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Meloni a casa Trump: sorrisi, promesse e una partita tutta americana

- di: Jole Rosati
 
Meloni a casa Trump: sorrisi, promesse e una partita tutta americana
La premier italiana (nella foto con Trump al suo arrivo alla Casa Bianca) prima leader europea a incontrare il tycoon tornato alla Casa Bianca: tra dazi, difesa e diplomazia, l’Europa osserva con diffidenza. Meloni: “Ci troviamo a metà strada”.
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Tra tappeti rossi e telecamere accese, Giorgia Meloni è arrivata alla Casa Bianca per una delle visite più delicate e simboliche del suo mandato. È la prima leader europea a incontrare Donald Trump da quando è tornato al potere, e il messaggio è chiaro: l’Italia vuole giocare d’anticipo, tentando di dettare la linea nei rapporti con un’America sempre più imprevedibile.
Accolta con entusiasmo dal tycoon, che su Truth Social ha parlato di “grande onore” nel riceverla, Meloni ha provato a tenere insieme i pezzi di un puzzle complicato: evitare una guerra commerciale, ottenere rassicurazioni sulla NATO e portare a casa una promessa di dialogo. Ma il palcoscenico era tutto nelle mani di Trump. E lui, da copione, ha dato il tono:L’accordo con l’Ue si farà al 100%. Non ci saranno problemi con nessuno”.

Meloni cerca un ruolo da mediatrice
Parlare francamente dei bisogni che ciascuno ha e trovarci a metà strada”: così Meloni ha sintetizzato il suo approccio nella conferenza congiunta, rilanciando l’idea di una diplomazia personale, fondata su rapporti diretti, persino confidenziali. È un terreno che Trump apprezza – soprattutto se a cercarlo è un capo di governo che lo tratta da interlocutore centrale, ignorando le frizioni europee.
Non a caso, Meloni ha proposto una visita ufficiale del presidente americano in Italia, con l’auspicio di organizzare “un incontro con l’Europa”. Un’idea che però, secondo fonti diplomatiche europee, rischia di aprire più problemi che soluzioni. A Bruxelles, riferisce Politico si teme che Roma stia scavalcando i partner per ottenere un dividendo politico personale.

Dazi, promesse e un gioco a somma zero
Il nodo principale resta il commercio. Trump ha ribadito di non avere “alcuna fretta” sugli accordi, ma ha fatto sapere di attendersi “dazi di base sostanziali” sulle importazioni, un segnale che mette in allarme l’industria europea. L’Italia, colpita soprattutto nel settore dell’agroalimentare e della meccanica, spera in un’esenzione o almeno in un alleggerimento, ma le garanzie sono scarse.
Meloni ha espresso fiducia: “Sono sicura che si possa raggiungere un’intesa”, ha detto davanti ai giornalisti. Ma il sottotesto resta quello di una trattativa asimmetrica, dove l’America detta le condizioni e l’Europa, divisa, rincorre.

Difesa al 2%: un conto da miliardi
Sul fronte militare, Meloni ha annunciato che l’Italia si adeguerà alla richiesta storica degli Stati Uniti di portare le spese per la difesa al 2% del PIL. “Lo annunceremo al prossimo vertice NATO. Tutti devono fare di più”, ha detto, posizionandosi come leader leale all’alleato americano. Ma si tratta di un impegno che pesa.
Secondo i dati di Mil€x – Osservatorio sulle spese militari italiane, questo adeguamento significherebbe almeno 10 miliardi di euro in più all’anno, da trovare in un bilancio già gravato da debito e vincoli europei. Una scelta che potrebbe diventare esplosiva nel dibattito interno italiano, soprattutto alla vigilia della campagna elettorale europea.

Il messaggio tra le righe: Trump vuole dividere l’Ue
L’incontro tra Meloni e Trump ha anche un chiaro messaggio politico. Il presidente americano sta usando la sua rinnovata leadership per testare la tenuta dell’Unione Europea, giocando sul divide et impera che già aveva adottato nel suo primo mandato. Offrire aperture a singoli Paesi, come l’Italia, è una strategia per frammentare il fronte europeo e costringerlo alla trattativa bilaterale.
E Meloni, che in patria cerca legittimazione internazionale, è sembrata pronta a raccogliere la sfida. Ma il rischio è che, nel tentativo di accreditarsi come “la voce dell’Europa”, finisca per trovarsi sola. E per pagare, politicamente e commercialmente, il prezzo di una scommessa tutta americana.

Il retroscena: Meloni ha informato Ursula, ma il gelo resta
Fonti vicine a Palazzo Chigi confermano che la premier ha informato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen e altri leader prima del viaggio. Ma il tono resta freddo. “Non si tratta di una visita concordata in sede europea”, ha fatto trapelare un funzionario UE a The Guardian.
Meloni, insomma, gioca in proprio. Con l’ambizione di trasformare l’Italia in interlocutore privilegiato di Washington. Ma con la consapevolezza che, in una fase in cui l’Europa cerca unità contro i dazi, ogni movimento solitario può ritorcersi contro.
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Un partita che è solo all’inizio
Meloni ha scelto di rischiare: si è mossa per prima, ha parlato con Trump da pari a pari, ha provato a strappare impegni su commercio e NATO. Ma nel gioco di potere americano, le regole non le decide Roma. E l’Europa, sempre più in affanno tra divergenze interne e ricatti esterni, guarda con sospetto. La partita è solo all’inizio.

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