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Migranti, la nave Cassiopea arrivata in Albania: in 49 a bordo. Ecco cosa succede ora

- di: Cristina Volpe Rinonapoli
 
Migranti, la nave Cassiopea arrivata in Albania: in 49 a bordo. Ecco cosa succede ora

La nave Cassiopea, battente bandiera italiana, ha attraccato questa mattina nel porto albanese di Durazzo con a bordo 49 migranti. Il trasferimento, avvenuto dopo l’accordo bilaterale siglato tra Roma e Tirana lo scorso anno, rappresenta il primo banco di prova per un’intesa destinata a tracciare nuove rotte nei flussi migratori del Mediterraneo.

Migranti, la nave Cassiopea arrivata in Albania: in 49 a bordo

Un’operazione delicata, condotta in una cornice di tensioni politiche e umanitarie. I migranti, prevalentemente di origine subsahariana, erano stati soccorsi nei giorni scorsi in acque internazionali dalla Guardia Costiera italiana. Dopo giorni di incertezze sul porto di sbarco, la soluzione è arrivata con il trasferimento in Albania, paese considerato “sicuro” e ormai partner strategico dell’Italia nella gestione delle crisi migratorie.

Sul molo di Durazzo, funzionari dell’UNHCR e della Croce Rossa hanno accolto i 49 passeggeri, visibilmente provati dal viaggio, offrendo cibo, coperte e un primo screening medico. “Garantiremo condizioni dignitose e l’accesso alle procedure di asilo per chi ne farà richiesta,” ha assicurato un rappresentante del governo albanese.

Un modello di gestione o un rischio politico?
L’operazione è stata immediatamente al centro del dibattito politico italiano. Da una parte, il governo Meloni rivendica il successo dell’accordo con l’Albania come una svolta nella gestione della pressione migratoria. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha definito l’evento “un modello di solidarietà regionale e responsabilità condivisa”. Dall’altra, le opposizioni e le ONG non nascondono le loro perplessità.

“Delegare la gestione dei migranti a paesi terzi è una soluzione miope che rischia di compromettere i diritti fondamentali delle persone,”
ha dichiarato Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico. Le associazioni umanitarie, intanto, chiedono garanzie sulla trasparenza delle procedure e sulla tutela dei migranti trasferiti in Albania.

Cosa accade ora

I 49 migranti saranno temporaneamente ospitati in un centro di accoglienza nei pressi di Tirana, dove le autorità locali, con il supporto di esperti italiani, valuteranno le loro richieste di asilo. Chi non avrà diritto alla protezione internazionale potrebbe essere rimpatriato, in base agli accordi in vigore tra l’Albania e i paesi di origine.

La partita, però, è tutt’altro che chiusa. Per il governo Meloni, l’operazione Cassiopea è solo il primo passo verso una strategia più ampia, che punta a replicare il modello con altri paesi dei Balcani e del Nord Africa. Una strategia che potrebbe ridefinire il futuro della politica migratoria europea, ma che rischia di aprire nuovi fronti di tensione tra chi difende il diritto d’asilo e chi punta a blindare i confini.

Intanto, gli occhi restano puntati su Durazzo, dove il destino di 49 persone si intreccia con le sfide geopolitiche del nostro tempo.

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