Meloni alla Camera: “No alla proposta israeliana, serve rispetto del diritto internazionale”
- di: Cristina Volpe Rinonapoli

Ieri, durante il question time alla Camera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affrontato un confronto serrato con le opposizioni, in una seduta segnata da toni fermi su politica estera e dure repliche sui dossier interni. Al centro della discussione, la posizione del governo sul conflitto in Medio Oriente e il ruolo dell’Italia nel quadro internazionale. “Non condividiamo le recenti proposte di Israele”, ha dichiarato Meloni, riferendosi all’ipotesi di allargamento del conflitto avanzata da Netanyahu. “Chiediamo che venga rispettato il diritto internazionale. Non richiameremo il nostro ambasciatore, ma continueremo a esigere il rispetto delle regole e della diplomazia”.
Meloni alla Camera: “No alla proposta israeliana, serve rispetto del diritto internazionale”
Meloni ha ribadito l’urgenza di trovare una via per la fine delle ostilità, ricordando l’impegno dell’Italia nei canali umanitari e diplomatici. “Una pace giusta, duratura e che garantisca la sicurezza anche per i palestinesi resta il nostro obiettivo”, ha detto. Il presidente del Consiglio ha anche sottolineato che il governo italiano è in prima linea per contribuire alla stabilizzazione della Striscia, attraverso programmi umanitari e progetti di ricostruzione. Ha ricordato, inoltre, il ruolo centrale che Roma sta giocando all’interno delle relazioni euro-atlantiche, mantenendo però spazi di manovra autonoma.
Sanità e difesa: botta e risposta con l’opposizione
La seduta si è accesa sui temi interni. Elly Schlein, leader del Partito Democratico, ha accusato l’esecutivo di ignorare le emergenze del sistema sanitario nazionale. “Liste d’attesa infinite, servono cinque miliardi subito”, ha detto. Meloni ha risposto con tono deciso: “Questa è la vostra propaganda del destino. Chi ha governato prima di noi ha tagliato la sanità. Noi ci stiamo rimettendo mano, ma servono riforme strutturali, non promesse vuote”.
A incalzare la premier è stato anche Giuseppe Conte, che ha accusato il governo di aver ceduto sull’aumento delle spese militari. “Con il piano Rearm vi siete fatti fregare”, ha affermato. Meloni ha replicato: “Nessuna spesa per la difesa va a discapito della sanità. Abbiamo rispettato gli impegni internazionali, come fa un Paese serio nella Nato”.
"Io non cambio idea se cambia il vento"
Nel passaggio forse più emblematico del suo intervento, Meloni ha riaffermato la coerenza della sua linea di governo: “Io non cambio idea se cambia il vento. Ci accusano di fare scelte impopolari, ma le portiamo avanti perché sono giuste. Gli italiani ci hanno dato fiducia per fare quello che serve, non quello che conviene”. Parole che hanno ricevuto l’applauso della maggioranza e che confermano l’intenzione dell’esecutivo di non arretrare su nessuno dei fronti aperti, dalla politica estera alla gestione delle risorse pubbliche.
Un’aula divisa, un confronto acceso
La giornata di ieri a Montecitorio ha restituito l’immagine di un Parlamento spaccato, in cui il governo si mostra saldo ma anche sotto il fuoco incrociato delle opposizioni. Tra accuse, repliche e annunci, il confronto politico entra in una nuova fase, più aspra e più visibile, soprattutto alla vigilia della campagna per le europee. Meloni, ancora una volta, ha scelto di non indietreggiare. E il confronto è appena cominciato.