La Maturità 2025 si è aperta con una prova scritta di Italiano che invita al confronto tra generazioni, alla riflessione critica e alla consapevolezza civica. Le sette tracce proposte dal Ministero dell’Istruzione hanno toccato corde profonde, alternando letteratura, filosofia, scienza e attualità. Una di queste ha come fulcro una frase pronunciata da Paolo Borsellino, magistrato simbolo della lotta alla mafia, ucciso in via D’Amelio nel 1992.
Maturità, tracce tra memoria civile e inquietudine contemporanea: Borsellino, Pasolini e la sfida del rispetto
“Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo.” Con questa dichiarazione netta, lucida e tragicamente profetica, Borsellino restituisce un’immagine cruda e ancora attuale del potere in Italia. La traccia ha spinto i maturandi a riflettere sul significato della legalità, sul rapporto tra istituzioni e criminalità, sul valore della coerenza e sul coraggio civile. Un tema che, a più di trent’anni dalle stragi mafiose, resta incandescente, anche alla luce delle recenti inchieste, dei movimenti antimafia giovanili e del rinnovato dibattito sul rapporto tra etica e politica.
Rispetto: parola chiave del nostro tempo
Una delle tracce più scelte sembra essere stata quella sul significato della parola “rispetto”, proposta all’interno della tipologia C, dedicata alla riflessione critica e personale. I candidati sono stati invitati a riflettere sulla portata del termine, che attraversa sfere diverse della vita quotidiana: dal linguaggio alle relazioni interpersonali, dalla convivenza sociale al dibattito politico. In un’epoca in cui le parole sono spesso usate come armi e in cui l’aggressività verbale – soprattutto nei social – è diventata una forma di comunicazione dominante, l’invito a meditare sul rispetto come fondamento del vivere civile ha trovato riscontro nei pensieri dei ragazzi. Non si è trattato solo di scrivere un saggio, ma di interrogarsi su come questa parola si traduca concretamente nei gesti quotidiani, nel modo di relazionarsi agli altri, nell’apertura verso le differenze. In molti, secondo le prime testimonianze, hanno raccontato esperienze personali legate al bullismo, alla discriminazione, alle relazioni familiari, segno che la traccia ha saputo attivare un confronto autentico.
La voce isolata di Pasolini
Altro momento significativo della prova è stato l’incontro con Pier Paolo Pasolini, tra gli intellettuali più discussi e amati del Novecento italiano. La traccia proponeva una poesia tratta da Poeta delle ceneri, opera postuma in cui Pasolini si racconta in forma autobiografica, mescolando versi e prosa, dolore e denuncia. In questi versi si coglie il tormento dell’autore, il senso di solitudine, l’impossibilità di essere ascoltato in un mondo che non ha più tempo per le voci dissidenti. “Non ascoltatemi mai. Non ho parole dolci. Non ho il linguaggio delle madri.” Sono parole che risuonano anche oggi con forza, soprattutto in una generazione che fatica spesso a trovare un canale di espressione autentico. Pasolini, con la sua radicalità, ha offerto ai maturandi l’opportunità di riflettere sull’importanza del pensiero critico, della marginalità come scelta etica, del ruolo dell’intellettuale nella società. La traccia ha rappresentato anche un’occasione per recuperare il valore della poesia come strumento di verità, di dissenso, di umanità.
Tomasi di Lampedusa e l’intelligenza del cambiamento
Tra i testi narrativi proposti figura un estratto de Il Gattopardo, capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa che racconta la fine dell’aristocrazia siciliana attraverso la figura del principe Fabrizio di Salina. Il brano scelto, ambientato in un momento di snodo storico, invita a riflettere sulla natura del cambiamento, sull’ambiguità del progresso, sul potere che muta per restare uguale. “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”: è questa la celebre frase che accompagna la trasformazione dell’Italia postunitaria. Ma è anche una chiave di lettura attualissima, che si può applicare alla politica, all’economia, alle dinamiche sociali di oggi. I maturandi sono stati chiamati ad analizzare il testo dal punto di vista stilistico e contenutistico, ma anche a interpretarne la visione disincantata della storia. L’opera di Tomasi di Lampedusa è tornata così al centro del dibattito culturale proprio nel momento in cui l’Italia si interroga, ancora una volta, sul senso della propria identità.
La traccia scientifica e l’Antropocene
Un altro testo ha proposto una riflessione a firma del filosofo della scienza Telmo Pievani, noto per i suoi scritti sull’evoluzione e sul rapporto tra scienza e società. Il brano scelto affronta il tema dell’impatto ambientale della nostra civiltà e si inserisce nel dibattito sull’Antropocene, l’era geologica in cui l’attività umana è diventata una forza in grado di modificare l’ecosistema globale. Una sfida complessa, che intreccia responsabilità individuali e collettive, scelte politiche ed etiche. Per gli studenti, questa è stata l’occasione per misurarsi con un testo scientifico-argomentativo che richiede non solo comprensione ma anche consapevolezza. In un tempo segnato da cambiamenti climatici, crisi ecologiche e nuove mobilitazioni giovanili, questa traccia ha sollecitato riflessioni urgenti sul futuro del pianeta.
Notte insonne per molti maturandi
Secondo i primi dati raccolti da alcune piattaforme educative, circa il 70% degli studenti ha dichiarato di aver trascorso la notte prima dell’esame in preda all’ansia. Un dato che conferma quanto la Maturità continui a rappresentare un passaggio emotivamente significativo, nonostante le continue riforme e i tentativi di alleggerire la pressione. L’ansia, però, si è mescolata a un certo entusiasmo, soprattutto al termine della prova, quando molti hanno espresso soddisfazione per la varietà delle tracce e per la possibilità di esprimere se stessi. Non sono mancati però casi di crisi e difficoltà, soprattutto in chi ha trovato alcune proposte troppo complesse o distanti dalle proprie competenze.
Una maturità tra consapevolezza e ascolto
L’impostazione della prima prova 2025 restituisce un’idea di scuola che vuole essere specchio della società, laboratorio di pensiero, palestra di cittadinanza. Le tracce, selezionate con attenzione, parlano alle coscienze più che ai programmi. Interrogano il passato recente e aprono domande sul futuro. Chiedono di ascoltare le parole dei testimoni – da Borsellino a Pasolini – e di misurarsi con i concetti fondanti del vivere insieme: rispetto, responsabilità, memoria, libertà. In un momento storico attraversato da conflitti globali, disuguaglianze sociali e polarizzazioni, la Maturità prova così a restituire centralità alla riflessione e alla scrittura. Un segnale, forse, che vale più di mille riforme.