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Meloni tra Washington e Bruxelles: la difficile partita del G7 sull’Ucraina

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Meloni tra Washington e Bruxelles: la difficile partita del G7 sull’Ucraina

Giorgia Meloni si muove con cautela. Le parole sono misurate, le dichiarazioni calibrate, i margini di manovra sempre più stretti. Il G7, convocato per il terzo anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina, diventa il palcoscenico di una partita delicata: l’Italia deve dimostrare di essere ancora un partner affidabile per Kiev, senza però incrinare i rapporti con il nuovo inquilino della Casa Bianca.

Meloni tra Washington e Bruxelles: la difficile partita del G7 sull’Ucraina

La presenza di Donald Trump ha cambiato le regole del gioco. Il presidente americano, che nei suoi primi mesi di mandato ha già lasciato intendere una netta inversione di rotta rispetto al sostegno incondizionato all’Ucraina, mette l’Europa davanti a una realtà scomoda: gli Stati Uniti non intendono più essere i principali finanziatori del conflitto. E questo per Meloni, che ha sempre fatto dell’atlantismo un pilastro della sua politica estera, significa ridefinire le priorità e trovare nuove strategie di posizionamento.

L’Italia e la pressione dell’UE: l’equilibrio è possibile?
Bruxelles chiede continuità. Il sostegno all’Ucraina resta una priorità per l’Unione Europea, con Germania e Francia in prima linea per mantenere gli aiuti economici e militari a Kiev. L’Italia, finora allineata a questa posizione, ora deve misurare ogni passo. Non può permettersi un cambio di rotta netto, ma nemmeno ignorare il nuovo assetto geopolitico imposto da Washington.

Al G7, Meloni lavora su più fronti. Da un lato, ribadisce la necessità di sostenere l’Ucraina per garantire la stabilità europea e mantenere alta la pressione su Mosca. Dall’altro, evita prese di posizione troppo rigide che possano indisporre Trump e incrinare i rapporti con Washington.

Trump e la “dottrina America First”: l’Europa si organizza
Se con Joe Biden la cooperazione transatlantica sul dossier ucraino era scontata, con Trump il quadro cambia radicalmente. La sua amministrazione ha già chiarito che gli Stati Uniti non intendono più spendere miliardi di dollari per sostenere Kiev senza un chiaro ritorno strategico. Un segnale che spinge l’Europa a organizzarsi autonomamente, rafforzando i fondi comunitari per la difesa e cercando soluzioni per non dipendere esclusivamente dagli americani.

In questo contesto, l’Italia gioca una partita complessa. Meloni sa che Roma non può permettersi di perdere il rapporto privilegiato con Washington, ma al tempo stesso deve rimanere credibile agli occhi di Bruxelles.

Il futuro della strategia italiana
Il G7 di quest’anno segna un momento di svolta nella politica estera italiana. L’approccio di Meloni dovrà essere pragmatico, evitando rotture sia con gli alleati europei che con la Casa Bianca. La strategia sembra essere quella di un sostegno calibrato a Kiev, mantenendo aperto il dialogo con Trump per garantire che l’Italia resti un interlocutore di primo piano nella diplomazia internazionale.

Ma il vero interrogativo resta: quanto a lungo potrà reggere questo equilibrio? Con un’Europa che spinge per un maggiore impegno e un’America più defilata, l’Italia dovrà decidere da che parte stare. E questa scelta potrebbe arrivare prima del previsto.

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