità in cambio di decisioni o pareri tecnici favorevoli su progetti edilizi e trasformazioni urbanistiche. Per Marinoni, in particolare, la Procura ha chiesto la misura più afflittiva: il carcere. Una richiesta che la difesa ha definito sproporzionata e non fondata su elementi concreti, come dimostrerebbe la memoria depositata davanti al gip.

Il contesto dell’indagine su Milano
L’indagine sull’urbanistica milanese rappresenta uno dei filoni più delicati e potenzialmente esplosivi nel panorama giudiziario della città. Le indagini, coordinate dal pool guidato dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, puntano a far luce su presunte interferenze di natura politico-amministrativa e interessi privati nelle decisioni che riguardano lo sviluppo e la trasformazione del territorio urbano. L’inchiesta coinvolge, oltre a Marinoni, altri professionisti e funzionari, e potrebbe toccare anche ambienti vicini all’amministrazione pubblica e al mondo imprenditoriale.

Attesa per le decisioni del giudice

La scelta di Marinoni di non rispondere è una mossa tattica legittima ma significativa, che potrebbe influenzare l’evoluzione dell’indagine nelle prossime settimane. Ora spetterà al giudice per le indagini preliminari valutare la richiesta di custodia cautelare e la memoria difensiva depositata, prima di emettere una decisione che potrebbe avere un impatto decisivo sugli sviluppi dell’inchiesta. La Procura, da parte sua, appare determinata a dimostrare l’esistenza di una rete articolata di rapporti illeciti, ma la difesa si dice pronta a smontare ogni accusa in sede dibattimentale.

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