FOTO: “Racconti di luce” alla Galleria Borghese
I capolavori della collezione Borghese escono dalle mura della Villa appartenuta al cardinal Scipione per tessere, in uno dei più affascinanti parchi di Roma, il loro dialogo con le stelle.
Superbe rappresentazioni come il Ratto di Proserpina scolpito dalla mano di Gian Lorenzo Bernini, Amor sacro e Amor Profano di Tiziano si susseguono ripercorrendo in ordine cronologico le tappe fondamentali della nascita e dello sviluppo della Galleria Borghese, dall’acquisto dei terreni fuori le mura da parte del cardinale Scipione Borghese nel XVII secolo, alla costruzione della villa come spazio ideale per accogliere una collezione senza pari, fino alle molteplici vicende storiche, i progetti architettonici, le trasformazioni dei giardini e gli allestimenti che si sono avvicendati nei secoli.
Tutto questo accadrà dall’11 luglio all’11 ottobre quando un inedito videomapping, che illuminerà la facciata sul retro della Galleria Borghese, riporterà alla luce secoli di storia, arte e trasformazioni che hanno reso questo luogo una delle mete culturali più amate al mondo.
Gli spettacoli saranno proiettati il venerdì e il sabato, a partire dalle 21.15, con più repliche a sera, con un biglietto dedicato e un allestimento pensato per la fruizione, che permetterà agli spettatori di guardare lo spettacolo “Racconti di luce” dalle sedute allestite nel giardino del parco.
Accompagnata da una colonna sonora originale e da una narrazione evocativa, l’iniziativa guiderà gli spettatori lungo un percorso intimo e monumentale, fatto di visioni, restauri, capolavori e trasformazione dei luoghi, dal passato fino ad oggi.
Arturo Martini a Vicenza
Fino al 16 novembre presso le Gallerie d’Italia – Vicenza Intesa Sanpaolo apre al pubblico la mostra “Vitalità del tempo. Arturo Martini nelle collezioni d’arte di Intesa Sanpaolo” a cura di Luca Massimo Barbero. La mostra si inserisce nell’ambito del progetto “Vitalità del Tempo”, dedicato alla valorizzazione delle collezioni d’arte moderna e contemporanea di Intesa Sanpaolo.
Quattordici opere dello scultore Arturo Martini provenienti da diversi nuclei collezionistici che nel tempo e confluiti nel patrimonio artistico del Gruppo, sono state allestite nella Sala dei Fauni, che solitamente ospita opere del Settecento Veneto ora in prestito a Villa Vauban di Lussemburgo
Chicca del percorso sono le due versioni della scultura La Pisana, una delle figure più affascinanti ideate dall’artista: quella in gesso, realizzata da Martini nel 1930 circa, e uno dei sei esemplari in bronzo fusi postumi (il primo di sei) su autorizzazione degli eredi, proveniente dalla Collezione Luigi e Peppino Agrati –raccolta d’arte contemporanea formata tra gli anni Sessanta e Ottanta del Novecento e confluita, grazie al lascito del Cavalier Luigi Agrati, nel patrimonio storico-artistico tutelato e valorizzato da Intesa Sanpaolo.
Da non perdere due sculture in pasta cementizia raffiguranti l'Allegoria del mare e l'Allegoria della terra, realizzate intorno al 1910, che risalgono al periodo in cui Martini lavorava nella fabbrica di ceramiche di Gregorio Gregory a Treviso.
Letizia Battaglia a Cagliari
Una delle pagine più sanguinose, poetiche, struggenti e drammatiche della Sicilia si racconta attraverso gli scatti di Letizia Battaglia, accolti fino al 26 ottobre presso il Palazzo di città a Cagliari. Fotografia, cronaca e vita privata confluiscono in unico percorso che mette in luce la straordinaria sensibilità e l’umanità della fotografa palermitana.
Promossa dal Comune di Cagliari in collaborazione con la Fondazione di Sardegna, organizzata da Electa in collaborazione con l’Archivio Letizia Battaglia e la Fondazione Falcone per le Arti
Senza Fine, a cura di Paolo Falcone, è un omaggio a Battaglia e al suo lavoro durato cinque decenni, alle fotografie realizzate fuori dalla sua terra, tappe di viaggi fondamentali per comprendere in modo più profondo l’insieme della sua opera e del suo pensiero.
Al Man di Nuoro isole e idoli
Qual è il legame che unisce un’isola ai suoi simulacri? E in che modo i maestri del Novecento in viaggio tra il Mediterraneo e i mari del Sud, hanno interpretato questo legame?
A provare a dare una risposta è la mostra “Isole e idoli”, in corso fino al 16 novembre al Museo MAN di Nuoro, soffermandosi su come il potere simbolico e mitico delle figure arcaiche, custodite entro i confini dell’insularità, si sia rigenerato, a distanza di secoli, nelle forme del moderno.
Fluttuando tra passato e presente, il percorso espositivo fruga tra archeologia e avanguardia, tra gli idoli cicladici e le sculture lignee intagliate da Gauguin durante i suoi anni a Tahiti.
Affondando dentro ragioni antropologiche connaturate alla presenza di figure totemiche nei circoscritti perimetri di un’isola, la mostra spiega in che modo maestri del calibro di Gauguin, Pechstein, Miró, Arp o Matisse, nel corso dei loro viaggi, abbiano rielaborato questa convivenza, proiettando le loro stesse icone statuarie nella dimensione assoluta del sacro.